Tu es libre (ma davvero, poi?) – recensione dello spettacolo di Francesca Garolla
Al Piccolo Teatro Studio Melato dal 9 al 18 October 2020
Sul palco la resa drammaturgica è anche interessante. C’è una scrittrice che interroga i suoi personaggi, con loro dialoga e confabula. I personaggi sono francesi, la vicenda si svolge a Parigi. E i personaggi sono Hamer, una giovane donna francese, appunto, la madre, il padre e il fidanzato arabo, di origine algerina; e di volta in volta sono chiamati in causa a intervenire dalla scrittrice che invita ciascuno di loro a raccontare al pubblico la storia.
Di fatto la scrittrice in scena è recitata dalla stessa Francesca Garolla che dello spettacolo è l’autrice con malcelate intenzioni postromantiche tipo Oriana Fallaci.
In scena i diversi interventi sono presentati in forma di deposizione tipo tribunale; e Francesca Garolla quando parlano gli altri attori indossa delle cuffie e ascolta gli audio che nella finzione teatrale vengono registrati. Il suggerimento a questo punto è che sono i personaggi a creare l’autore – ma sull’origine della scrittura e su da dove arriva, cos’è, l’ispirazione, ci si soffermerà in un altro momento.
La trama parla di questa ragazza, Hamer, da sempre affascinata dal mondo delle grandi guerre e dagli eroi che le combattevano. Chiaramente il primo innanoramento è per la Guerra di Troia. E da quel conflitto mitologico pare che ricavi insegnamenti e varie e diverse incarnazioni – e la prima cosa che la colpisce è che i Greci, seppur con connotazioni diverse, sopravvivono al giorno d’oggi, laddove dei Troiani non si può dire lo stesso, non si può dire ancora che erano gli attuali turchi, e si omette il fatto che la loro stirpe è confluita nei Romani – ma forse anche questo è un altro discorso.
Hamer diventa Andromaca. Al termine di innumerevoli ragionamenti e studi matti e disperatissimi, si convince, che è nella Guerra l’atto più alto della libertà di un uomo. Che è per la libertà, o per le libertà, che si fanno le guerre, e che la libertà in Siria la vogliono tutti. Hamer quindi decide di andare in Siria, di imparare le tecniche di terrorismo più avanzate; e pare che torni in Francia da dove è sparita da due anni. Hamer va in Siria a imparare la libertà, a vivere la pura libertà dell’atto umano.
In Francia al suo rientro succede che c’è un atto di terrorismo dove perdono la vita dodici persone, e a questo punto Francesca Garolla interroga i personaggi a uno a uno per sapere perchè Hamer se ne è andata, probabilmente per essere addestrata a compiere un attentato di cui lei stessa, Hamer, è sospettata. Ma per certe cose non c’è mai un perchè, incalza Francesca Garolla.
Lo spettacolo ha il suo punto di forza nelle musiche francesi scelte per la messa in scena. Alla guerra intesa come atto puro della volontà umana e della sua libertà, ci erano probabilmente arrivati, già arrivati, gli eroi, mettiamolo tra virgolette, questo, gli “eroi” romantici dunque, tipo Lord Byron (foreign fighter), che molla tutte le sue immense ricchezze e “vola” in Grecia per le Guerre di Indipendenza, sempre lì, neh, di Grecia; seguito a ruota da Rimbaud che scappa in Africa a trafficare armi.
Ma noi poi abbiamo avuto le Guerre Sante, e un modo per far scoppiare un casino infernale, una guerra, un modo, un motivo sacrosanto per spararci addosso all’impazzata, anche noi lo abbiamo sempre trovato.
È che però poi con le guerre spariscono le libertà individuali, muore la libertà con la guerra, e non c’è libertà senza pace, in realtà. Muore la libertà con la guerra, muore la libertà senza pace. E non c’è mai un perchè.
Ma a me anche ‘sta volta viene in mente una canzone, Il Bonzo, di Enzo Jannacci. Il testo poi continua, è attualissimo, è un gioiello nascosto della tradizione milanese.
A un, du, a un du tri quatr…
M’han detto che un bonzo
(Un bonzo? Chi l’è?)
Un prete buddista
(Ah!)
Si è bruciato
(‘Sto bonzo)
Si è cosparso di benzina
Nella piazza principale
E poi eh…
(Che cosa è successo?)
Niente!
S’è dato fuoco da sé
Perché vuole la libertà
Libertà de brusà, de brusà per pudè campà
De campà per lavurà, lavurà per pudè brusà…
ox4d