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IL RE CI LASCIA. IL BUIO AVANZA

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La notizia è arrivata alle prime ore di lunedì 2 novembre. Sarebbe stato il suo ottantesimo compleanno. Invece il Maestro ci ha lasciati, il cuore di Gigi Proietti ha detto stop. Ho pianto, stamattina, come se fosse stato mio padre ad andarsene. In un momento storico triste e angosciante, la perdita di un grande uomo e di un pezzo di Roma, della sua straordinaria storia, ci fa piombare in un buio ancora più pesante da sopportare, alla vigilia dei nuovi restrittivi provvedimenti governativi per frenare gli effetti del virus. Erano mesi che non scrivevo una riga, coi teatri prima chiusi, poi riaperti per modo di dire, con mille prescrizioni da rispettare, poi di nuovo chiusi. Ci sarebbe tanto da dire, la rabbia è immensa, ma oggi piangiamo un Re e tutto il resto passa in secondo piano. Sono cresciuto seguendolo sui palchi romani, da adolescente con gli amici compravo i biglietti per andare al Teatro Brancaccio, al Teatro Olimpico, al Teatro Sistina. Poltrone economiche, lontane dal palcoscenico, ma eravamo orgogliosi di poterlo vedere dal vivo, consapevoli di aver partecipato a un momento della nostra storia, la storia di Roma. L’ultimo ricordo, nel suo amato Globe Theatre a Villa Borghese, con il meraviglioso monologo “Omaggio a Shakespeare”, una serata indimenticabile, elettrica, con un teatro stracolmo palpitante amore per il suo Sovrano. Fulmini di energia tra palco e spalti, un amore così tangibile da lasciare senza fiato e con le lacrime agli occhi.
Oggi Roma, ma chiunque lo abbia amato, aggiunge alla tristezza e alla depressione già ampiamente presenti, un dolore che sa di fine di un’epoca. Oggi Roma è avvolta nel buio più pesto e piange un suo figlio, senza poterlo omaggiare come meriterebbe. Addio, Re Gigi, vivrai per sempre dentro di noi che abbiamo avuto la fortuna di poterti amare. Quando, e se, questo medioevo finirà, potremo ricordarti riaprendo i sipari dei nostri teatri.

Paolo Leone

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