A scoppio ritardato
Stallo d’attesa muore in discesa il fiato sospeso di un momento atteso,
Stallo e rimpallo l’idea funesta di un mondo in rivolta diventa la svolta del mio risveglio,
Intervallo a venire suona a vuoto la malinconia messa a riposo dal tuo alito dannoso,
Migrante vaga l’aria dei tuoi polmoni che per ripulirsi si sono messi i pantaloni
Per marciare senza gambe dove l’ombra rapace di un mondo che non ha pace
Si è spogliato dei tuoi denti
Per metterli in sordina facendo ridere un orso grizzly che se ne stava in panchina.
Sotto costa
mare che galleggia, ormeggia quando tace la risacca distratta dal mondo che va a dormire, risorgendo il giorno dopo che non ha voglia di aspettare.
Autostrada (ispirata all’opera di Andrea Guasti)
Abbozzo cromatico di un cielo assediato dai meteopatici, di riserva restano le fattucchiere a predire giorni di azzurro maritato.
Autostrada ,rimedia gocce che cadono a terra senza curarsi di dove il colore andrà a svernare.
Oggi , domani, e ieri tratti autostradali a pennello fuggono la gobba di un cammello, mentre il rosso temerario per paura di restare indietro e inosservato, piomba a volo di gabbiano, insediandosi ..
Chiude a chioccia torcendo il naso la strada mutata a guscio in attesa di una fermata d’emergenza, tuona a riposo un pennello stanco, generando pioggia, altro non si può dire se non che la goccia dove cade lascia l’ombra maldestra di una mano ferma, incompiuta traccia di un domani da venire.
Andrea Guasti ha oltrepassato il muro della geometria del paesaggio lasciando agli occhi di chi guarda la visione di un mondo a bobina che srotolandosi soffia l’astrazione di un momento, la fuga e l’intervallo di una giornata in attesa.