Volevo l’anonimato e mi sono ritrovato in un incontro di pugilato. Biografia di un virus senza fissa dimora, quando muoversi vuol  dire spostare l’aria e il suo contenuto

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Mi chiamo Virus ma potrei anche chiamarmi Biancaneve.
Mi chiamano virus in realtà potrei avere qualsiasi nome voi mi date, perché io sono la paura della malattia, sono l’ossessione che non se ne va via e con me ,che scopro di chiamarmi Virus (senza che mi abbiano battezzato)tutti fanno affari, dall’industria farmaceutica ai media che hanno sempre qualche cosa da raccontare ,ai produttori di medicinali, mascherine, guanti e disinfettanti.
Insomma io sono necessario per l’umanità che si annoia e ha bisogno di tenere alto il proprio umore e tensione , perché io , Virus di nome e di fatto , sono la vostra controfigura ,semino il panico fintanto che ne ho voglia, mi alzo tardi la mattina, lavoro fino a tarda notte, sono ballerino di lap dance, mi attorciglio alla sbarra degli imputati da processare per poi ,attraverso un buon avvocato che scopro essere anche scienziato, essere assolto perche’ il fatto di infettarvi fino alla pandemia (parola del vostro vocabolario e non del mio)non sussiste, in fondo io sono un libero cittadino e mi muovo senza aereo, senza autostop…
Volevo l’anonimato e mi ritrovo in un incontro di pugilato dove non posso indossare i  guantoni , troppo grandi per me che sono infinitesimamente piccolo tanto quanto un grano di polvere non fosse che così dimensionato viaggio dappertutto senza bagagli al seguito e senza essere visto ,insomma l’anonimato mi sta a pennello, ma voi continuate a perseguitarmi con biografie non autorizzate , articoli e interviste dove mi psicanalizzate
perché convinti che io da piccolo volevo fare il pompiere…
In effetti da piccolo quando nacqui tra le mani guantate permeate da guanti chirurgici e non da guantoni da pugile , volevo fare l’attore , poi non avendo superato il provino “ciack si gira arriva il virus da tragicommedia da consumare” mi ritrovai a piedi , pardon seduto su una specie di polveriera, la vostra che alimentate per cali demografici ed eutanasici, il ruolo del pompiere mi venne fatto indossare come primo attore della vostra ossessione di avere nemici che vi spiano, vi contagiano, vi sfrattano del vostro mondo ideale che è vostro e non mio…
L’anonimato me lo avete depredato, sono schivo, timido per natura , mi propago replicandomi senza clamori, (educato a fare i fatti oltre le parole)mi ritrovate poi senza accorgervene dentro la vostra mente che mi pensa come una jattura, ma io in fondo che colpa ho se sono un virus che voi volete intervistare? E quando vengo intervistato non ho peli sulla lingua ,perché,pardon nessun marcatore molecolare mi potrà fermare…
Mi hanno insegnato la discrezione, i segreti sono per me pane quotidiano e quindi l’anonimato è per il sottoscritto la regola numero per viaggiare indisturbato…
E invece ? Invece voi mi avete trasportato nelle vostre beghe sanitarie, addirittura premiandomi come il massimo virus mondiale per impopolarità ed esibizionismo…
Io sono un virus moderatamente ondivago , valico le frontiere Schengen senza mascherina, il mio lockdown è la vostra via della seta transennata dal divieto non mio ma vostro di parlare sempre di me , mi invitate senza preavviso nei vari laboratori  farmaceutici con tappeti rossi e a tricolore a seconda della mia presenza e dei miei figli più o meno massiccia sulle vostre bocche e dentro i vostri nasi, altre vie della seta poco praticabili se voi mi mettete il divieto di sosta e di transito per inocularvi un baco che prima di essere tale è una larva che non sa perché si trova dentro questo vaso di Pandora destinato a diventare il blister di un vaccino, quello della vostra ignoranza.
Io esisto da tempo immemore, miei compagni di viaggio sono stati i dinosauri a quei tempi  viaggiavo da un animale all’altro senza pagare biglietto, mai avrei pensato di essere partorito dalla vostra mente che prima mi inventa ( ma avevo bisogno di essere inventato?) e poi mi annienta attraverso una “cosa”che voi chiamate vaccino…
Potevate fare a meno di me , scortato dalle vostre leggi che mi hanno messo il bavaglio  e mi impediscono di scrivere da solo la mia biografia sono costretto a vivere sotto stretta  sorveglianza senza che nessuno mi dia il diritto di parola… Mi chiamo virus , potrei anche chiamarmi Pulcinella, Tarantella, sono il virus dai mille volti, peccato che mi avete tolto l’anonimato rivelando al mondo la mia vera natura, quella di respirare con i vostri polmoni la vostra estinzione, mi avete catapultato dentro un ring, sono stato reclutato per un incontro di pugilato che io non avevo programmato, mentre il vaccino mi insegue e viaggia anche attraverso la vostra chiacchiera che non si spegne nemmeno per andare a dormire, io chiedo lo status di prigioniero politico, al contrario Vostro non mi sento discriminato , tanto meno mi sento gender o fluido dipendente ( con diritto anagrafico di cambiarmi nome ) proveniente da un pianeta di cui solo io al momento conosco la strada per raggiungere questa terra al momento decontaminata dal vostro delirio che invoca una privacy che io credevo di avere quale diritto acquisito…
Sospeso tra il vento dell’apocalisse e il vento del cambiamento con la meteorologia e le fattucchiere che prevedono i gerundivi prossimi (e non i secoli) della vostra esistenza, i vostri balconi condominiali diventano dei ghetti dove nemmeno io (che mi sono adattato ascoltando i consigli del mio maestro Darwin )ad essere un virus cosmopolita mai potrei appollaiarmi sulle vostre ringhiere, verrei immortalato nel momento in cui starnuto la mia insofferenza che non tollera più questa invasione di campo dove io sono il vostro motivo di discussione a pranzo ,cena e colazione, come se non aveste altro di cui parlare  pensando pure di portarmi dal veterinario assieme al vostro cane e al vostro gatto, che non mi hanno invitato e non mi nominano mai avendo , secondo natura e non secondo il mondo social, altro da fare…
Un salutare picnic tipo “Déjeuner sur l’herbe” mi porterà mio malgrado sulla scena mondiale di mia madre che si chiama Pandemia a recitare il tip tap del contagio (promuovendo il distanziamento sociale con il “tip “ che balla a nord e il “tap” che balla a sud ),tra piatti e bicchieri di plastica e cibi da asporto che i Bikers o ciclisti della pizza da volo acrobatico catapultano su un prato verde speranza mentre io approfittando di un’evasione imprevista mi fionderò sul manubrio di questi potenti mezzi ad alta velocità di sfruttamento facendovi una legittima PERNACCHIA alla vostra mania di tenermi sempre compagnia, una compagnia che io non ho mai chiesto e che voi trasformandomi in un fenomeno da baraccone mi avete imposto senza che io abbia potuto dare a voi il consenso al trattamento dei miei dati personali: MI CHIAMO VIRUS SENZA DI ME NIENTE AVREBBE SENSO, SENZA DI ME VOI ANDRESTE IN LETARGIA PENSANDO CHE VIRUS CHE VAI E VIRUS CHE VIENI , IL MONDO FORMATO VIRUS E’ UNA SCATOLA DA SMALTIRE ALLA PRIMA DISCARICA CHE INCONTRERETE DOVE SMALTIRETE I BRUTTI RICORDI DA STRESS POST TRAUMATICO dovuto alla mia presenza, e io invece che non vi ho chiesto i diritti d’autore, invocherò per l’ultima volta il trattato di Versailles diventato un bugiardino da vaccino con entrata trionfale a Wall Street l’indirizzo della mia genìa che dopo contagi biologici è diventata attivista di contagi finanziari al netto di morti e feriti, ne vinti, ne vincitori, io resto un virus non remunerato da esportare per cambiare l’ordine mondiale.

Barbara Appiano

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