Fabiana Macaluso è un’artista di origini siciliane e campane, ma che vive a Torino. La sua poetica è esotica, onirica e visionaria. Spera che la sua arte divenga un veicolo per aiutare i Paesi più poveri.
Buonasera Fabiana. Innanzitutto, nel tuo sangue scorrono Sicilia, Campania, Piemonte, un’infinità di culture, una infinità di colori. Ma in fin dei conti ti senti più siciliana, campana o torinese?
Sì. certo sono di sangue misto e mi sento proiettata molto bene in tutte e tre le regioni. Amo la mia Torino, perché ci sono nata e adoro la sua tranquillità, il suo romanticismo, mentre di Napoli e Sicilia adoro praticamente tutto e il mare è di una bellezza incredibile, terre che profumano di agrumi e mare scaldato dal sole che io adoro e poi caratterialmente mi sento una esplosione di vita e di idee, come i due vulcani Etna e Vesuvio.
I miei cari nonni, pur vivendo a Torino, ci hanno sempre insegnato tutte le tradizioni e a mantenere il cuore caldo del Sud.
Come nasce il tuo amore per la pittura?
“Penso di esserci nata con questa passione, perché già da piccola mi piaceva colorare, fare anche tanti pasticci con colori sui muri di casa dei miei genitori e di modellare il Das creando dei personaggi fantastici con i quali giocavo, non ho mai voluto giochi comprati, ma solo i pupazzetti che io componevo con il Das e tante altre cose… creativa fin da piccola, poi ovviamente crescendo ho scelto il liceo artistico, lo volevo frequentare con molto entusiasmo, anche se i miei genitori non erano molto soddisfatti della mia scelta di vita, avrebbero voluto ovviamente una scuola standard per poi fare dei lavori di ufficio o altro inerente al settore commerciale!
Comunque sono fiera di aver studiato presso il liceo Artistico “Renato Cottini” di Torino, dove ho imparato a gestire e migliorare la mia creatività.
Studiare arte mi ha fatto capire molte cose, ma anche che in me c’era qualcosa di più che si sfogava non solo grazie agli studi. Da mie percezioni innate a volte creo anche delle opere guidate dal mio sesto senso e proietto alcuni miei sogni e visioni sulle mie tele, sogni che si realizzano dopo breve tempo dalla mia composizione artistica!
Sei una instancabile e attenta viaggiatrice e per questo nella tua poetica ricerchi l’esotico. Perché questa scelta? Cosa rappresenta per te l’esotico?
Mi chiede perché ho scelto l’esotico?… Non c’è una ragione precisa, io fin da piccola con la mia famiglia ho sempre viaggiato molto all’estero in posti molto esotici, ma anche Stati Uniti e altro ma… il viaggio che ha regalato al mio estro artistico la grande magia è stato… quando i miei piedi si sono appoggiati a Tahiti era il 2000, un posto magico, un posto molto particolare per me: era il paradiso! Da lì ho cominciato ad osservare tutto, la natura, le persone, le loro usanze e le danze, ma la cosa che più mi ha stupito è la “Luce”, la luce della Polinesia cambiava semplicemente la visione delle cose, perché c’è una differente luce creata da un insieme di cose, dalla bianca sabbia, come fosse farina, dai fondali che prendono colori assolutamente curiosi e cambiano ogni qual volta con tonalità mai viste prima e un sole enorme che sembra cascare nel Pacifico.
Da lì in poi ho ricercato nei tropici in generale le grandi fonti d’ispirazione, che mi hanno portato alla ricerca di ogni particolare e alla nascita di un nuovo spirito artistico: volevo che il mio viaggio fosse il viaggio di tutti!
Sono stata qualche anno fa in Africa a Watamu in Kenya, lì non mi sono solo limitata a scoprire nuove ispirazioni, ma il mio cuore è rimasto lì, per la grande povertà che i miei occhi hanno visto, i bambini bellissimi e dolcissimi, che solo con i loro occhi chiedevano aiuto, bambini che facevano la lotta per una semplice bottiglietta di acqua da bere, questo mi ha colpito così tanto che tornata in Italia ho voluto dedicare una serie di opere al Kenya per poterle vendere a scopo benefico, per poter fare di più per queste persone; nel frattempo sono rimasta in contatto con un gruppo di ragazzi Kenyoti e da subito, privatamente, ogni qual volta loro hanno bisogno del mio aiuto io ci sono e cerco con le mie sole forze finanziarie di fornire loro dei vaccini per aiutare le loro famiglie a non ammalarsi di malaria. Se si ammalano cerco di curarli e di aiutare chi posso, anche per altri bisogni alimentari, ma il mio sogno più grande è riuscire, vendendo la mia arte, a costruire due pozzi di acqua potabile per i due villaggi di questi ragazzi, donando loro occasione di coltivare la loro terra e di bere acqua potabile.
Ci tengo a dire anche che dipingo e creo scultura per lasciare traccia della mia personalità artistica e delle mie vibrazioni d’amore e bellezza e spero che le mie opere diventino un patrimonio di cultura per l’umanità, spero di lasciare una traccia di me e di tutto ciò che ho voluto raccontare nella mia vita terrena! Quindi spero che la mia arte un giorno possa aiutarmi in questo intento!
Se tu dovessi descrivere la tua poetica pittorica come la definiresti?
La definirei un inno alla vita, come una sinfonia: unire le persone a fare del bene anche con poco. Non si può salvare l’intera Africa, ma si può comunque nel nostro piccolo contribuire con piccoli gesti ad aiutare il prossimo!
Ma anche la definirei una poesia d’amore, l’amore e la tutela che dovremmo avere per il nostro pianeta per le varie etnie, per le culture diverse, lottare per annientare il razzismo e le cattiverie nel mondo, amare la natura e gli animali, le donne e bambini che sono più deboli in tutto il mondo!
Sicuramente da rimarcare la tua attività di beneficenza, attiva e concreta. Cosa fai di preciso?
Come dicevo precedentemente, con le mie sole forze e in maniera privata e grazie al mio sudore, aiuto alcune persone in Kenya che hanno bisogno di curarsi o a fare i vaccini contro la malaria, a volte quando posso mando dei soldi per comprare da mangiare, soprattutto, ora che c’è il virus, non essendoci più turisti, stanno patendo la fame, spero tanto che tutto finirà presto, perché se in Europa abbiamo la crisi lì non hanno più niente e nemmeno acqua per coltivare, infatti il mio sogno più grande è costruire per loro i pozzi di acqua potabile per avere l’acqua al villaggio, spero tanto di farcela, anche grazie alla mia arte e di venderla per loro!
Inutile elencare tutte le mostre a cui hai preso parte, veramente numerose. E ora? Quali sono i tuoi progetti immediati e futuri?
Io cerco sempre di pensare a cosa fare tra un anno, non solo al domani. Penso che lavorerò molto e farò il possibile per fare conoscere la mia arte nei posti giusti e di farla diventare un veicolo per i miei progetti in Africa con l’aiuto della mia manager Debora Cattoni, che crede in me e la ringrazio. Spero di arrivare in posti magnifici… ma ho anche un altro progetto attivo: il Virtual Art Workshop Social Group (no profit): un gruppo di artisti che mi seguono nelle varie attività. Incentivo queste persone e cerco di spronarle a credere in quello che fanno e spero anche per loro grandi successi nella vita!
Mi piacerebbe esporre la mia storia e raccontarmi in qualche talk show, come la Vita in Diretta o da Maurizio Costanzo e parlare della mia arte e del mio stile di vita!
Stefano Duranti Poccetti