Corriere dello Spettacolo

Arte al muro

L’ arte può essere come una pianta che si impossessa di quegli spazi lasciati andare.
Ci può stare.
Ci deve stare…

Lì dove l’ architettura ha fallito il senso estetico di una costruzione o l’arredo urbano si è dato per disperso trasformandosi in “osceno urbano”, gli street artists, quasi come salvatori di una patria transnazionale e collettiva, hanno con la loro abilità salvato significativi spazi sociali.

La tendenza degli ultimi anni, addirittura, vede la costruzione degli edifici in simbiosi con l’idea che parte della loro struttura sia costituita da un grande dipinto.

Che schianto!

In ogni città, ormai, ci sono murales più o meno grandi e la cosa fantastica è che, al contrario di un tempo, gli autori di queste vere e proprie pubbliche opere sono artisti autentici, dotati di un talento grande almeno quanto le dimensioni dei loro lavori.
Passate davanti a quel murales, a quel palazzo dipinto e immaginate come sarebbe se ne fosse privo.
Se riuscite, ricordatelo prima che la mano dell’artista sia intervenuta.
In tempo reale, ammirerete ancor di più l’opera.

È una rivoluzione ordinaria, una straordinaria ed ennesima rivelazione dell’arte come elemento riparatore di ingegni umani precedenti e appannati.
È l’uomo che si cura dei guasti estetici dell’uomo, la capacità di riparare col bello i troppo sottovalutati guasti causati dal brutto.

Tutti noi, uscendo di casa, in qualunque parte del mondo ci troviamo, abbiamo il sacrosanto diritto di uscire e non deprimerci vedendo panorami sostanzialmente orribili.
È un diritto universale, trans sociale, senza distinzione di ceto e reddito e chiunque sia in grado di regalare uno stupefatto e sorpreso sguardo all’insù, per esempio in qualche periferia difficile, non va che ringraziato.

La street art è e sarà una forma d’arte di cui sempre più spesso ci accorgeremo.
La sapiente fusione di strutture classiche e di pregio con mirabili murales così come il salvifico e sempre più frequente innesto di grandi dipinti in anonime periferie connoterà ancor di più i nostri luoghi e sarà il tratto distintivo dell’arredo urbano dei prossimi decenni.

Chissà… magari arriveremo a scegliere un appartamento in base all’autore che ha decorato la facciata del palazzo.
Io, ad esempio, lo farei… 😉

Street art, art start!

ROViRO’

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