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“Krankenhaus” di Luigi Carotenuto. Lirica ermetica e autentica

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Sono “solo” 37 pagine, eppure “Krankenhaus” (dal tedesco “ospedale”) di Luigi Carotenuto è invero una silloge intensa. Questo piccolo e pregiato libro è stato pubblicato nel 2020 da Gattomerlino e porta l’introduzione di Leonardo Barbera, che così scrive: “Questi testi raccontano un evento, sono una cronaca di come si costruisce un’assenza, quando l’oggetto di questa assenza non è ancora sparito, ma si immagina la sparizione. Così l’immaginazione inizia la sua battaglia con gli oggetti reali: vincendo e perdendo senza sosta. Direi che è una cronaca fantastica, in presa diretta, degli spostamenti continui della psiche per arrendersi al vuoto o riempirlo con ciò che rimane: la memoria.”

 

Come si capirà da queste parole, si tratta, seppur nella loro brevità, di liriche complesse, intrise di profondi significati, filosofia, spiritualità, psicologia. Sono ventinove riflessioni (Perché non trenta? Forse perché l’ultima parola è data al lettore) sull’esistenza, con l’attento scrittore che sa cogliere i diversi istanti della vita.

Quanti spettrucoli

affollano la sera. Brindano chiassosi alla cenere,

recitano a soggetto, poi tornano

fuochi fatui nel bicchiere.

Si tratta di una delle brevi poesie della raccolta, presa a modello di quello che stavamo appena dicendo, vale a dire di come Carotenuto in pochi versi trovi una larga potenza espressiva, attraverso uno stile pulito e asciutto, che vuole arrivare al cuore e alla mente del lettore senza mezzi termini. La sensazione emotiva è unita a una razionale e mentale, proprio perché le liriche aprono a diverse prospettive, che vanno meditate e contemplate. In questo specifico caso il poeta pare guardare esternamente una massa di persone, che in gruppo diventano maschere: ciascuno recita il suo personaggio, ma verrà il momento in cui ciascuno di loro dovrà specchiarsi e ritrovare la sua vera essenza, abbandonando i panni dell’apparenza.

La poetica di Luigi Carotenuto è ermetica e vibrante, con una fervente attitudine alla ricerca della verità. Per questa ragione questi brani ci risultano così autentici, così sinceri. Sono, come ci suggerisce il titolo, anche ferite in attesa di essere rimarginate o quanto meno attenuate. Sono brani preziosi, che il lettore deve maneggiare con cura.

Stefano Duranti Poccetti

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