Corrado Pani in “Peer Gynt”

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Henrik Ibsen creò Peer Gynt durante il suo soggiorno in Italia. Il testo venne pubblicato a Copenaghen nel 1867. L’opera scritta in versi è un dramma nato solo per la lettura e non da essere rappresentato in palcoscenico visto le grandi difficoltà di attuazione. I continui mutamenti scenografici compreso un atto in piena oscurità lo rende un dramma talmente fantastico che sembra allontanarsi dalla filosofia realista del maestro norvegese. Una nuova riscrittura teatrale lo rese idoneo per la scena. Ed ora la trama: il protagonista Peer Gynt è il figlio di Jon Gynt un ricco benestante. Jon diventato vittima dell’alcolismo lascia la famiglia e dilapida la maggior parte dei suoi averi. Il giovane Peer vuole recuperare le ricchezze che il padre ha sperperato, ma le sue iniziative cadono nel vuoto perché il giovane invece di agire passa la maggior parte del tempo nell’accidia a fantasticare ad occhi aperti. Il ragazzo viene coinvolto in una rissa ed è ricercato dalle forze dell’ordine. Peer decide allora di fuggire dal suo paese. Durante la sua latitanza incontra prima tre donne e dopo la principessa dei troll che si innamora di lui ma Peer di nuovo fugge nascondendosi nella foresta. Nella capanna dove vive viene presto raggiunto dalla giovane e bellissima Solveig che lo segue perché è innamorata di lui. Peer Gynt poco incline ai legami fugge di nuovo, per poi ritrovarsi dopo molte peripezie in Marocco a vagare per il deserto. Le sue avventure lo portano a ritrovarsi segregato in un manicomio in Egitto ma nel contempo acclamato come un imperatore. Infine ormai canuto durante la rotta verso casa vive le peripezie di un naufragio. E nell’affondamento l’incontro con uno sconosciuto forse uno spettro interessato al suo cadavere per scoprire il luogo dove vivono i sogni. Peer finalmente tornato in Norvegia partecipa a un’asta dove vende tutto ciò che rappresentava la sua vita terrena. Gynt sentendosi irrimediabilmente prigioniero cerca di liberare la propria anima. Un venditore di bottoni lo spinge a cercare sé stesso per liberarsi. Perfino l’Uomo Magro, (un demone) non lo considera un accanito peccatore da accompagnare all’inferno. Peer ancora confuso si rifugia nelle braccia del suo unico punto di riferimento la bellissima Solveig che lo ha sempre amorevolmente aspettato nella capanna. Solo grazie all’amore della donna l’uomo dei sogni si sente veramente libero. La complessa drammaturgia ebbe il suo battesimo al Teatro Alfieri di Asti il 13 dicembre 1972. La regia di Aldo Trionfo venne magnificata da una grandissima interpretazione di Corrado Pani nelle vesti di un sublime Peer Gynt.

Giuliano Angeletti

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