“Non plus ultras” scritta e portata in scena da Gianni Spezzano e Adriano Pantaleo che svolge il ruolo di attore protagonista è una speculare e lunga indagine teatrale durata parecchi anni per entrare dentro l’anima e il modello di vita degli ultras: il loro modo di vivere il calcio e la loro vita quotidiana. L’indagine riscontra che nella maggioranza delle situazioni tutti la vivono in modo simile: hanno la stessa mentalità, cambiano solo i colori della loro fede. Una filosofia del vivere basata su regole non scritte ma rispettate come fossero cavalleresche regole d’onore. La meccanica drammaturgica di Spezzano e Pantaleo entra dentro questo codice etico ma ne svela solo una parte delle sue smagliature. Il protagonista è Ciro (Adriano Pantaleo) un ragazzotto che come mestiere si arrangia: saltuariamente svolge il lavoro di portiere d’albergo. Il Nostro non coltiva progetti per il futuro, conduce una vita monotona fatta di piccole cose. Un giorno Ciro (Adriano Pantaleo) incontra Susanna e se ne invaghisce: l’unico problema è che la ragazza è la figlia del noto e potentissimo capo ultras “Biagio O Mohicano”. Ciro per alimentare il fuoco del suo amore, progetta di introdursi nella curva per ingraziarsi il padre: il famigerato “O Mohicano”. Ma purtroppo come dice il proverbio “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi” Ciro invece di sedurre rimarrà invece sedotto da quella mentalità ultras che sembra dare un senso alla sua piatta vita. Il ragazzo entrerà pienamente nel nuovo ruolo diventando anch’esso un ras della curva, avrà i suoi seguaci e vincerà le sue battaglie. Ma tutto andrà bene fino al giorno che le sue lotte si torceranno contro di lui e solo in quell’ istante dovrà fare le sue scelte e le sue dolorose valutazioni. “Non plus ultras” è il prodotto di una analisi esplorativa sulle curve fatta in una parabola temporale di quattro anni, la rappresentazione nasce dal tentativo di entrare in quel mondo e di comprendere gli ultras, i loro dogmi e i loro comportamenti. Attorno al nucleo drammaturgico gravitano più personaggi satelliti: ma tutti sono partecipi di una trama che ruota intorno a più personaggi, tutti resi vivi dallo stesso Pantaleo che aiutato da parrucche ed occhiali cambia ottimamente tono di voce e personalità. Sullo sfondo i video proiettati animano il mondo a volte magico e a volte crudele del tifo della curva. Adriano Pantaleo ottimo nel suo modo di confrontarsi dimostra con una eccellente preparazione la sua attitudine a svolgere più ruoli nei quali gli spettatori che frequentano gli stadi e non solo si possono ritrovare. La scrittura creativa di Gianni Spezzano e Adriano Pantaleo è frutto di una attenta esperienza fatta veramente sul campo di calcio testimonianza di una mentalità che apparentemente frivola ma talmente realistica da non sottovalutare. Perché nel cuore della curva è seduto lo spettatore che con le sue gioie e le sue frustrazioni è anche lo specchio della nostra società.
Giuliano Angeletti