I tre moschettieri nati dalla creatività di Pino Ammendola e Nicola Pistoia prendono vita in un vetusto teatro ormai in disuso. Nel magico e desolato deserto dove un tempo lontano istrionici attori si sono esibiti ammaliando il pubblico plaudente. Ora al buio tre uomini in tuta da lavoro con torce elettriche avanzano prudenti lacerando l’oscurità con i loro fasci luminosi. Con loro c’è anche una giovane donna che ultima del raggruppamento sembra ad ogni passo essere sempre più intimorita. Nulla di grave! Questo gruppo di operai lavora per una ditta che si occupa di derattizzazione. I tre sgangherati operatori mentre sono in procinto di scovare le introvabili tane dei famelici roditori incontrano uno strano personaggio. Un moschettiere che con tanto di cappa e spada afferma con convinzione di essere il famoso D’Artagnan. Ma cosa sta succedendo: sono tornati a vivere i famosi personaggi di Dumas? Si domandano gli impauriti operai. Per loro fortuna lo sgomento dura solo un attimo: perché presto si viene a sapere che l’eccentrico non è altro che un vecchio attore rimasto prigioniero del personaggio che ha interpretato per una vita. Ma non solo: il furente artista costringe gli operai minacciandoli con la spada a vestire i panni di Athos, Porthos ed Aramis. I tre malcapitati cercano invano di desistere ma infine terrorizzati accettano di travestirsi nei moschettieri del re e di viverne le strabilianti avventure. Fino al momento che entrano loro stessi nell’anima dei personaggi che interpretano forse attratti da una conturbante Milady non immaginaria ma bellissima ed in carne ed ossa. Il tutto si svolge tra improvvisati duelli e mirabili innamoramenti in un misto tra comicità e tragedia che rallegra il pubblico attento. Pregiata è l’interpretazione dei noti Fabio Avaro ed Enzo Casertano senza dimenticare l’ottimo cast attoriale: Lallo Circosta, Giuseppe Cantore, Ramona Gargano, Vannina Marini. Tutti ben diretti da Luca Negroni, per due ore di eccellente teatro, rilassante e divertente
Giuliano Angeletti