“Le prove dell’esistenza”. L’intimo diario poetico di Joanna Longawa

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In neanche cento pagine (per la precisione settantasei), Le prove dell’esistenza, che porta la firma della giornalista e scrittrice Joanna Longawa, si pone come un concentrato di molti generi e anche di varie tematiche. Si tratta di un testo intimo, creato attraverso gli appunti che l’Autrice ha raccolto durante la sua vita, unendo poesia, narrativa, saggio filosofico ed esistenziale, questo tramite brevi capitoli e frammenti, che non sono soltanto brani letterari, ma porzioni di vita. Si trovano all’interno del volume (pubblicato nel 2020 da Albatros nella collana Nuove voci, con la prefazione di Barbara Alberti e una nota di Federico Moccia) citazioni di altri scrittori o riprese da saggi o siti internet, le quali s’innestano con le riflessioni della Longawa, che in modo originale si avvicina ai temi esistenziali, parlando di Arte, rievocando grandi personaggi, alcuni più conosciuti, altri meno, soprattutto polacchi, ma anche di altri Paesi. La scrittrice ricorda la sua Polonia, la Polonia che ella ama, Nazione in cui vivono e sono vissuti grandi Artisti, scrittori, pensatori.

Molto caro all’Autrice è l’argomento della femminilità, sviluppandolo attraverso la scoperta si sé, indagando la sfera maschile e il contesto sociale in cui la donna vive, il quale non l’ha sempre messa nelle condizioni di essere libera. Eppure sono tantissime le grandi personalità femminili che hanno dato il loro importante contributo allo sviluppo della civiltà e la Longawa le cita nelle sue Prove dell’esistenza, che, come suggerisce il titolo, ha a che fare con il percorso esperienziale della scrittrice e con il suo iter esistenziale.

Con i ricordi costruisco lo scheletro della mia propria essenza. L’essere significa sapere che si è. Io sono infissa nell’essere. Mi sveglio e mi addormento con la coscienza del dolore – un perfetto compagno dell’esistenza. Yo no existo! No existí! No existeré! – tante forme per esprimere il tempo dell’esistenza, tuttavia una lingua straniera.

Penso, leggo, penso, leggo… Mi fa male la mano. L’osservazione a lungo termine è stancante; modella solo le frasi, non la vita reale. Come Jerzy Pilch, che scrive perché deve, critica perché deve e perché “ama la sua frase”, io voglio dipingere con me…

Con i ricordi costruisco lo scheletro della mia essenza – ma da più di una settimana non ho ricordi. Mi penetra la paura…

Si tratta del capitolo VII del libro, a esempio della scrittura dell’Autrice, la quale, esprimendosi sempre in prima persona, dà luogo a una sorta di flusso di coscienza per costruire così un intenso diario poetico, fatto di pensieri sensibili e intelligenti, questo attraverso uno stile piacevole e fluido, con il quale riesce a trattare con chiarezza anche i concetti più complessi.

Le prove dell’esistenza è infine un volume che sta tra la poesia e la narrazione in prosa, dove la bellezza fa da protagonista, dato che Joanna Longawa, lungo questo percorso, si avvicina all’Arte come metodo di ricerca, antidoto contro le idiosincrasie sociali.

Stefano Duranti Poccetti

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