FRANCESCA, UNA RAGAZZA CHE AMA LA DIVERSITA’

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Allora Francesca, parlaci un po’ di te.

Mi chiamo Francesca, sono una ragazza di 26 anni. Abito con i miei in un paesino vicino ad Asti. Studio Mediazione Linguistica all’università di Torino. Mi piace fare la pendolare; infatti non ho mai sentito la necessità di trasferirmi in pianta stabile nella grande città; mi piace molto viaggiare. Mi piace guardare le immagini che scorrono dal finestrino del treno, soprattutto con la pioggia; trovo che le gocce che si posano sui vetri siano poetiche, un po’ malinconiche, ma con il loro fascino.

Come mai ti piace questa immagine? Ti ci ritrovi?

Chi mi conosce sa molto bene che sono una persona particolare: ci sono giornate che passerei volentieri con la musica nelle orecchie sotto le coperte e altre che invece mi sento come se potessi spaccare il mondo. Forse potrei sembrare un po’ lunatica… Ma in realtà sono diventata questa in seguito a un episodio che mi ha segnato.

Che genere di episodio? Un trauma?

Era la mattina del 3 agosto 2018 ed ero nell’appartamento dei miei nonni materni ad Asti; loro sarebbero dovuti partire per la casa dei genitori di mia nonna in campagna, mentre io ero scesa in cantina a prendere un cestello d’acqua. Mio nonno era andato a prendere la macchina e stava entrando dalla porticina del condominio in quel momento. Saliti tre gradini sento che dice “oh mamma mia, che fatica”; nemmeno il tempo di girarmi per andarlo ad aiutare, e l’ho visto cadere davanti ai miei occhi senza poter fare assolutamente nulla. Ho cercato di fare qualcosa, ma è una di quelle situazioni in cui non puoi far altro che chiamare i soccorsi, e pregare, tanto. Purtroppo nonostante la tempestività dell’arrivo dell’ambulanza, in serata nonno è mancato. Ho passato giorni, mesi a darmi colpe che la gente che mi vuole bene mi presentava come inesistenti… Ma l’ho dovuto capire da sola che doveva andare così. Il tempo allevia il dolore, ma non guarisce proprio nulla.

Quindi questo episodio è stato un trauma per te. Dispiace molto. Eri legata a tuo nonno materno? Hai parlato di preghiere… Sei credente?

Per me mio nonno è stato come un padre; i miei erano sempre via per lavoro, quindi stavo sempre con i miei nonni materni. Mi hanno cresciuta loro. Quanto alla mia religiosità, sì, sono molto credente e praticante. Ho ricevuto un’educazione religiosa piuttosto rigida, e ne vado fiera, anche se questo a volte è stato motivo di derisione.

Immagino soprattutto nell’adolescenza… Sei stata vittima di bullismo?

Sì, ci sono stati diversi episodi… non tanto sul piano fisico, quanto su quello morale. Solo per fare un esempio: su quello fisico potrei raccontare quando qualcuno in terza media mi mise delle puntine da disegno sulla mia sedia e io mi sedetti al posto dopo una interrogazione. Non urlai, per vergogna, mentre l’intera classe rideva a crepapelle; è stato piuttosto umiliante, ma non versai una lacrima. Per quanto riguarda il piano morale, ci sono stati così tanti episodi che potrei stare qui a raccontare tutto il giorno, dalle prese in giro a parole pesanti, a episodi di emarginazione evidente. Stavo male e non lo nego, ma senza tutto ciò forse non sarei la donna che sono oggi. Il mio motto è “se non uccide, fortifica”, frase rubata a Tiziano Ferro.

E che donna sei?

Sono una donna forte, ma con le sue fragilità, e fiera di averle. Sono sicura di me stessa e completamente indipendente; me ne frego di cosa mi dice la gente, di cosa pensano di me, se mi trovano strana, se vado bene così. Insomma, se piaccio a me stessa… E’ più che sufficiente!

Hai anche citato una frase di una canzone prima… ti piace la musica?

E a chi non piace?! Ho iniziato ad ascoltare la musica a undici anni. la prima artista che ho ascoltato è stata Laura Pausini; è diventata subito il mio idolo indiscusso: non so come sia successo, ma mi sono ritrovata in ogni suo testo e da allora non ho più smesso di ascoltarla. Facevo impazzire i miei genitori che credo si maledicessero per avermi comprato i suoi CD; ogni volta che salivo in macchina, puntualmente partivano le note di una canzone di Laura. Il problema è che il suo repertorio è piuttosto vasto! Crescendo ovviamente sono subentrati altri artisti: Nek, Tiziano Ferro, i Modà, i The Giornalisti, per arrivare a cantanti più ‘giovani’ come I Maneskin (per la cui vittoria a Sanremo ho urlato come una pazza alle due e mezza del mattino), Achille Lauro, Alessio Bernabei e Irama… Ma nessuno prenderà mai il posto della mia Pausini, si sa; il primo amore non si scorda mai…

E la tua vita sentimentale?

Preferisco non parlarne, la vita privata a parer mio è bene che resti tale; il mondo è pieno di malelingue pronte a spettegolare o ad augurare il male solo per invidia o per cattiveria.

Abbiamo capito che ami la musica e viaggiare… Hai altre passioni?

Ne ho tante… Mi piace cucinare, la moda, il trucco, la fotografia, il calcio… Mi reputo una persona molto versatile… A volte per il calcio vengo guardata storto, ma ovviamente a me la cosa non tocca: mi rendo conto che purtroppo ci sono ancora tanti stereotipi in questo mondo… Ma qualcosa dovrà pur cambiare no?

E queste passioni come sono nate?

La passione per la cucina è nata guardando nonna ai fornelli, anche se io mi oriento più sui dolci mentre a lei piace più cucinare salato. Per quanto riguarda la moda credo di averla cominciata a seguire in età adolescenziale, quando noi femminucce iniziamo una sorta di competitività tra chi è più carina e chi meno; non mi piace fissarmi su capi firmati: alcuni mi piacciono molto, ma se vedo un paio di jeans al mercato non mi faccio problemi a prenderli. Anche il trucco si è fatto strada tra le mie grazie più o meno intorno ai quindici anni; mi truccavo in modo orribile, devo ammetterlo, ma volevo a tutti i costi sembrare più grande; ora non sarò una make up artist, ma diciamo che faccio dei lavori quantomeno accettabili. La passione per il calcio è forse quella più antica è quella per il calcio: ho iniziato a seguirlo per i Mondiali del 2006; ricordo che mi innamorai perdutamente di Andrea Pirlo: si può dire sia stato l’artefice di questo interesse. L’unica cosa negativa è che giocava nel Milan… mentre io ero cresciuta in una famiglia di juventini… Alla fine ha avuto la meglio la fede calcistica di famiglia, e ho anche potuto vedere l’uomo che mi ha fatta innamorare del calcio giocare con i colori della mia squadra. Ora sono la classica ragazza che preferisce andare allo stadio piuttosto che a fare shopping; ne vado fiera perchè mi piace distinguermi dalla massa; ciò non vuol dire che non mi piace prendermi cura di me o vestirmi in modo femminile; semplicemente essere juventina mi fa stare bene, tirare due calci a un pallone mi soddisfa. La fotografia invece mi piace in ogni sua forma: mi piace imparare qualche tecnica particolare per fare foto perfette, ma ammetto che mi piace anche farmi fotgrafare, infatti ho fatto diversi shooting.

Per quanto riguarda il tuo rapporto con i social?

Il mio social preferito è Instagram, proprio perché sono un’amante della fotografia. Non mi reputo una influencer, nemmeno una modella. Mi piace fare foto per condividere alcuni momenti della giornata con i miei follower e mi piacerebbe magari essere di ispirazione a qualcuno. E’ già capitato che persone che non conosco mi siano venute a chiedere consigli per un make up o per un dolce nei messaggi privati. E’ molto gratificante, mi piace aiutare nel mio piccolo.

Progetti?

Più che progetti, io li chiamerei aspirazioni. Mi piacerebbe lavorare come attrice, magari in qualche film thriller, oppure come attrice di soap opera. Mi ha sempre affascinato il mondo dello spettacolo, lo trovo misterioso e magico. Per il momento resta un sogno, poi chissà… Un’altra ambizione sarebbe condurre uno show televisivo, magari che avesse a che fare con il mondo dello sport, non mi precludo nulla. Sarebbe anche bello diventare ambassador di qualche marchio di abbigliamento, trucchi o profumi. Un sogno che spero di poter realizzare presto è quello di realizzare uno shooting a tema Juventus: sarebbe uno sfizio personale, ma anche una spinta per alcune donne che a volte hanno paura di essere se stesse perché temono di essere criticate. Per adesso mi godo i primi passi che sto muovendo nel mondo della fotografia, poi chi vivrà, vedrà.

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