Oggi incontro la giovanissima Giulia Ferraro. Giulia è una cantautrice, si avvicina alla musica all’età di 12 anni suonando la chitarra, ma la sua sensazione che la sola chitarra sia quasi “incompleta” porta Giulia a iniziare a cantare sui brani che suona, scoprendo un talento che coltiva con corsi di canto e dedicando tempo ad affinare la sua scrittura. Nel 2018 conquista il terzo posto nella categoria Nuove Proposte in occasione del Premio Mia Martini con il suo inedito “Il Silenzio”. Le sue canzoni nascono da sentimenti autentici, vissuti ed espressi in maniera diretta con energia ed emotività. Di recente, e precisamente a fine gennaio 2021 esce in radio e in digitale il suo primo singolo, “Str**za”,un progetto musicale realizzato insieme al suo produttore Okrim, ma parliamo di questo direttamente con Giulia.
Ciao Giulia ti ringrazio e ti do il benvenuto al Corriere dello Spettacolo. Iniziamo proprio dal nuovo singolo, raccontami di “Str**za”?
“Str**za”, è una canzone che nasce con la chitarra e voce nella mia saletta, ed è un pezzo che parla di una storia d’amore lasciata un po’ in sospeso, in bilico tra la rassegnazione da una parte e la voglia di riconciliazione dall’altra. Quindi si raffigura l’atteggiamento che dinnanzi a dei rapporti tendiamo ad assumere, che il più delle volte è un atteggiamento difensivo, che solo dopo porta a ordinare le cose e capire il bello da preservare.
Perché hai deciso di chiamare questo pezzo “Str**za”?
Perché diffondo il significato del brano, che si radica proprio sull’essere un po “Str**zi” nelle relazioni. Molte volte mettiamo delle maschere, negandoci la possibilità di riflettere, di fare un esame delle proprie colpe e quindi avere una lucidità e giungere al momento di abbassare tutti i muri, senza mascherarci.
Com’è il tuo rapporto con la scrittura?
Il mio rapporto con la scrittura nasce insieme alla chitarra a 12 anni. È arrivata subito l’esigenza di scrivere, ma poiché ero molto timida, essa è stata un modo per esprimermi, senza timori, e allora ho deciso di coltivarla proprio per esprimermi. La scrittura è una modalità di espressione, sicuramente la mia preferita.
C’è una differenza tra cantare e scrivere?
Sinceramente, non saprei dirti se c’è una differenza. Posso dire che la scrittura e il canto sono venuti a me contemporaneamente, non ho mai cantato cover, o raramente l’ho fatto, ma cantavo quello che scrivevo. In generale, penso che la scrittura sia la base e non importa se sei stato tu o meno a scrivere il pezzo. Cantare e interpretare un pezzo, anche se di un’altra persona, a suo modo è magico, perché in ogni canzone puoi trovare frammenti dei tuoi scritti, pur se non li hai scritti tu. È questo il bello della musica.
Il 29 gennaio è uscito “Str**za”, che riscontro ha avuto dal punto di vista di ascolto?
Devo dire che ha avuto un ottimo riscontro da un punto di vista di ascolto. Insieme al produttore siamo molto soddisfatti di questo. Quindi grazie a tutti coloro che l’hanno ascoltato e che hanno creduto a questo progetto. Felice anche perché attraverso la scrittura il mio obiettivo è quello di parlare di cose semplici e profonde, in cui tutti possano rincontrarsi.
Mi piace questo tuo pensiero sull’importanza di donare una canzone per dare la possibilità a chi ascolta di rincontrarsi. È un pensiero che condivido molto; in fondo, quando scriviamo, non scriviamo per noi stessi ma per gli altri, e credo che anche nella musica questo aspetto è importante. Filosoficamente, mi sento di dire che ciò ci spiega il perché molte canzoni rimangano nel cuore e non si dimenticano, perché permettono anche di rincontrarsi, come dici tu.
Non ti faccio altre domande, ti faccio i miei complimenti per le tue canzoni, ma anche per la tua meravigliosa maturità. Un caro saluto e un grande in bocca al lupo, per tutto. Grazie.
Giuseppe Sanfilippo