Il teatro, lo spettacolo dal vivo, la relazione tra il pubblico e gli artisti, le emozioni che solo la performance vissuta “in presenza”, termine abusato e già insopportabile dopo un anno di clausure, può garantire. Tutto paralizzato, impossibilitato ad essere se stesso per provvedimenti forse necessari a frenare la maledetta pandemia, sicuramente discutibili nei modi e nei tempi. Ma c’è chi dice no, c’è chi rivendica la possibilità di continuare ad esistere e ad urlare a chi si sta ingrigendo davanti ad uno schermo in casa che ci si può ancora emozionare dal vivo, in un modo insolito a causa della situazione che stiamo vivendo, che c’è chi offre spettacolo ed emozioni in pillole, carezze d’arte senza contatto fisico ma da vicino, che si lascia sbirciare dal foro di una porta per un’esperienza intima che in un periodo come questo diventa rivoluzionaria. Emanuela Zura Puntaroni, nel suo spazio Kosmos e Kaos Arte, nel centro di Albano Laziale, è l’artista che ha ideato questo format, Lo sguardo oltre, preziose pillole d’arte da godere in pochi minuti, direttamente dalla strada, senza contravvenire alle momentanee regole. Teatro, danza, musica, arti visive. Piccole boccate d’ossigeno per l’anima.
Emanuela, lo spazio che gestisci, Kosmos e Kaos Arte, è un’autentica oasi artistica nel centro di Albano Laziale. Indipendentemente dalla pandemia che ha paralizzato da più di un anno il settore dello spettacolo dal vivo, quali sono le difficoltà gestionali di una realtà come la tua?
Le difficoltà sono nella gestione stessa dello spazio, nelle spese reali che incidono profondamente su una realtà che attualmente non può operare. Con le associazioni che inevitabilmente sono dovute passare al terzo settore come se facessero commercio, è iniziata una mattanza nel mondo associativo. Le piccole associazioni hanno chiuso, e, in qualche modo cercano nuove soluzioni.
Come artista, hai fatto il percorso inverso rispetto a quello che si fa solitamente. Mi hai detto che il tuo è partito “dalle poltrone rosse” per approdare a un teatro essenziale, povero, a un’arte di strada. Raccontaci questa scelta.
La scelta è stata dettata dalla necessità di ritrovare un legame con lo spettatore, in forma più intima, essenziale, come ci insegna il Maestro Grotowski “eliminare gradualmente il superfluo”. Aldilà delle pareti, il teatro è dove noi decidiamo che sia. Non voglio dire che il Teatro inteso come struttura non sia giustificato, ma credo che bisogna farlo rinascere tra la gente, nei luoghi che ci possano sembrare non appropriati e questo periodo che stiamo vivendo è l’occasione giusta per riscoprire le emozioni con il pubblico, con i luoghi che viviamo, portando le arti.
In piena paralisi pandemica, hai avuto l’idea coraggiosa di proporre spettacolo dal vivo in una maniera insolita, che potesse recuperare in qualche modo le emozioni del rapporto tra artista e pubblico. Nasce Lo sguardo oltre.
Si una scelta coraggiosa, nata a febbraio 2020, quando si cominciavano ad avere notizie del covid. Il mio primo pensiero è stato subito immaginare di non potere, come artista, relazionarmi con il pubblico, con la gente nelle vie, nelle piazze. Non poter lavorare! Quindi ho ripensato a quando ero bambina, prendevo una scatola delle scarpe e praticavo dei fori, dove facevo passare la luce con una torcia e dentro la scatola mettevo dei pupazzetti di carta. Da un foro più grande io sbirciavo dentro, e inventavo storie, Così, mi sono detta, perché non fare la stessa cosa con il mio spazio? Osservando le botteghe con la gente fuori in fila composta, ho capito che anche io avrei potuto fare la stessa cosa. Ho creato una porta, senza maniglia, ma con un grande occhio dove uno spettatore per volta potesse sbirciare dentro e assistere a pillole d’arte dal vivo di pochi minuti. Ed è nato Lo Sguardo Oltre. La stessa esperienza l’ho pensata anche per i bambini, con un grosso buco della serratura realizzato sulla porta, in questo caso più decorata, chiamandolo Il Giardino Segreto.
Come ha reagito la gente che ha usufruito di questa opportunità? E cosa ti hanno detto gli artisti che erano dall’altra parte dell’occhio magico? Tu stessa sarai protagonista di una di queste pillole d’arte.
Le persone inizialmente non avevano compreso la modalità, perché ormai persuase che lo spettacolo dal vivo non si potesse fare, ma poi c’è stata una reazione importante a livello emozionale, nella percezione dello spazio allestito scenicamente e delle dimensioni assunte attraverso “l’occhio”. Anche gli artisti hanno riscontrato una forza emozionale importante dovuta a questa intimità che inevitabilmente si crea, uno spettatore un artista, complici, per dar nuova luce insieme alla scena. Si, anche io sarò protagonista con un mio pezzo scritto qualche anno fa e che, dovendo essere appunto pillola, ho dovuto reinventare, Intimo Tango, un pezzo non solo recitato ma anche danzato.
Quando il Lazio è diventato zona rossa hai dovuto interrompere questa straordinaria esperienza, che immagino riprenderai non appena possibile.
Avevamo iniziato la programmazione a marzo, poi purtroppo abbiamo dovuto interrompere, ma riprenderemo il 10 aprile sia per gli adulti che per i bambini. Con l’augurio di proseguire fino al prossimo inverno.
Sinceramente, cosa pensi dello streaming applicato al teatro e come immagini sarà la ripresa dopo un tempo lunghissimo in cui la gente si è assuefatta al divano di casa?
Lo streaming lo trovo pessimo, non può sostituire lo spettacolo dal vivo. Comprendo la necessità di dar voce all’arte, ma ritengo che proporre interi spettacoli sia deleterio. Un conto sono i video promo che son sempre esistiti ma interi spettacoli no, sono fermamente contraria, per questo esiste la televisione che potrebbe fare una programmazione seria. Così facendo, perchè la gente dovrebbe ritornare nei luoghi come teatro, piazze, spazi culturali, a vedere spettacoli, avendo tutto a portata di un click?! L’assuefazione è già iniziata, dobbiamo fare in modo che la gente riprenda coscienza che lo spettacolo dal vivo si può fare, si deve fare, si fa con tutte le accortezze.
Emanuela, pensi che il teatro possa morire davvero, o forse necessita di un nuovo modo di proporsi, soprattutto alle nuove generazioni?
No, non ci credo che possa morire, ma dobbiamo fare in modo con forza e coraggio di riformularlo, che sia più accessibile, che ritrovi le modalità per comunicare con le nuove generazioni sopraffatte da un “click”. Ricominciare dalla strada!
Paolo Leone
Kosmos e Kaos Arte si trova ad Albano Laziale, in Via della Rotonda 21. Per informazioni, pagine FB: Emanuela Zura Puntaroni performance in stile e Teatrino di Emy