Artefici del proprio destino ai tempi del Covid

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Sono stanca, veramente stanca, di fare la guerra a ciò che ritengo sia parte integrante della vita, come virus, batteri e ospiti in(desiderati). La mia scelta non è quella di combattere gli infiniti microorganismi che entrano ed escono da me, ma quella di farmi trovare adeguatamente preparata a riceverli e ospitarli per tutto il tempo che serve ad integrarli. Mi spiego meglio, soprattutto per chi fosse pronto a tagliarmi la testa, io scelgo di prendermi cura delle mie difese naturali, affinché siano capaci di intervenire in caso di necessità. È fortemente discutibile pensare che la soluzione sia la guerra, la guerra porta con sé morte e distruzione, la storia ce lo conferma, e quando si tratta di nemici invisilbili come virus o batteri, il rischio di strage è altissimo. A parer mio, si tratta appunto di un parere, tra le tante voci in un sistema spero ancora democratico, bisognerebbe concentrarsi di più sulla nostra capacità di essere parte della soluzione, cioè ogni essere umano ha la responsabilità di occuparsi del proprio terreno biologico affinché nessun agente patogeno risulti particolarmente nocivo per esso. La minaccia più grande per l’umanità è vivere con la pretesa di non morire, o di far si che ciò avvenga in tardissima età, di vivere vedendo nell’altro il pericolo da eliminare, di chiudersi dentro un sistema di improbabili certezze scientifiche che ci allontanano dal nostro intuito, di accomodarsi dentro dogmi che non tengono conto della nostra intelligenza emotiva e spirituale, di cadere nella trappola di idee separative e poco inclini a valutare l’uomo nella sua complessità. Questo per me non è vivere, è essere morti ancor prima di morire. Ecco perché sono stanca, stanca di dare forza alla paura, voglio ritornare a vivere correndo il rischio di farlo, sapendo che in quel rischio c’è la scelta di lasciare questa forma come completamento di un ciclo naturale. Sicuramente non tutti la penseranno come me, lo rispetto, credo che la libertà di esprimersi debba essere legittimata, accogliere le molteplici visioni ci ha reso esseri umani migliori non lo dimentichiamo, soprattutto per chi ha sacrificato se stesso/a diventando pioniere di una nuova umanità. Il mio anelito, oggi, non è quello di sottovalutare la drammaticità di ciò che ci sta accadendo, ma quello di sottolineare che ogni essere umano può decidere di soccombere e diventare vittima di una battaglia senza precedenti o risorgere e scoprire di avere, dentro di sé tutte le risorse per affrontare anche situazioni ad alto rischio.

Fiorinda Pedone

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