“Gas”: Intervista a Frank Meta

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Oggi intervisto Francesco Meta, in arte Frank Meta. Frank nasce a Cassino (FR) il 19 maggio del 1993. Egli si è avvicinato alla musica da ragazzino, nel giorno del suo onomastico (il 4 ottobre), quando gli viene regalata una chitarra elettrica. Il feeling con lo strumento fu immediato e Frank venne così catapultato nel mondo musicale. Nel 2006 inizia a formare i primi gruppi musicali, spaziando in vari generi musicali, dal rock al metal. Crescendo i gusti e le influenze musicali cambiano, e dopo tante delusioni decide di fare propria la musica d’autore, intraprendendo il percorso di cantante nel 2012.Nel 2015 inizia ad avvicinarsi al rap e decide di buttarsi nell’autoproduzione, che inizia a percorrere seriamente solo nel 2017, affinando la tecnica negli gli anni. Dal 2017 in poi, Frank si dedica principalmente al producer, lavorando con alcuni autori di Warner e Universal e per Mogol. Nel 2020 si trasferisce a Milano per sviluppare ancora di più le sue potenzialità e per risorgere come artista soprattutto, nella città che tanto ha sognato. Produce Alessio Bernabei e inizia la collaborazione anche con la rapper Comagatte, sempre in qualità di produttore. Pubblica Dobermann e Gas, i suoi ultimi singoli da indipendente.

Ciao Frank, bentrovato al Corriere dello spettacolo. “Gas” – di cui ti faccio i miei complimenti – è il tuo ultimo singolo che hai lanciato, mi racconti questo pezzo?

Come ho detto a dei tuoi colleghi “Gas” è un pezzo a cui ho lavorato la scorsa estate. È un pezzo che arriva dopo un lungo periodo di collaborazioni e che mi vede tornare in pista da solo, in un momento in cui sono molto carico di ripartire, andare a tutto gas.

Com’è il tuo rapporto con la scrittura e come è nato il tuo rapporto con il rap?

Il rapporto con la scrittura è un rapporto molto spontaneo, non c’è nulla di pensato né costruito. C’è tutto quello che sento e vivo. Artisticamente ho sperimentato tanti generi musicali, ma il rap l’ho sentito particolarmente mio, con esso ritrovo la mia identità espressiva.

Hai una voglia di musica irrefrenabile, hai il progetto di fare un album?

Ti dico di sì, è un sogno, ma devo giungere al momento giusto in cui sento di farlo, anche perché l’album è la consacrazione di un artista e quindi deve arrivare nel momento in cui senti di farlo. Per il momento, ti dico che ci saranno altre uscite.

È rimaniamo proprio in attesa di ascoltare altri brani, ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato. Un caro saluto.

Giuseppe Sanfilippo

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