Corriere dello Spettacolo

Marcello Romeo e “Zattera di sale”, una storia che si ripete

Con “Zattera di sale”, dopo l’anteprima esclusiva video su Sky Tg24 e l’uscita in radio e su YouTube dal 2 aprile, https://youtu.be/62WhlFmnRnA, Marcello Romeo si fa portavoce di una vicenda drammatica e tristemente attuale: quella di tanti che affidano la propria vita ed il proprio futuro al mare, andando spesso incontro ad un destino tragico.

Accompagnato da un video estremamente evocativo ed incisivo, ideato e realizzato da Milo Barbieri, il brano è stato registrato in PMS e arrangiato da Raffaele Montanari ed è estratto dall’album “Dolce Amaro”, uscito lo scorso 10 Febbraio e composto da 12 brani.

Ne parliamo con Marcello stesso, per conoscerne meglio la storia…

Come è nato il brano “Zattera di sale”?

Guardando “La zattera della Medusa”, un dipinto ad olio di Theodore Gericault, del 1818 che si trova al Louvre. In esso è raccontata la vicenda avvenuta successivamente al naufragio di una fregata francese, davanti alle coste africane della Mauritania, dove 150 persone salirono su una zattera di fortuna di 20 metri. Solo 15 di loro si salvarono, ma quello che successe su quella zattera in quei maledetti giorni è inenarrabile: si creò un clima di violenza e sopraffazione, dal cannibalismo per fame alla morte in mare per disperazione. Ho visto troppe analogie con quello che sta succedendo ancora oggi, 200 anni dopo, ed ho sentito l’obbligo di non trascurare questa realtà, la strage silenziosa delle migliaia e migliaia di vite perse nel mare.

Come si traduce nel video questa riflessione?

Grazie a Milo Barbieri, al nostro confronto sul tema e sul testo della canzone, l’attenzione viene carpita con delle figurine di carta, fragili per eccellenza, e ci si sofferma a riflettere sulla precarietà e fragilità di queste vite.

Ti occupi anche di spettacoli teatrali. Come ti sei approcciato a questa esperienza?

I primi palchi di teatro sono stati per me quelli dei musical/recital da giovanissimo, dove mi occupavo soprattutto della parte musicale. Poi sono intervenuto in situazioni tipo convention di aziende e quindi intrattenimento che va oltre la musica live, inserendo contenuti anche di sketch . Infine, nel 2014 , il rientro alla musica dopo un letargo lunghissimo (smisi di suonare nel 1990) , grazie all’incontro con Nino Campisi ed il Teatro di Lucio (parlo del Teatro del Navile, sotto casa di Dalla), e l’inizio della mia avventura di musica in teatro, nel posto voluto da Nino e Lucio, “un posto così essenziale, perché qui si può sperimentare, osare e fare ritorno alla musica acustica vera”, per usare le stesse parole di Dalla. E qui è nato il format “Cuore di Vinile”, con le tantissime puntate, più di cento, dal 2014 ad oggi, ospitando cantautori emergenti . Voglio citare i miei compagni di viaggio in questa avventura, che sono la giovanissima Chiara Bincoletto , voce straordinaria nel panorama italiano, ed i cantautori Marco Belluzzo di Bovolone (VR) e GianLuca Naldi (BO) e naturalmente il direttore del Teatro del Navile, Nino Campisi.

Che progetti hai per il futuro?

Continuare a scrivere per me e per gli altri, continuare un lavoro di scouting sui giovani cantautori e cantautrici, non smettere di cercare spazi e farsi spazio in questo mondo di radio, TV, teatri, piazze che di spazi, effettivamente, ne offre pochissimi ai giovani cantautori emergenti.

 

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