Euristica sportiva contemporanea: il calcio femminile secondo Stefano Massini (Ladies Football Club).
Al Piccolo Teatro di Milano, dal al
Siamo al Piccolo Teatro Studio. Fuori e dentro il teatro incombe ancora la pandemia da Covid19. E sullo sfondo della Prima Guerra Mondiale, lo spettacolo nasce a metà tra la storia e la leggenda dei primi clubs di calcio al femminile. Il nostro è a Sheffield. Ci sarà un picco di emozioni che ci porterà ad Hillsborough, nello stadio cittadino. Ma la storia finisce a Stamford Bridge, a Londra, a guerra finita, e con la guerra finisce anche l’avventura del Ladies Football Club. I maschi si riprendono tutto, anche gli insulti.
Loro sono delle operaie. Operaie che coi mariti impegnati a tirarsele di santa ragione in guerra, svolgono i lavori di fabbrica dei mariti, e in questo caso costruiscono le munizioni di supporto ai loro uomini.
Lo spazio all’interno della fabbrica e la comparsa di una misteriosa palla, rivelatasi essere una bomba in seguito, sono gli elementi costitutivi di una rivelazione quasi mistica.
Improvvisamente undici donne scoprono che il calcio è un elemento salvifico. Un insieme di gesti catartici dal valore profondamente euristico. Improvvisamente undici donne si mettono a giocare a calcio e fondano una società sportiva.
Nella squadra di calcio ciascuna donna scopre o rivive parte della propria cronologia anagrafica; rivive dettagli macroscopici della propria essenza, del proprio essere, del proprio carattere specifico. Tra di loro ciascun ruolo è distribuito seguendo una delicata proporzione più sociological che esistenziale, laddove l’esistenzialismo più estremo si coagula nell’intimo dei singoli gesti sportivi.
Tutta la faccenda del calcio femminile degli esordi viene quindi rivista e riletta alla luce dei più grandi convulsioni del pensiero suo contemporaneo che in questo caso sono l’entrata in scena degli USA negli affari europei, con l’entrata in guerra degli americani, e la nascita dell’URSS, di fatto praticamente contemporanea.
Nello specifico Maria Paiato ci racconta con rara abilità un libro di Massini del 19, omonimo della play che ha poi generato e ispirato. Di per sè stesso, poi, il libro è verosimilmente stato concepito sulla falsa riga di Fever Pitch, la bibbia e il manuale di chiunque oggi si occupa di raccontarci il calcio con le più belle parole di sempre.
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