“Il padre” è una pièce nata dalla creatività del famoso scrittore transalpino Florian Zeller e portato in scena in Italia da due maestri dell’arte attoriale come Lucrezia Lante Della Rovere ed Alessandro Haber. I due grandi del palcoscenico interpretano nel migliore dei modi la complessità del testo che pur trattando un tema altamente drammatico non nasconde risvolti malinconicamente ironici. La trama: Andrea (Alessandro Haber) è un pensionato che nonostante la sua veneranda età ha ancora molteplici interessi. Purtroppo in questi ultimi tempi una inesorabile malattia si sta a poco a poco impadronendo della sua mente, il morbo di Alzheimer. Sua figlia Anna (Lucrezia Lante Della Rovere) è molto legata a lui. Il grande amore della figlia verso il padre la porta a proporre al genitore di trasferirsi nell’appartamento che condivide con il marito. Andrea accetta di trasferirsi, ma da subito le cose non si mettono nel migliore dei modi. Il padre è un essere che vive in un mondo troppo irrazionale. L’inesorabile degenerazione della sua malattia getta nello sconforto i familiari. Ben presto per il povero Andrea tutto scompare e per lui non esistono più legami, ricordi, felicità ed affetti. La sua perdita di autonomia costringe Anna a prendere nei confronti del genitore decisioni dolorose che vanno contro i suoi principi e la sua volontà.
Alessandro Haber commenta in questo modo la drammaturgia:
«Ho sempre cercato di fare scelte che avessero una forza, un valore, un senso, un’etica, che facciano pensare, riflettere, emozionare. E Il Padre va esattamente in questa direzione, tanto più che la trovata geniale dell’autore è quella di mettere gli spettatori nella testa di Andrea, il protagonista malato di Alzheimer, facendogli vivere tutte le sue confuse visioni, le lucide follie, gli smarrimenti e i bisogni»
Ne “Il padre”: Florian Zeller con grande abilità riesce a far vivere allo spettatore che si identifica in Andrea il suo doloroso percorso analitico e le sue reali contraddizioni. Sul palco ottimamente si avvicendano David Sebasti, Ilaria Genatiempo, Riccardo Floris e Daniela Scarlatti. Tutti affiancano i due mattatori Alessandro Haber e Lucrezia Lande Della Rovere che con grande maestria capitalizzano l’attenzione del pubblico attento. Eccellente è la regia di Piero Maccarinelli che ne ha curato magnificamente sia l’adattamento che la traduzione. Lo spettacolo di Maccarinelli è di una realtà impressionante, una grande drammaturgia che visto l’attualità del tema è sicuramente da non perdere.
Giuliano Angeletti