“Alfredino. L’Italia in fondo al pozzo” al teatro Elfo-Puccini

Data:

Al teatro Elfo-Puccini di Milano dal 21 al 25 giugno 2021

Quando un fatto di cronaca diventa Arte riesce ad andare oltre il tempo. Ed è’ appunto ciò che abbiamo constatato assistendo allo spettacolo scritto e interpretato da Fabio Banfo per la regia di Serena Piazza.
Conosciamo più o meno tutti il fatto di cronaca che risale al 1981. Un bambino, Alfredino, di appena sei anni, precipita in un pozzo stretto e profondo ottanta metri e, per salvarlo, si mobilitano: autorità, televisioni, giornali.. mentre l’Italia resta incollata al video per tre giorni con il fiato sospeso, nell’attesa di poter veder riemergere il bambino al collo di un soccorritore.. ma il bambino non riemergerà, morirà lentamente nel buio e nel fango di quel pozzo maledetto.
I decenni passano e l’Italia dimentica, altre tragedie avanzano. Ma non dimentica Fabio Banfo che, all’epoca, aveva la stessa età di Alfredino e guardava, come lui, Mazinga e Goldrake in tv.
Fabio è ora diventato un esperto attore e commediografo ma quell’antica storia continua a mulinargli nella mente e si domanda, ora come allora: e se quel bambino fossi stato io? E se per ben tre giorni avessi agonizzato in fondo ad un pozzo al buio e nel fango? Come uscire da quest’incubo ricorrente? Ed ecco che il teatro gli viene in aiuto. Uno strepitoso Banfo inizia così a rivivere e a far rivivere sul palcoscenico quella sua lontana e traumatica esperienza di bambino-spettatore. E accade che, grazie alla sapiente regia di una giovane Serena Piazza e ad una scenografia tanto essenziale quanto evocativa, noi spettatori assistiamo, in un susseguirsi ritmico di abbattimento della quarta parete e di rientro in scena, all’azione di personaggi come: il gruista, l’ambulante, il generoso volontario Angelo, il giornalista, il complottista, il presidente Pertini…, tutti interpretati dallo stesso Banfo. Mentre la storia si dipana senza indulgere in patetismi, noi in platea restiamo affascinati come quando, rivedendo per l’ennesima volta l’Otello di Shakespeare, ci emozioniamo e speriamo fino alla fine che l’implacabile Moro non uccida l’inncente Desdemona.
E’ questo il vero miracolo di cui può essere capace il teatro quando diventa autentica espressione artistica. Uno spettacolo da non perdere.

Ombretta De Biase

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