Corriere dello Spettacolo

The land’s art

Immaginate la terra come una tela e una formichina di nome “uomo” che la decora come se a doverla vedere fosse Dio dall’alto.
Organizzare piante e fiori, solcare la terra con aratri e pali, magari elaborare fonti d’acqua per creare movimento ad un disegno che si potrebbe veramente apprezzare soltanto da una certa altezza.

Immaginate uno spazio tra montagne innevate sufficientemente piano per usarlo come sfondo e dove lavorare solcando la neve quando la bufera non c’è.
Che opera stupendamente effimera!
Lavorare sulla neve è come creare un castello di sabbia su una battigia.
La prima onda un pó più audace e il castello si dissolve.
Con la neve è lo stesso.
Una nevicata ed un’opera creata in diverse ore di inventiva, organizzazione e sacrificio se ne va per sempre.

La sabbia, la sabbia.
Appunto, la sabbia!
C’è chi per dare sfogo alla propria creatività non si accontenta di un’opera di dimensioni contenute su una spiaggia ma utilizza decine di metri quadri per creare figure complesse accettando che vengano cancellate dal mare da un momento all’altro.
Ma che ci vuoi fare!?
L’ impulso d’arte è un’espressione che va incoraggiata in qualunque forma, anche temporalmente limitata.

In fondo, a pensarci bene, la land’ s art ha origini antiche, quasi ancestrali.
Inca, Maya, Celti e tanti altri popoli dell’antichità si sono espressi nella realizzazione di figure anche complesse non pienamente apprezzabili se non dall’alto.

L’ arte è, innanzitutto, una forma d’espressione ed è antica quanto l’ uomo.
Non c’è da meravigliarsi se non della vastità delle risorse creative dell’uomo.
In grande, in piccolo.
Ieri come oggi.
Artisti.

ROViRO’

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