La poetica di Giuliano Bazzini parte dall’intimo. È impossibile leggere le sue opere attraverso aspetti accademici, per un Artista completamente autodidatta, che prima di scoprire il suo dono, che gli consente di esercitare sia attraverso la scultura che la pittura (e anche attraverso la musica, dato che Bazzini suona il pianoforte) aveva sperimentato l’Arte dell’assemblaggio attraverso il suo mestiere, quello di meccanico, attività che certamente l’ha aiutato nell’apprendere la scultura, fatta di fusioni e lavori manuali.
In questo senso direi allora che l’Arte di Giuliano Bazzini è l’Arte dell’inconscio. Lui crea attraverso l’inconscio, facendolo in modo ispirato, ma anche consapevole, facendo capire l’alta comprensione che possiede della vita, allo stesso tempo tanto difficile, ma anche tanto appagante.
Che le sue figure siano animali o uomini, presenze spettrali, sempre questa energia avvertiamo all’interno del nostro cuore, agitando in noi un inquietante e pungente spleen, che ci mette in contatto con un qualcosa di extra-umano. Proprio così: Bazzini parla alle nostre anime attraverso impulsi quasi divini, atavici, primordiali. L’Artista si è scavato dentro e porta a noi le sue scoperte, sempre create attraverso una misteriosa guida che gli permette di dare vita a lavori di intensità estrema.
Stefano Duranti Poccetti