Corriere dello Spettacolo

Dal 24 settembre è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming “UNSTABLE” (Irma Records), brano che anticipa e dà il titolo al prossimo album dei LOSTINWHITE

UNSTABLE”, nuovo brano dei LOSTINWHITE, parla in modalità super-energetica dello stato d’animo altalenante tra il senso di liberazione e la malinconia dopo la rottura di una storia d’amore. Lo fa con una sonorità jazz-funk a bpm elevati e con un ritornello che allenta la tensione quando la/il protagonista percepisce la libertà e il futuro. Il bridge con venature disco-funk incalza invece i dubbi e la paura del nuovo.

«“Unstable” è la titletrack dellalbum che presto pubblicheremo sempre per Irma Records – spiega la band a proposito della nuova release – Per noi è un pezzo importante, perché è quello più “energetico” e forse più rappresentativo di ciò che intendiamo per Lostinwhite Groove”. Quando lo abbiamo suonato le prime volte dal vivo, abbiamo capito, grazie al pubblico, che sarebbe stato il nostro” singolo. Ci aspettiamo che Unstable” possa appassionare anche i non abituali frequentatori della nostra nicchia di ascoltatori».

Ecco cosa ci hanno raccontato di più.

Come nasce la vostra collaborazione con Irma Records?

Quando Victoria Leoni ha sentito i pezzi dell’album che stavamo lavorando ha deciso che eravamo pronti per portare il materiale a Umberto Damiani, uno dei fondatori e A&R di Irma Records. La reazione è stata immediata: ci è stato raccontato che la frase è stata più o meno “lIrma Records può essere la casa per i Lostinwhite”. E’ stato come camminare sulle acque; io personalmente ho “consumato” tantissima musica di Irma.

Come nasce invece la vostra formazione come Lostinwhite?

Ho cominciato a costruire il progetto Lostinwhite nel 2013; volevo fare qualcosa di mio dopo tanto lavoro nei progetti altrui e nell’insegnamento. Nel primo disco On The Rhodes, uscito nel 2015, ho invitato tanti colleghi diversi a suonare e cantare. Poi, nel formare la band per il live, pian piano si è delineata la formazione attuale, un po’ con un meccanismo di “attrazione”, e in parte tramite la scoperta del precoce e abbondante talento di Sofia Anessi, la voce dei Lostinwhite. Il filo rosso che ci unisce passa anche per la didattica: il sassofonista Angelo Peli è stato mio insegnante, Andrea Fazzi (chitarra) è stato mio allievo, Sofia è stata “scoperta” nella scuola dove insegno insieme ad Arki Buelli (batteria e sound engineering) e Roberto Gherlone (basso).

In che modo vi ha influenzato la black music?

Per quasi tutti noi l’influenza della black music è stata sostanzialmente totalizzante. Non che ci occupiamo solo di quella, ma bene o male i nostri riferimenti vanno dal blues al jazz, dal Soul all’acid-jazz, dalla dance alla fusion. I due componenti più giovani (Sofia e Andrea) hanno anche maggiori influenze pop-rock, e questo contribuisce alla contaminazione, che è sempre la base ed il principio portante dei progetti di black music.

Quanto è importante la dimensione live per una band? E per voi? Cosa pensate di quelle band che esistono solo in teoria, e usano le basi dal vivo?

Per una formazione come i Lostinwhite il live è la dimensione privilegiata. L’impatto di una band di sei persone che cantano e suonano strumenti “veri” è piuttosto raro, e quindi per noi il concerto dal vivo è essenziale per affermare il nostro sound e trasmettere la nostra energia.

L’utilizzo di basi dal vivo ha due dimensioni: quella di necessità (i budget non permettono di portare sul palco troppe persone; noi stessi usiamo qualche sequenza di fiati e percussioni) e quella stilistica (la musica fatta di soli loop ed elettronica); non sta a noi dare giudizi..ma a volte ci sono degli eccessi che offrono al pubblico esibizioni un po’…plasticose ed emotivamente piatte.

Come state in questo momento? Come avete vissuto il periodo della pandemia?

Dal punto di vista produttivo siamo galvanizzati dal nuovo materiale, ma in parte il morale è basso per la difficoltà di suonare dal vivo. Ormai sei persone sul palco sono tantissime e le location che possono ospitarci (festival, piazze, club) sono ancora in evidente dificoltà. Ma ci stiamo lavorando.

Morgana Grancia

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