Assonanze: il racconto di un disco – The Psych-Funk of Black Merda, Black Merda, 2006
Il nucleo originario aveva suonato sotto il nome di The Soul Agents, assieme ad Edwin Starr, l’autore della bellissima War, cantata poi da Bruce Springsteen, resa celebre nel favoloso cofanetto quintuplo. Loro sono i Black Merda, che vuol dire black murder. Nel 2006 esce un disco celebrativo: The Psych Funk Of Black Merda. Vediamo di cosa si tratta.
Il lavoro è disponibile per lo streaming su Tidal. L’ascolto è pregevole. Loro sono incantevoli. La musica è uno sballo. War di Edwin Starr è stato il loro primo grandissimo lavoro. Il primo loro disco però non c’è su Tidal – su Amazon Music c’è The Folks From Mother’s Mixer che raccoglie i primi due albums.
Il lavoro si apre con quello che verosimilmente è un loro anthem: Cynthy Ruth, ma in una versione diversa da quella pubblicata sul disco d’esordio – comunque, dal 2007, una della migliori cento canzoni uscite da Detroit.
Il disco contiene anche il singolo Foxy Lady, cover di Jimi Hendrix, dei tempi dei The Soul Agents.
Si sono perfettamente inseriti nel contesto che gli è proprio, loro contemporaneo. Loro sono di Detroit, infatti. In qualche misura la Motown è molto più di un’ombra. È una storia da riconsiderare per il nuovo genere di black music – è il funky, man!
Con l’esclusione del postumo Mary Don’t Take Me On No Bad Trip, da cui sono usciti tre saggi distribuiti come singoli, e di due raccolte di cui una è oggetto della nostra discussione, in totale i Black Merda hanno inciso quattro dischi: due negli anni settanta e due in questo nostro terzo millennio.
Tornando al lavoro in questione, notiamo che si compone dei seguenti brani: Cinthy-Ruth, People Let Me Know, Foxy Lady, Got Me Running, As Sisters And Brothers, We’ve Got The Power, Reality, Darn Well, Foxy Lady (Instrumental), Do Nothing Wrong, The Original Man.
Si tratta di un disco di rarities. Un puntino sulla i di un gruppo esagerato. Che cerca di sottolineare le radici fondamentalmente nere di certi ritmi, di certe acrobazie strumentali, e di certi fraseggi musicali che caratterizzarono in qualche misura gli anni settanta.
Tecnicamente non si tratta di roba uscita tutta coi Black Merda. Il disco ripercorre in maniera molto accademica i presupposti, anche, dei Black Merda, le origini. E ci consegna tra le mani un gioiello esegetico di gente troppo poco conosciuta.
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