One banana, two banana, three banana, four, pronti, via, si comincia. E se avessi potuto, sarei andato su ad Amsterdam, da Baskin Robbins, una gelateria americana. Avrei preso un banana split. Io non ho mai mangiato il banana split. Ma oggi ce lo serve Louis Prima, King Louis, the jungle V.I.P., come in The Jungle Book – forte perché quando dice “fatti due banane” con le dita indica il numero tre…ma è un orango, fa niente, capisce poco, è un film Disney del 67. La voce è comunque di Louis Prima (I wan’na Be Like You) con Phil Harris nei panni, diciamo così, dell’orso Baloo. Il brano accompagna le nostre due bestie quando vanno a liberare the man cub rapito dalle scimmie che vogliono estorcergli il segreto del fuoco.
Nel disco c’è anche Whistle Stop ma non è quella del Robin Hood Disney, quella è di Roger Miller, quello della gloriosa Old Toy Trains, poi rivista da Sonic Boom.
Al Blue Note Milano, almeno fino a quando riuscivo a frequentarlo, c’è un live act inglese che in qualche misura si rifà all’istrionico Louis Prima. Lui è Ray Gelato. E lo swing è la base di ogni sua esibizione fondamentalmente.
Louis Prima, dicevamo. Louis Prima è stato un mago della scena musicale americana dagli anni cinquanta fino all’inizio degli anni settanta. Un ventennio in cui il portavoce di uno dei balli popolari più celebri della nostra storia recente, lo swing appunto, si è comodamente seduto sul successo delle sue interpretazioni raccolte con dovizia nella compilation The Wildest che di Louis Prima racconta di fatto la storia musicale.
The Wildest esce a fine anni cinquanta e raccoglie i frutti del suo lavoro glorioso. Queste le canzoni in programma nella versione ristampata dalla Blue Note nel 2002 – Just a Gigolo / I Ain’t Got Nobody (and Nobody Cares for Me), (Nothing’s Too Good) For My Baby, The Lip, Body and Soul, Oh Marie, Basin Street Blues / When It’s Sleepy Time Down South, Jump, Jive, an’ Wail, Buona Sera, Night Train, (I’ll Be Glad When You’re Dead) You Rascal You, Five Months, Two Weeks, Two Days, Banana Split for My Baby, Whistle Stop, Be Mine (Little Baby). Well….but I’m tired of my self and all of my creations. Won’t you come see me Queen Jane? (Bob Dylan, 1965). Si, forse dovrei essere più drastico.
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