Si pubblicano a seguire le liriche della seconda classificata al nostro Premio Gabriella Paci.
Forse è solo la pioggia
Nel camino dei sogni oramai
non arde più la fiamma:
resta solo qualche pugno di cenere
a ricordo dei giorni bruciati
alla ricerca di un senso al cammino.
È cippo caldo di occasioni perdute,
risposte mancate, sogni non spesi
quello che resta nella scintilla
che balugina ma che non scalda
il buio della notte che avanza.
Resta il grigio che scende nel cuore
e negli occhi dove hanno posto
aghi di pianto e di rimpianto…
o forse è solo la pioggia triste
in questo giorno d’inverno senza colore
a spegnere anche una sillaba di luce.
18 marzo: giorno della memoria Covid
A chi ha superato il confine della vita
senza la tenerezza di un bacio,
abbraccio, carezza vanno queste parole:
siano esse per sempre aiole dove
far fiorire i gesti negati scaldati
dal calore mai spento del ricordo.
Come preghiera sale alle labbra
di ognuno un addio da ricucire
nel vuoto delle mani ma non del cuore
dove non mancano nomi e volti di tanti
che come sabbia sugli occhi bucano
lo sguardo che cerca a terra le radici
antiche che ci ancoravano al tempo.
Sventola lo scampolo dell’oggi
sul pennone della fragilità. Ci sentiamo
un po’ più soli e un po’ più vecchi
nell’accasciarsi della luce sulla notte
di un corteo senza fanfare, solo di bare
clandestine che ha reciso il filo della prospettiva.
Difficile alzare ora gli occhi al cielo
alla ricerca della stella cometa a indicare
la via della speranza con i pesanti passi del dolore.
Calipso: -Infelice, non starmi più a piangere qui, non sciuparti
la vita: ormai di cuore ti lascio partire.-
Cosa resta di una storia d’amore
che ha perduto l’amore?
Restano conficcate parole nella gola
che dure ricavano spigoli d’ombra
e chiudono al vento l’abbraccio con
il cielo. L’imperativo del dolore taglia
l’orizzonte, lascia l’illusione dello spazio
e diventa linea di confine che si staglia
oltre l’albero segato storto, nell’ultima
beffa del taglio. Misura degli occhi è
il cader frale delle foglie che fingono
il volo mentre perdono il ramo e sanno
della discesa senza ritorno.
Ma accade che la storia suggerisca
la lusinga che cura nella culla del
ricordo e torni al tempo del rifugio
e della gemma scaldata dal coraggio
del raggio nascente. Sillaberà allora
ancora l’amore come astro di luce
che ha attraversato il vivere
e lo ha accompagnato nel sogno di Calipso.
Resterà forse allora il profumo del
bosco degli incanti nel disinganno di foglie morte.