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“Viva la vida”: Pamela Villoresi è Frida Kahlo in una toccante danza macabra

Data:

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Sala Bartoli, dal 1° al 5 dicembre 2021

Un’artista dalla vita e dall’anima tormentate, la sua ultima amante e la Morte compongono un’intensa danza, ponendosi reciprocamente in dialogo costante attraverso la parola, la fisicità, il canto e l’immagine.

Pamela Villoresi veste i panni di Frida Kahlo, la magnetica pittrice, espressione incarnata di una terra, il Messico, in cui il dialogo tra gli opposti rappresenta la naturale modalità di reazione alle vicende umane.

La sua interpretazione trasmette il vigore di una donna che ha sfidato con indomabile pervicacia ogni aspetto di un’esistenza segnata soprattutto dal dolore fisico e dal difficile rapporto con il marito, il muralista Diego Rivera, l’esuberante e geniale personaggio della scena artistica e politica del primo Novecento.

Lei non fu certo da meno: rifiutando a un certo punto della sua vita l’etichetta di “surrealista”, espose se stessa in dipinti ardenti, provocatori, autoironici al massimo grado.

L’interpretazione di Pamela Villoresi, di Lavinia Mancusi, cantante dalla voce calda e piena (Chavela Vargas, anche interprete delle adattissime musiche di scena) e della body painter Veronica Bottigliero (la Pelona dal volto artisticamente dipinto come un teschio, che con costanza e premura vigila sulla protagonista).

Vita e Morte sono strettamente intrecciate nella realtà precolombiana, eredità fondamentale anche adesso per i messicani, assieme al retaggio e alle tradizioni portate dai conquistadores, perché di entrambe le culture essi sono eredi.

Come recita la stele in Piazza delle Tre Culture a Città del Messico infatti “Il 13 agosto 1521, eroicamente difesa da Cuauhtémoc, Tlatelolco cadde in potere di Hernán Cortés. Non fu trionfo né sconfitta, fu la dolorosa nascita del popolo meticcio che è il Messico di oggi.”

La pièce, tratta dal vivace testo di Pino Cacucci, scorre inesorabilmente lungo un piano inclinato di cui, in verità, è felicemente difficile cogliere il verso: è  una discesa o una salita?

Tale ambiguità favorisce l’acuirsi dei sensi al punto che, stimolati dalla presenza di tanto rosso in un ambiente tendenzialmente buio, dal corpo dipinto di Frida con citazioni delle sue opere, dalla presenza di specchi che rifrangono luce e immagini, pure il gusto e l’olfatto sembrano essere sollecitati. Ecco che si sognano profumi, si immaginano sapori esotici, si percepisce l’umidità della pioggia, ambiente naturale del dio Tláloc, signore di uno dei tanti Aldilà della cultura azteca.

Frida Kahlo è stata maestra somma nell’esorcizzare, senza far grosse differenze, la presenza della morte e  la sofferenza della vita, affrontando risoluta ogni dolore fisico e interiore e vivendo appieno, quotidianamente preparata alla fine.

Non è facile, per noi occidentali, comprendere appieno un tale approccio alla realtà, ma avere la possibilità di avvicinarvisi è un privilegio di cui essere grati e da cui si potrebbe imparare molto: accettare con serenità la propria memoria, individuale o sociale che sia, offre la possibilità di cogliere in modo più lucido la direzione da percorrere nel tempo presente, preparando così al meglio il proprio futuro.

Perché, in fondo, ciò che conta davvero è capire chi siamo.

Paola Pini

 

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Sala Bartoli
dal 1° al 5 dicembre 2021
Viva la vida
liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Pino Cacucci
progetto, adattamento e regia Gigi Di Luca
con Pamela Villoresi
e con Lavinia Mancusi e Veronica Bottigliero
scene Maria Teresa D’Alessio
costumi Roberta Di Capua, Rosario Martone
luci Nino Annaloro
assistente alla regia Valentina Enea
direttore di scena Sergio Beghi
coordinatore dei servizi tecnici Giuseppe Baiamonte
realizzazione scene Alovisi Attrezzeria
parrucca Rocchetti
in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Napoli: Cattedra di Scenografia – Prof. Luigi Ferrigno e Cattedra di Costume per lo spettacolo – Prof.ssa Zaira de Vincentiis
produzione Teatro Biondo di Palermo

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