“IL MIRACOLO”. FEDE E DISPERAZIONE, PATOLOGIA E N ATALITA’. NELLO STUDIO MEDICO DESIDERIO DI SUICIDIO E DI GENERARE CASTAMENTE

Data:

Fino a domenica alle 18 gennaio 2021 al Teatro Cometa off di Roma

Non sempre capita di recarsi a teatro ed osservare uno spettacolo ricco di tematiche attuali e di logiche differenti risalenti a sponde diverse: da un lato la sociologia ,la ragione e la profonda laicità nichilista, dall’ ’altro la religiosità e la Speranza “ Contra spem naturalem”, la forza della Fede e della Carità di matrice divina .Questo c’è invece piacevolmente occorso l’altra sera allorché alla “Cometa Off” di via L. della Robbia abbiamo assistito alla pièce “Il Miracolo” di Franca De Angelis in cui i due aspetti sopra citati sono stati incarnasti in un serrato confronto dialettico, apertosi poi alle confidenze umane e sincera amicizia, di due protagonisti che hanno interpretato con perfetta aderenza psicologica e religiosa i due personaggi animati  dalle convinzioni differenti esposte. Nel gabinetto sanitario del dottor Sergio, mentre questi  sta scrivendo il messaggio dell’addio al mondo per essere stato distrutto dalla morte del suo compagno di vita che tra l’altro era stato un sacerdote spretatosi,  irrompe fuori orario una suora che a poco a poco svela di essere incinta  con le sue affermazioni, ancora più assurde e grottesche in quanto la consorella sostiene di non avere avuto relazioni sessuali ed essere ancora pura e vergine. Il medico logicamente, non trovandosi di fronte ad una nuova suor Gertrude  de Leyra di manzoniana memoria, rimane allibito, incredulo e sconcertato , oltre a quello che già è per il lutto non elaborato e che lo sta inducendo a distruggersi fisicamente; la spinge ad ulteriori accertamenti medici, dai quali risulterà che lui sta vedendo giusto e che la religiosa soffre di un tumore  all’apparato respiratorio per il quale occorre intervenire subito per salvare la sua esistenza. Oggi come oggi questo sarebbe assai difficile perché i malati di COVID 19 stanno occupando tutti i letti non solo di terapia intensiva, bensì pure degli altri reparto riadattati per cui i i chirurghi stanno lanciando l’allarme del “codice nero” con l’80% dei ricoveri per altre malattie posticipati e le operazioni limitate alle sole urgenti con qualche possibilità di riuscita, tuttavia la suora è in grado di  sapere la verità di fronte alla quale comunque è più preoccupata di portare a compimento la sua gravidanza, che non risulta da nessuna parte ed ecco il motivo del titolo. I loro cuori si aprono e si manifestano reciprocamente, anche se il medico di base è sempre più nervoso e scorbutico con la monaca vestita di grigio in quanto questa non rispetta gli orari e pretende assolutamente di star vivendo la sua presunta condizione e di voler partorire, come se fosse una novella Vergine Maria o se si trattasse di una palingenesi o meglio partenogenesi. Per accattivarsi la simpatia del professionista gli palesa con il cuore in mano, riportando un po’ di spensieratezza e serenità assente dalla turbe psichica depressa ed annichilita del dottore, che il sacerdote era il suo confessore e ciò spinge ad una convivialità più gioiosa e musicale, con  un accenno a virtuosismi coreografici di danza tra loro, tanto che il medico s’esibisce in uno swing da  tip- tap  sul suo tavolino, come fosse una cubista. Si salutano caldamente con un recuperato afflato vitale, specie da parte del sanitario, che alla fine legge un messaggio in cui gli si comunica che la suora ha dato la sua vita per il nascituro ed egli, apprezzando questo nobile gesto di Fede, che sul piano pratico abbiamo quando tante donne  s’immolano e lasciano morire per dare alla luce il frutto del proprio amore con il compagno a cui ne fanno dono, mentre se vi fossero altri figli per il loro bene sarebbe consigliabile l’aborto terapeutico nel caso non si potessero salvare entrambi ,decide di non uccidersi  più, cercando di onorare con la propria vita la memoria, la personalità, l’anima e lo spirito del suo vecchio amante ,capendo dal contatto con la religiosa che l’esistenza è un dono che va oltre il dato materiale e di cui dunque non possiamo disporre a nostro piacimento, dovendo renderne conto a Dio se siamo toccati dalla grazia di percepire ciò con la Fede, magari con quel salto di cui parlò Kierkegaard o con il sapere totale del razionalismo  in Hegel. Insomma” il Miracolo” della monaca si può considerare duplice : uno con il parto senza rapporto carnale e l’altro con il massimo della testimonianza, come tante di quelle persone che poi con i processi di beatificazione e canonizzazione sono state dichiarate beate o sante dal Papa. Questo per non dissertare pure sui miracoli di Fatima e Lourdes ai piedi della Madonna con le piscine mediche per i bagni  sacrali, oggetto poi d’indagine sull’accadimento o meno della soprannaturale  guarigione. A disturbare era ossessivamente la novantatreenne vecchina che continuamente sbagliava il numero di telefono , volendo mettersi in contatto con un’ipotetica Mercedes .Le dava voce P. Bernardini, mentre i due magnifici e persuasivi attori sono stati  Anna Cianca e Galliano Mariani,  diretti dalla fine e misurata regia psicologica di Christian Angeli da cui è partita l’idea del lavoro. Si replica fino a domenica alle 18 alla “Cometa off” in Testaccio.

Giancarlo Lungarini

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