Chi dice Donna dice Danno. Chissà quante volte abbiamo sentito dire questo detto, contro la Donna, magari nei confronti di una madre, di una moglie, di un’amante, per sminuirne il valore e il potere. Non a caso il binomio Donna-Danno lo ritroviamo come anagramma attaccato su una delle famose statue parlanti romane, Pasquino, in riferimento a Donna Olimpia, donna avida e saccente, odiata dal popolo romano, nonché cognata di Papa Innocenzo X, ma dotata di cotanto spirito forte, con un carattere battagliero, ostinato e dominante. In virtù di codeste qualità… beh, chi dice Donna dice danno, ed è vero, perché danno la Vita, il coraggio, la pazienza, la capacità di superare ostacoli e di essere forti, quando tutto e tutti la vorrebbero piegare e sottomettere, relegandola ad un ruolo subordinato. In questo giorno particolare, 8 marzo, noto come “festa della donna”, tantissime donne che cercavano di ottenere attraverso proteste e scioperi, miglioramenti nella loro condizione lavorativa, persero la vita, bruciate vive, in una nota industria tessile di New York. Da allora in poi incomincia la vera riscossa delle donne, inseguendo e raggiungendo ottimi traguardi nell’ottenimento della dignità e dell’indipendenza. Grazie alla loro perseveranza, ad una caparbietà positiva, alla capacità di guardarsi dentro, di affermare la loro individualità, mostrandosi alla pari se non di più nei confronti di una società prettamente fallico-maschilista. Rivolgo a tutte le donne, compresa me, in questo particolare giorno una dedica particolarmente saggia, per incoraggiarci ad andare sempre oltre il superficiale e l’impossibile. Perché a volte dobbiamo ricordarci che meritiamo di più, spezzare imprinting ormai inutili, che dobbiamo osare, elevare il nostro Amore, la nostra autostima, eliminando le nostre paure. Lasciare andare le inutili zavorre, che impediscono alla nostra energia Vitale di innalzarci sempre di più.
Donna, le pulsioni del tempo, l’irrefrenabile voglia di essere capita, amata, vista, ti hanno resa sterile nel manifestare il tuo essere più profondo. Ti hanno voluto esile, grassa, perfetta, silenziosa, pallida, povera, incastonata in un determinato ruolo così da non riconoscerti più. Hai rimosso la tua forza fisica, mentale, la tua femminilità per paura, pudore; ma per fortuna non hai dimenticato, perché arriva sempre il momento per una Donna di guardarsi allo specchio, vedere la parte oscura di sé stessa e penetrarvi dentro e ritrovare il proprio Istinto, messo a tacere da regole, condizionamenti sociali e familiari. Ritroverai, o donna, la tua parte selvaggia, proprio come una lupa, che non ammette regole rigide, che si differenzia dal branco proprio per la sua innata sicurezza con un grande potere decisionale. Non ti distruggeranno più, non sarai più come vogliono loro, non sarai più anestetizzata da ripicche e manipolazioni subdole altrui. Entrerai in quel bosco fitto, a volte pauroso, ma fecondo per la tua nuova immagine, slegata da catene, gabbie claustrofobiche. Ululerai alla luna, forte, lucida, rinata, lontana da vane illusioni, ripristinando il Fuoco che avevi spento per non aver creduto in te stessa. Ritroverai quel coraggio assopito, ti prenderai cura de tuoi pensieri, dei tuoi desideri e darai vita a ad un nuovo ciclo fatto di atti di coraggio, lasciandoti alle spalle scimmie volanti, narcisisti, maschi senza identità. Dal profondo tuo dolore, dallo sradicamento della vecchia pelle, dai pesi che opprimevano la tua anima, sorgerà un certo non so che di magico, una luce sfavillante. Andrai Oltre ogni tua limitazione mentale, basterai a te stessa e solo quel Lupo che avrà percepito il tuo alto valore, la tua femminea eleganza di Cuore, mente e corpo avrà l’onore di camminare a passo felpato con fierezza riverenza al tuo fianco.
Elena Nesci