Nel giro d’una settimana la società artistica manageriale sul piano organizzativo Arthemisia ha aperto la seconda mostra al Palazzo con la splendida loggetta nel centro di Roma, di fronte all’altare della patria realizzato dall’architetto Sacconi nel 1911 e con lo storico balcone del Duce sulla destra , inaugurando l’esposizione di sculture in marmo “The Exhibition” che presenta le opere realizzate dal ciociaro Jacopo Cardillo, nato a Frosinone nel 1987 e che ha già ottenuto un notevole successo artistico ed è assai conosciuto per la competenza e diffusione della sua tecnica sul web ed i “mass- media” attraverso i quali i suoi ascoltatori diventano partecipi della sua creatività. I suoi manufatti sono profondamente tragici e di vario materiale, desunti da diverse fonti d’ispirazione dalla matrice classica a quella dei tempi attuali. Ecco allora la statua d’un anziana Venere nel camerino a specchi protetto da una tendina in cui la dea spogliata delle sue sfolgoranti vesti e della seducente bellezza estetica primigenia si copre da vecchia statuaria anziana pudicamente il pube, mentre fuori l’inizio del percorso museale è segnato da un feto girevole nella sua teca bianca. Le prime creazioni ci rimandano alla rifinitura dei sassi e delle pietre raccolte ai piedi delle Alpi Apuane, come “Memoria di Se’” con una mano dentro il blocco di marmo aperto sul davanti quale quello che ha una testa infantile sul livello superiore e volto giovanile al centro, mentre in “Excalibur” è inciso un kalashnikov di precisione, una delle armi a mano con cui i Russi stanno distruggendo l’Ucraina. Più spirituali ed espressive del suo vivo senso religioso, che cerca di trasmettere, sono tre manufatti di matrice cristiana, a due delle quali è riservata una specifica saletta : la prima per un padre che regge in braccio il giovane figlio biondo deceduto, che si può considerare la metafora laica della “Pietà” di Michelangelo con la Vergine che regge il corpo morto a San Pietro; nella seconda invece c’è un altro ragazzo trapassato “Il Figlio Velato” similmente allo scintillante marmo bianco del Cristo coperto da un velo sfolgorante nella cappella Sansevero a Napoli, dietro le chiese del Gesù e di Santa Chiara. In un altro spazio di rilievo è messo in risalto il mezzo busto dell’emerito papa Benedetto XVI spogliato dei propri paramenti sacri e rimasto con la sola papalina bianca, rappresentato alla guisa d’un comune vecchio con il nome della produzione come “Habemus Hominem”. Jago, come Eduardo De Filippo, prende il via per il suo manufatto dal soggetto che vede e lo rielabora in chiave personale, senza uno spirito d’ emulazione ed affermazione creativa. Non manca il riferimento alla fisicità dell’individuo ed allora ecco la sublime fattura in luccicante marmo bianco delle 30 dimensioni di sistole e diastole che il cuore assume durante un battito, finché il miocardio non s’arresta amaramente e distruttivamente con l’arresto cardiocircolatorio da improvviso, repentino e letale infarto, che qualcuno per attutire il dolore immenso dei congiunti definisce semplicemente un malore. Il manufatto, che occupa il centro d’una sala, si chiama “Apparato circolatorio “ ed è del 2017.Dunque andate a Palazzo Bonaparte fino al 3 Luglio per visitare sia la strepitosa mostra di videoarte di Bill Viola fino al 26 Giugno che questa di straordinaria sfavillante scultura fino al 3 Luglio, al costo complessivo per le due esposizioni di 20 Euro con riduzioni di Legge a 18. In questi tempi terribili un po’ di sana, preziosa, pacifica ed arricchente Cultura serve ed i prezzi per favorirla insieme alla ripresa dettata dal PNRR sono rimasti invariati. Non facciamoci bloccare dalla paura, anche se il COVID 19 è in risalita e siamo esposti al rischio dei profughi, degli immigrati, scarsamente vaccinati!
Giancarlo Lungarini
