Il racconto empatico di uno sguardo differente

Data:

Al Teatro Elfo Puccini di Milano dal 19 aprile al 6 maggio 2022

Vivace, stimolante, frizzante, immaginifico.
Lo spettacolo Lo Strano Caso del Cane Ucciso a Mezzanotte, al Teatro Elfo Puccini di Milano dal 19 aprile al 6 maggio, è la messa in scena del riuscito adattamento teatrale di Simon Stephens tratto dal libro pubblicato nel 2013 da Mark Haddon. Stimolando nello spettatore i piaceri della intelligenza, della vista, delle emozioni vengono raccontati con empatia il particolare punto di vista e il vissuto di Christopher, un ragazzo quindicenne, con disturbi dello spettro autistico.

La prima parte dello spettacolo ci accompagna nelle indagini di Christopher sulla morte di Wellington, il cane della vicina, misteriosamente trovato morto, trafitto da un forcone. Brani del libro, che nell’occasione Christofer ha deciso di scrivere, vengono letti dalla sua educatrice/insegnante, rivelando squarci di una personalità eccentrica e speciale rispetto al senso comune. Il suo disturbo certamente crea difficoltà nel suo rapportarsi al mondo, in particolare per il suo odio del contatto fisico e per la incapacità nell’interpretare l’espressione del viso degli altri.
Alcuni aspetti tuttavia rivelano una consapevolezza estrema e non usuale (“Quando le persone guardano i paesaggi, all’inizio vedono i fiori, la campagna e qualcos’altro, ma poi iniziano a pensare alle cose che hanno fatto, devono fare o si perdono in altri pensieri. Io, invece, osservo tutto e non perdo nessun particolare”). Così come l’estremo candore non comprende le metafore, definite invece bugie (“nessuno ha davvero degli scheletri nel proprio armadio”).
Il ragazzo scopre rapidamente chi ha ucciso il cane, ma il suo percorso prosegue verso un meraviglioso e insperato traguardo di comprensione e di autonomia.
Il percorso nelle emozioni di Christopher è per così dire visualizzato sulle tre pareti della scena dai disegni di Ferdinando Bruni e dai video di Francesco Frongia. Così come i dieci attori in scena (presenza numerica di grande coraggio, nelle difficoltà che le compagnie affrontano in tempo di pandemia), con continui cambi di ruolo e con l’aiuto di maschere, danno letteralmente corpo alle situazioni e al mondo che Christopher incontra nel suo cammino. Si tratta di presenze, che, nel caso dei personaggi minori, vivacizzano la narrazione con godibili sottolineature caricaturali (per dire: delle prime sei parole dello spettacolo, in bocca alla proprietaria del cane, cinque sono fortemente sboccate).
Non si racconta solo del mondo del ragazzo. Anche le figure dei due genitori sono rese efficacemente nelle loro fatiche, nei loro dolori, nella loro inadeguatezza e nelle loro umanissime debolezze, che Christopher piano piano scoprirà.
Una nota a parte merita la resa, visivamente coerente, con modellini di cartone di tutti gli oggetti di scena (godibilissimo, ad esempio, il bancomat parlante).
Il giovane protagonista, Daniele Fedeli, spicca e sorprende per la capacità di rendere la particolarità della persona senza facili forzature di maniera, ma con piccoli modi di gesticolare, parlare, guardare che possono essere noti solo agli osservatori più attenti e con esperienze personali dirette.
Una prova attoriale di valore, una assunzione di ruolo che non è svanita neppure nei saluti finali di commiato.

Guido Buttarelli

 

LO STRANO CASO DEL CANE UCCISO A MEZZANOTTE
di Simon Stephens dal romanzo di Mark Haddon
traduzione di Emanuele Aldrovandi
regia di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani
scene di Andrea Taddei, costumi e disegni di Ferdinando Bruni
maschere Saverio Assumma
musiche originali Teho Teardo
movimenti scenici Riccardo Olivier e Chiara Ameglio di Fattoria Vittadini
video di Francesco Frongia
luci Nando Frigerio, suono Giuseppe Marzoli
con Corinna Agustoni, Cristina Crippa, Elena Russo Arman, Ginestra Paladino, Debora Zuin, Nicola Stravalaci, Daniele Fedeli, Davide Lorino, Marco Bonadei, Alessandro Mor
assistente alla regia Alessandro Frigerio
assistente scene costumi Roberta Monopoli
assistenti tirocinanti Accademia di Brera scene-costumi Luna Aulehla, Silvia Pagano, Leonardo Locchi
coproduzione Teatro dell’Elfo e Teatro Stabile di Torino

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