Presente indicativo: per Giorgio Strehler (paesaggi Teatrali), Festival internazionale di teatro, 4-31 Maggio 2022, Piccolo Teatro Grassi, Domenica 29 Maggio, ore 20:30, Prima Nazionale, Lunedì 30 Maggio, 20:30, Martedì 31 Maggio, 19:30, Dead Centre, Beckett’s Room
Loro sono irlandesi. Dead Centre è stato fondato a Dublino nel 2012 da Bush Moukarzel e Ben Kidd guadagnandosi in poco tempo la reputazione di una delle giovani compagnie più innovative ed entusiasmanti d’Europa.
È tutto molto ironico, spiritato. Vanno in scena le ombre di nessuno. Loro di fatto mettono sul palco un momento particolare della vita di un irlandese, Samuel Beckett, e della sua compagna francese. Non lo so. Era il 92 quando sono stato a Dublino la prima volta – il 2007 la seconda volta per Roger Waters: The Dark Side Of The Moon Tour. Era il mio primo viaggio all’estero. Comunque ci sono stato al Bad Ass Cafè anche da abra kebabra. E quando nella recita considerata la tazzina di caffè si muove coi fili tipo marionetta da una parte all’altra della scena, cosi come la rapa la carota e infine il te e il whiskey…..la sigaretta, l’asciugamano, il divano (un regalo di Joyce), le coperte, le sedie, il wc…… gli ordini trasmessi con la carrucola sul soffitto direttamente in cucina li al pub di Dublino, sono stati la prima cosa a cui ho pensato. Ma onestamente non so se è ancora così. Ho solo letto recentemente qualcosa su un pezzo di Lonely Planet.
In ogni caso, Beckett’s Room racconta la storia dell’appartamento che a Parigi accolse il famoso scrittore e drammaturgo irlandese Samuel Beckett e la compagna Suzanne Dechevaux-Dumesnil durante la Seconda guerra mondiale.
Ti accorgi che dovrebbe esserci qualcuno in scena dalle ombre di nessuno riflesse sul muro o dalle sagome umane che ci restituiscono le finestre riflettendo l’immagine di chi c’è e lo si vede solo di riflesso e la cui immagine non è conoscibile direttamente.
La lingua è l’inglese. I sottotitoli sono frontali, a fumetto: tra la scena e il pubblico c’è tipo una parte riflettente trasparente, e lissopra vengono proiettate le traduzioni.
L’opera indaga la vita di Samuel e Suzanne nel contesto della Resistenza francese, mettendo in discussione il prezzo della libertà artistica in tempi di censura, e cosa significasse opporsi a un regime totalitario.
In scena non c’è nessuno, questa volta. Ed entrati a teatro siamo accolti da tipo una still image del macro di un occhio, e ci viene suggerito di indossare le cuffie stereo. Non c’è niente da vedere. La ricostruzione di una casa, il suo arredamento, e tutti gli oggetti di scena che si muovono in remoto coi fili come marionette. Non esiste niente. Ci sono solo dei suoni. Persone che parlano. Caffè e te che bollono. Finestre e porte che si aprono e si chiudono. Rumori tipici e comuni da toilette, e tutto porta a pensare a uno sceneggiato radiofonico, alla sua incarnazione teatrale e visiva…..Lumpy Gravy………
Uno spettacolo senza interpreti, insomma, che stimola il pubblico a impiegare l’immaginazione mentre ascolta le voci dei protagonisti nelle cuffie e ne vede svolgersi le storie attraverso il movimento “miracoloso” degli oggetti sul palco: si sentono appunto parole, passi, risate, i tasti del pianoforte suonare, una tazza di caffè viene sollevata, un libro viene aperto mentre l’assenza fisica dei personaggi ci induce a concentrarci attentamente sulle loro storie e sul mondo che cambia.
Beckett tra l’altro di radio plays ne ha composte parecchie.
In Francia, sempre a Parigi, al Centre Pompidou, c’è la stanza di André Breton, autore del manifesto del movimento surrealista.
I Dead Centre, la compagnia, quindi, sono infine protagonisti di un DJ SET alle 22:30 di lunedì 30 Maggio, nella rassegna collaterale oltrelascena_lapiazza, sul sagrato del teatro Strehler. Noi abbiamo assistito alla prima nazionale del 29 Maggio. Questo è l’ultimo spettacolo proposto al Grassi per il festival Paesaggi Teatrali.
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