La lunga strada di sabbia: omaggio a Pier Paolo Pasolini

Data:

Serata del 1 ottobre 2022, al Piccolo Teatro Grassi di Milano

La lunga strada di sabbia – è la raffinata performance – un concerto a tre voci – curata da Federico Tiezzi, su un’idea di Biagio Scuderi al Piccolo Teatro Grassi di Milano che ha visto insieme, in serata unica, Sandro Lombardi e il mezzosoprano Monica Bacelli nell’accompagnamento al pianoforte di Andrea Rebaudengo. Sottotitolo Il viaggio in Italia di Pier Paolo Pasolini, adattamento e drammaturgia di Fabrizio Sinisi con drammaturgia musicale di Emilio Sala, un evento teatrale a ricordo, e insieme omaggio allo scrittore e regista bolognese, nel centenario della sua nascita. Sul palcoscenico di via Rovello la coppia Lombardi – Bacelli (coadiuvati da Rebaudengo) fa rivivere, in parole e canto, un reportage giornalistico che Pasolini scrisse in tre puntate per la rivista Successo, che nel 1959 gli aveva commissionato un particolare giro della Penisola, scrutata nella sua parte costiera, partendo dalla Liguria dell’estremo confine francese per scendere e risalire poi lo stivale fino a Trieste e al confine. Ricca la tradizione dei “Grand tour” e “Viaggi in Italia”, un filone letterario sempre stato di gran moda, dal celeberrimo di Goethe per arrivare al monumentale Viaggio in Italia di Piovene, terminato nel 1956. Quello di Pasolini resta però una libera e poetica scorribanda in un paese che sta rapidamente cambiando nell’avvento del boom economico, che lo spoglierà definitivamente di quell’impronta di paese rurale e contadino, spesso idilliaco, che l’aveva contraddistinto. Dalla drammaturgia di Sinisi ne scaturisce un immaginoso, quanto variegato, viaggio teatral-musicale che intreccia le impressioni e visioni dello scrittore a pregnanti collegamenti musicali che spaziano da Tenco a Respighi, da Berio a Franco Alfano, da Francesco Malipiero a Ravel e poi ancora Smareglia e Paolo Tosti per finire con lo stesso Pasolini in collaborazione con Domenico Modugno.

Trasformato in evento teatrale, il viaggio pasoliniano mostra fin dalle prime battute la curiosa e avida felicità del viaggiatore, che si distende e permea già i primi vacanzieri balneari incontrati sulle prime spiagge visitate: impegnati a essere felici, a mostrarsi. Il resoconto di quel che vede è reso in scrittura leggera quanto acuta, attenta alle sfumature dei comportamenti umani senza isterilirsi in arido psicologismo. Amabilmente impudico sul tema del sesso. Impietoso e disincantato, ma mai feroce, quando tocca i grandi (gli Agnelli, il proprietario del Messaggero), vetriolesco alla descrizione di Rossellini, per divenir pungente e quasi sarcastico (sicuramente irriverente e senza timori reverenziali) nel descriver Moravia e Fellini, in una scrittura lucida e penetrante nell’intimo, che mai tocca i confini della maldicenza. Via via che “scende” smisurata diventa e quasi frenetica l’attesa, quando alle porte di Napoli, il Sud si avvicina: “L’avventura comincia…”  Ne segue un’entusiastica scoperta di serate a Napoli e Posillipo. Capri, diventa occasione degna di un acuto entomologo, nella preveggente analisi di comportamenti umani: feroce messa in berlina di antesignani esempi di barbarie turistica che inonderà il Bel Paese in futuro. Esilarante, grazie anche a Lombardi, rappresentazione dello stereotipo della coppia di turisti inglesi ma, ancor più tragico, di quel gruppo di Latina…A Ischia la felicità lo invade e la naiveté di Pasolini si mostra: Porto in giro i miei occhi…e la divertita caratterizzazione di tipi umani prosegue con pennellate e stoccate amabili, quanto nette: affabulazione degna di Plauto! sentenzia, riferendosi al proprietario di un ristorante. E poi arriva Visconti (che l’attore ci rende palese in scena con centrato birignao) e la lunga lista di grandi attori in arrivo in barca per un premio a Casamicciola: impagabile, quanto lapidaria, descrizione di Franca Valeri verde vestita: quadrata! E’ l’intensità e la trasparenza di un ragazzo. Tocca l’ebbrezza a contatto della bellezza di Sorrento, descritta nella sua pace monumentale, e poi Amalfi, Ravello nel legame con Greta garbo, luogo deputato all’estasi. Incanto, davanti a un Della Robbia, in cui trapela l’ardore del suo animo. La Calabria, inesorabilmente rimasta immota nei secoli e, scendendo più a sud, che si fa sempre più Calabrie…La Sicilia infine, che sfrena la sensualità e i suoi palpabili entusiasmi, in un’ossessione di un Sud che sia sempre più a Sud; i papiri gli procurano un’esplosione di gioia, erompe una passione trattenuta che impregna e dilaga in ogni sua descrizione. Ora la Puglia, oggetto di umanizzazione nella comparare il tremendo mar Ionio al tenero Adriatico, ospitale. Mostra sincera tenerezza e rimpianto per ogni località visitata, da cui dipartendosi lascia il cuore, ma non S. Benedetto (del Tronto?). Ad Ancona, cimitero degli ebrei, ci partecipa del suo sguardo sulle miserie e mali della Provincia italiana. Salendo ancora, tocca la Romagna e la costa veneta, non più per scoperta ma per verifiche…Ma è qui, invece, dove gli sembra non essere mai stato prima, perché tutto è già mutato, nel giro di pochi anni. E sgorga dalla sua scrittura una suprema, umile malinconia. Nel “bis” concesso dal trio di esecutori, un elogio a Roma, nel pudico e toccante rivelarci “le passioni in cui io sono vissuto. Stupenda e misera città… Il caleidoscopico e sfaccettato panorama umano e di ribollenti passioni raccontato dal viaggiator Pasolini è sapientemente reso dalla maestria vocale di Lombardi, pronto a cogliere ogni sfumatura che il testo suggerisce. L’attore toscano rende appassionatamente il trascolorare delle sensazioni e sentimenti provati dallo scrittore, lo spirito di lieta vacanza nel distacco da se stesso, rendendo palpabili il supremo entusiasmo, la vitalità e quell’entusiastica ebbrezza che dilaga in fragrante sensualità: per stemperarle, a fine viaggio, in velata malinconia di un mondo che sta inesorabilmente perdendosi. Il mezzosoprano Monica Bacelli, lasciate per un attimo le scene operistiche, impiega una voce (secondo i brani) dalla pura impostazione lirica innestando quella di chanteuse con suoni naturali: irrefrenabile, partecipa, agisce e vive il pezzo cantato con tutto il suo corpo, con un brio e una verve che la rendono impagabile esecutrice, riuscendo anche là dove la resa delle sfumature dei dialetti le è meno connaturato. Lo spettacolo era una produzione della Società del Quartetto di Milano con la Compagnia Lombardi-Tiezzi. Magica serata, salutata da calorosi applausi da una sala gremita.

gF. Previtali Rosti

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