Corriere dello Spettacolo

Notre Dame de Paris compie 20 anni e ancora infiamma i palchi dei teatri italiani, questa volta tocca al Palapartenope di Napoli

Notre Dame de Paris compie 20 anni e ancora infiamma i palchi dei teatri italiani, questa volta tocca al Palapartenope di Napoli..

Non sono riusciti 3 anni di pandemia nemmeno a scalfire la magnificenza di tale spettacolo, che dopo 20 anni ancora fa impallidire, vista la magnificenza, qualsiasi show che viene messo in piedi

Complice una colonna sonora pazzesca, composta dal leggendario Riccardo Cocciante ed un cast glorioso, fatto di voci portentose e piene di brio e vocalità e non mancano le pericolose ma suggestive acrobazie e i velocissimi passi di danza che si muovono per quella che è una Parigi di tardo Medioevo (sul finire del 1400)

Il cast è quello originale, quello di 20 anni fa e questo fa si che tutto sia davvero spettacolare.

Un musical che celebra la libertà, il ribellarsi ai tiranni e il culto del diverso che se unito può sconfiggere i cattivi.

Un plauso particolare va alla coppia Gio Di Tonno (Quasimodo) e Lola Ponce, una bravissima Esmeralda ( la zingara)… tutti sono innamorati di lei, della sua bellezza esteriore ed interiore, da Frollo, a Febo fino a Quasimodo, tutti le cantano canzoni d’amore. La loro empatia è identica a quella di vent’anni fa, questo perché sono due insuperabili.

Frollo è governato da sentimenti ambigui: da un lato vuole Esmeralda tutta per se, un amore di certo fisico e non spirituale ma egli non può averla come vorrebbe ma poi c’è anche la paura, quella dello strano, quella dello straniero, quella del diverso e alla fine lo soggiocherà…

I veri mostri non sono quelli “brutti”, “i deformati”… i veri mostri sono coloro che bramano il potere terreno, non spirituale, che vengono accecati dall’odio e chi più di Frollo riesce in questo? Uno dei personaggi più loschi e sleali che la letteratura abbia mai scritto.

Lo spettacolo si chiude come d’obbligo con  il ritornello del brano Il tempo delle cattedrali, intonato dagli artisti con il pubblico in sala che han riempito tutta la zona di Fuorigrotta, vista l’imponenza data dal coro e dalle voci

E’ proprio il caso di usare l’espressione:  Vent’anni e non sentirli.

Marco Assante

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