L’ACUTA VERVE SATIRICA ED IL FUNAMBOLISMO LINGUISTICO DEI DUE ATTORI AL PARIOLI. L’IRRESISTIBILE COMICITA’ SESSUALE E RELIGIOSA DI ALE E FRANZ ENTUSIASMA GLI SPETTATORI

Data:

26 Ott 2022 – 06 Nov 2022 al Teatro Parioli di Roma

Pure quest’anno il ritorno al teatro della coppia celebre d’artisti milanesi che formano uno straordinario duo d’intrattenimento sarcastico su temi di scottante attualità è stato costellato per circa 110 minuti dalle straripanti risate a ritmo goliardico crescente della platea sempre al limite del “sold out”, che s’è cimentata nell’improbo compito di cogliere al volo tutte le battute , i doppi sensi e l’allusioni esplicite derivanti dalle metafore naturalistiche o concettuali usate. Il lavoro, che non ha avuto giustamente l’intervallo per non spezzare la parabola trascinante all’estasi del divertimento superlativo, ha confermato la genialità del duo dalla dialettica sfrenata e contrappuntistica, con un Franz più razionale, logico e consequenziale, mentre Ale è un istintivo e vulcanico talento sensitivo, apparentemente più ingenuo e tuttavia sempre capace di sfidare il compagno a “singolar tenzone” verbale con dei continui rimandi argomentativi e scontri frontali. Ecco il motivo per cui abbiamo pensato di accostarli a Stanlio ed Olio per la dinamicità recitativa interattiva oppure alla coppia del varietà formata da Carlo Campanini e Walter Chiari, in cui tuttavia uno era la spalla dell’altro e qui invece sono sullo stesso piano dividendosi i ruoli .Il loro copione della stagione “Atti scenici in luoghi pubblici” ha il titolo complessivo di “Recital” e si articola in 4 parti che affrontano diverse problematiche : la reincarnazione, propria degli Egiziani e degli Indiani induisti, l’amore e la transessualità, l’omofobia ,le vecchie e consolidate abitudini, il corretto uso della grammatica e della punteggiatura ,i posti di devozione dei Santi e la loro origine. Alla fine non manca mai il bis che è giocato sull’intrecciarsi proprio ed impreciso delle parole con paradossali iperboli e stravaganti creazioni surreali. Nella cornice iniziale dello spettacolo ci troviamo in un bianco e strano aldilà in cui campeggia un albero bianco con le sue foglie e vi sono indicate le parti cronologiche del giorno, sera e notte, mentre i due attendono di conoscere quale destino avranno nella loro metempsicosi, dopo essere strati rispettivamente Franz un’iguana maschio in Messico da architetto interista che era nel suo primo stadio vitale ed Ale una talpa. L’animale simile ad un varano era stato costretto a vivere in Messico con un’alimentazione di 5 chili di cozze al dì che gli aveva provocato un’epatite, mentre per la talpa l’esistenza era stata più piatta e tranquilla. Ora, secondo due lettere imperative arrivate, dovranno essere Franz cacciatore d’elefanti per le zanne d’avorio ed Ale il grande animale africano da prendere nella savana e rinchiudere in una gabbia con Bobo di 5 tonnellate di stazza, che gli potrà far sentire l’enorme calore “Voltaico”. Questo avverrà nella zona Occidentale del Burundi ed i due si prendono in giro circa l’amaro futuro che spetta ad Ale, senonché un “deus ex machina” finale renderà la sorpresa rocambolesca un vero colpo di scena con un sarcasmo “di ritorno” . La seconda macchietta è ambientata al ristorante “Il Solito Posto” dove Enrico con un mazzo di fiori in mano, per la puntualizzazione dei crisantemi particolarmente idoneo a questo giorno dei morti che hanno raggiunto in molti il Paradiso con i Santi che abbiamo appena celebrato quali maestri di vita sul sentiero della nostra comune santificazione ,aspetta la sua amata Maria allorché al lume di candela del tavolino scelto per la cena vede arrivare un maschio di media età e crede di aver sbagliato invitato; invece avverte un eclatante stupore quando deve prendere coscienza che non è altri che la sua vecchia fiamma del cuore che ha cambiato identità di genere, sottoponendosi ad una dolorosa operazione per una metamorfosi sessuale. Mario gli dice che nulla cambierà tra loro, ma lo spaesato Enrico come dovrà chiamarlo e poi non è pronto per  un rapporto omosessuale. Enrico viene simpaticamente definito “Puccettino”, comunque il nuovo Mario non esita rimproverarlo in quanto come spasimante, firmandosi “Jan il Terribile”, gli lasciava delle scritte sotto casa, che suscitavano la caustica ilarità dei condomini poiché la punteggiatura era errata e l’intenzione galante cedeva il passo a letture scurrili. L’italiano corretto come vocaboli e segni d’interpunzione e diacritici riveste importanza basilare! Nella terza scenetta del “divertissement” ci si proietta in un parco vicino all’acquario e Franz, dimostrando una maggiore preparazione dell’amico, che resta comunque un pretesto artistico per l’affiatamento della coppia, gli spiega che riguardo ai Santi questi vanno intesi in due modi essenziali : il luogo di culto e quello di provenienza, portando tre esempi tipici : Sant’Antonio da Padova ma di Lisbona, San Nicola da Bari ed in realtà di Mira, nonché il Cristo di Rio de Janeiro sul Corcovado. Il Discorso religioso sul sacro e la sua esperienza s’allarga poi dasl Cristianesimo allo Yoga ed allo Zen del Buddismo per conseguire la pace interiore e l’ascesi, mentre per spiegare le diverse identità dell’individuo si ricorre con estemporanee espressioni verbali alla dimensione cinese dello ying e dello yang nel rientrare al già citato ristorante per il secondo appuntamento, dopo 20anni che Enrico e Mario s’erano lasciati bruscamente per l’inaspettata decisione di Mario. Ora, come nel romanzo “L’Amico ritrovato” di H. Hesse, vorrebbero recuperare il tempo perduto e far rinascere il sentimento tra loro , inventando magari Franz lo stratagemma della parrucca se il vecchio “latin lover” di Enrico fosse d’accordo, altrimenti il legame potrebbe divenire familiare quale quello tra fratello e sorella o padre e figlia. In effetti alla fine non ci sarà spazio che per il valore dell’amicizia, che sempre deve rimanere tra persone civili quando c’è stato insieme un qualcosa per un certo periodo di tempo, specialmente un matrimonio che sembrava una bella favola e che incredibilmente è finito male con accuse e furti reciproci come quello tra Totti e la bella Blasi, che Francesca Manzini si trastulla quasi ogni sera a  parodiare con gesti e motti di spirito nel telegiornale satirico di Enrico Ghezzi. Richiamati a gran voce dal pubblico in delirio, che gioiva allegramente per quanto gustato e ne voleva “assaporare “ un altro po’, il terzo tempo del bis è stato imperniato sui mille incastri cui può dar vita un lemma ed in questo caso il vocabolo era “franca”  impiegato prima come aggettivo e successivamente a guisa d’idioma verbale. Per apprezzare la verve dinamica e travolgente dei due su testi di F.Villa, A. Besentini , A. Ferrari ed A. De Santis , ci sarà tempo fino a domenica.

Giancarlo Lungarini

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