LA “BOMBA DELLA NONNA” PER L’ORDINE IN CASA CON IL PARADOSSALE “CHI L’HA VISTA” AL SETTE. L’UMORIMO PARANORMALE PER IL PRIMATO DELLA DONNA CON P.T.CRUCIANI ED E. CASERTANO

Data:

Dall’1 al 20 novembre al Teatro Sette di Roma

La parità di genere non è stata ancora raggiunta, nonostante i nostri tempi vedano molte donne aver ottenuto potere politico in Europa come la Presidente del Parlamento Europeo la maltese Metzola succeduta al compianto Sassoli, la patriota Giorgia Meloni divenuta la prima espressione del “gentil sesso” Capo del Governo, Eva Thunberg “leader” del movimento per la salvaguardia del clima e dell’ambiente, per cui gli stipendi continuano ad essere differenti pure per ruoli uguali e le ministre siano unicamente 6 come esiste una certa disparità di numero tra i due sessi per ciò che concerne i rappresentanti del popolo. Per quelle che lavorano non vi sono poi le politiche sociali che esistono nei Paesi più progrediti come la Francia e la Germania, per cui parecchie rinunciano a svolgere una funzione civile nella comunità nazionale in quanto la maggior parte del loro guadagno dovrebbero girarlo alle badanti e puericultrici nel caso avessero dei figli e questo comporta due conseguenze : o non si pensa alla prole se si desidera fare carriera con soddisfazioni personali oppure si rinuncia all’impiego, come facevano le nostre madri, senza tuttavia vedersi riconosciuto un salario quali massaie. Proprio alla figura femminile domestica per analizzarne la condizione che le viene riservata ed i problemi che deve affrontare psicologicamente dedica il suo ultimo lavoro la brava attrice e razionale, profondamente riflessiva nella sua parallela attività di scrittrice di tematiche contemporanee, ad alcune delle quali abbiamo accennato appunto in apertura, Paola Tiziana Cruciani che incarna la parte dell’amabile Isa sposata da 35 anni con l’impiegato esecutivo Ugo e madre di due figli maggiorenni che devono ancora realizzare se stessi, avendo solo mentalmente degli indefiniti progetti con sogni ad occhi aperti. Ognuno esige da lei il massimo dell’attenzioni senza dimostrarle una sincera gratitudine e ricambiare le cure familiari con un forte affetto testimoniato da piccoli gesti o presenti in guisa di donativi :il marito vuole che gli porti il giornale, le pantofole e gli faccia trovare succulenti cene pronte, mentre lui guarda beatamente la televisione; i ragazzi vanno nell’avita magione solo per sedersi comodamente pure loro a tavola, in attesa di decollare lui con l’apertura del suo nuovo esercizio commerciale, lei parlando al telefono e chiedendo i soldi per un viaggio in Portogallo. Ecco dunque il ritorno dell’angelo del “focolare domestico” come avveniva anche nella preistoria con le donne che accendevano il fuoco, sfregando le pietre, aspettando che gli uomini cacciatori e raccoglitori portassero le prede ed i frutti della terra da cuocere. Ella, prendendo spunto dalla bottiglia d’amaro che aveva osservato la mamma preparare, ha cercato di riprodurre quell’elisir che in pratica non è altro che il Centerbe di 75 gradi alcolici e tuttavia, non essendo ancora maturato a dovere, non permette ai suoi giovani di degustarlo. A questi rampolli s’adatta benissimo la definizione che di loro, che tardano ad uscire di casa avendo qui tutto senza assumersi le proprie responsabilità ed il rischio del lavoro intrapreso, diede sul finire del secolo scorso il ministro dell’Economia professor Padoa Schioppa, a proposito della polemica circa l’inserimento dei tecnici nel Gabinetto dell’onorevole Meloni, chiamandoli “ bamboccioni”. La protagonista con la sua imponente bianca capigliatura n on riesce, però, a trattenersi dall’istinto di sorseggiarne un goccio per sentire com’è venuto, ma assaporatolo subisce il sortilegio di diventare invisibile per gli altri, che lei invece scorge e quindi non si capacita di quanto le sta accadendo. In realtà tale dimensione paranormale ed inverosimile le consente di spiare le mille peripezie e difficoltà in cui vengono a trovarsi i suoi congiunti, in particolare il marito Ugo che non sa spiegarsi l’evento giacché la porta con la sicurezza della catenella è chiusa dall’interno e lui proclamando il suo amore sta quasi per impazzire non comprendendo come la sua compagna possa essersi volatilizzata, quasi fosse assorta all’identità di fantasma. I figli si sentono persi non avendo più un sostegno su cui contare per far fronte alla loro situazione ancora incerta e precaria. Loro vorrebbero avvertire la Polizia, ma il padre tenta di farli ragionare sul fatto che dalla porta non può essere uscita, mentre lei prima si riposa sul divano e poi ascolta divertita tutte le loro lamentele e preoccupazioni. Ciò conferma che le persone non s’apprezzano mai e valorizzano per quello che fanno, se non rendersene conto quando non ci sono più, alla guisa di quello che purtroppo è capitato drammaticamente pure a noi. Qui invece la soluzione è felice in quanto, dopo il periodo indefinito di sparizione dal contatto con gli spaesati familiari, l’incantesimo fatale svanisce ed Isa ricompare, scoprendo che il consorte ed i figli si sono resi coscienti di quanto la sua funzione casalinga fosse preziosa ed indispensabile per loro, che dovranno accettare il suo ruolo primario tra le pareti della casa ed essere premurosi e dolci con lei, altrimenti si troveranno ancora sul baratro dell’abbandono e della solitudine non sapendo come farvi fronte. Intanto dovranno predisporre a turno la cena e la tavola, mentre Ugo provvederà ad asciugarle i piedi dopo i salutari pediluvi. Poi Isa si concederà una settimana di svago e distensione nel Paese lusitano, per cui la figlia dovrà astenersene e fare “buon viso a cattivo gioco”. Straordinaria coppia di talentuosi attori che ci fanno rispecchiare in loro, vivendo tutti i sentimenti e le sensazioni emotive d’una coppia felice che attraversa un periodo di crisi, sono l’autrice e regista psicologica Tiziana Cruciani ed il comicissimo Enzo Casertano, mentre gli interpreti giovani che si disimpegnano egregiamente sono Manuela Bisanti ed Alessandro Cecchini. L’interno medio borghese della casa è stato disegnato da Teresa Caruso. Il brioso ed acuto spettacolo didascalico per tante cellule domestiche sarà replicato fino al 20 novembre al teatro “Sette” di via Benevento, vicino Piazza Salerno tra il Policlinico “Umberto I” e la Tiburtina all’altezza del cimitero Verano, dove in questo mese ricordatevi di visitare i vostri cari di cui ci colpisce maggiormente l’assenza quando non ci sono più e li rivalutiamo totalmente, ma la triste ferita non si rimargina, malgrado l’enorme aiuto della Fede per i Cristiani.

Giancarlo Lungarini

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