Al Piccolo Teatro Strehler dall’1 al 10 novembre 2022
Non saprei. Sul palco capeggia come elemento scenografico preponderante una gigantesca bandiera Americana, ma all’epoca dei fatti, il 1692, gli Stati Uniti non esistevano ancora. Non lo so, ripeto. Io provengo dalla piccola cronaca sportiva locale. Non ho mai fatto grandissime cose in vita mia. Non sono affatto preparatissimo. Ma sempre all’epoca dei fatti narrati dal racconto di Miller, The Crucible, appunto, Il Crogiuolo, quindi, non so fino a che punto era avanzata l’idea di un’indipendenza delle colonie inglesi in America, nel New England storico, a Salem, vicino a Boston da dove tutto è poi partito realmente col Boston Tea Party circa cento anni dopo, mi sembra proprio nel 1773 – anche se di fatto l’esito del processo celebrato da Miller scatenerà una delle primissime rivolte contro la Corte inglese.
In scena, questo dobbiamo riconoscerlo, si suonano live delle canzoni anglo-americane: dall’inno Americano suonato alla maniera di Hendrix, alla canzone del gambler di New Orleans, alla fine, The House Of The Rising Sun, degli Animals, si è così che si chiama, con in mezzo una versione a cappella di Russian di Sting, che però è inglese anche lui, di Newcastle, ex-Police, quelli che hanno fatto cinque dischi di fila della madonna e poi basta, e che io ho sempre associato in controluce con i Talking Heads, Americani, quelli con David Byrne, scozzese – beh ma se per questo il batterista dei Police era, è, americano.
Intendiamoci. Io non sto dicendo che lo spettacolo è brutto, tutt’altro. Forse è solo tutto frutto di una scelta di regia che ha sacrificato la storiografia, di un adattamento drammaturgico. Ma poi ci sono livelli differenti di osservazione e giudizio di una cosa. E a me è piaciuto. Il libro chiaramente non lo conoscevo, e il racconto drammaturgico al di là di qualche svista iconografica, è stato chiarissimo e coinvolgente. E sostanzialmente è bella ogni cosa che suona bene delle belle canzoni. Ma manca una cosa, appunto. Manca la bandiera inglese in scena, se non altro perchè il magistrato dell’accusa che si occupa del caso – stiamo parlando del processo alle streghe di Salem – è chiamato più volte il delegato del Re. Il processo alle streghe lo hanno celebrato gli inglesi.
Questo detto, concentrandoci sulla bandiera inglese, sulla sua assenza, la morte eroica di Proctor che sceglie il martirio e di morire in gloria per non cedere alla diffamazione della menzogna che sarebbe ricaduta sulla sua famiglia, questa si, opera del Demonio e delle sue streghe, potrebbe eventualmente sintetizzare la purezza del colono e la sua grandezza già patriottica, e i veri valori fondanti la nascente società americana nei confronti della cieca crudeltà e ignorante della madrepatria inglese rappresentata dal delegato del Re e, ma non sono un esperto a riguardo, del McCarthyismo nelle intenzioni dell’autore, il marito della Monroe, morta qualche mese dopo la loro separazione.
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