Rimanendo nel campo delle discipline artistiche delizia dello spirito umano e magiche toccasana dei nostri sentimenti romantici, si potrebbe affermare per associazione d’idee che come dicembre con il Natale è stato il mese della musica :classica, Gospel, religiosa rituale per la nascita del Bambinello e dei concerti con i big della “hit parade”, così gennaio è al momento espressione del secondo linguaggio universale, ovvero quello della danza. Infatti s’è aperto con lo show “Danza con me” di Roberto Bolle, ormai consueto da qualche anno su RAI 1, che aveva come compagni di viaggio Elio, Luca Zingaretti , Cristiana Capotondi e soprattutto la silfide ed incantevole Virginia Raffaele, che in alcuni tratti hanno addirittura ballato con lui, che ha ospitato “star” di prima grandezza europea ed il cantante Blanco. Ora a fine mese, in una sfida quasi ideale al miglior evento, la competenza tecnica ammirevole ed il raffinato gusto per la bellezza di Daniele Cipriani tornano a proporci all’Auditorium Parco della Musica di Roma lo speciale gala internazionale delle maggiori “stelle” del firmamento tersicoreo con il didascalico e significativo titolo di “Il Cosmo in Danza”. Per questa dodicesima edizione, che ha già registrato un alto “share di gradimento con notevoli vendite, il vulcanico e dinamico impresario ha previsto due differenti programmi , che saranno proposti nelle serate del 28 e 29 gennaio nella Sala di Santa Cecilia, mentre chi vorrà potrà assistere ad una bella “maratona” di ballo nella stessa giornata di domenica con il programma A alle 16,30 e quello B alle 21.In un periodo difficile come questo per la pandemia che è tornata ad esplodere dalla Cina per cui sono previsti i tamponi preventivi per i turisti orientali negli aeroporti d’arrivo e per il sinistro rischio della guerra in Ucraina sempre più incancrenita e vile, che il prossimo mese arriverà ad un anno, il Direttore Artistico ritiene giustamente che solo la pura bellezza e l’intelligenza del cuore, secondo la definizione dello spirito laico fiducioso di I. Dostoevski, possono salvare il mondo riscuotendo i nobili valori etici e civili dell’individuo. Infatti nelle mirabili visioni, nei suggestivi suoni e nelle dolci fattezze e romantiche armonie sulle punte e nelle piroette, evoluzioni come quelle di Bolle con gli avvolgenti veli bianchi, si può riscoprire il trascendente fine dell’uomo , che esprime in tal maniera la giustizia da cui può derivare la pace, la moralità ed il senso superiore d’una cosmopolita fratellanza come nell’Illuminismo del Settecento. L’educata sensibilità di Cipriani e la sua grandissima conoscenza dei ballerini di assoluta grandezza nel versante del Vecchio Continente hanno allestito una formidabile squadra proveniente da quasi tutti i Corpi di Ballo dei maggiori Teatri Nazionali , alcuni già largamente applauditi nelle passate stagioni, mentre si riserva, come ogni anno, di comunicare all’ultimo la “chicca” o “perla preziosa” che andrà ad arricchire ancor più il “cast”. Dal Royal Ballet di Londra arriveranno Marianela Nunez, che insieme con Bolle ha eseguito un malinconico passo a due di Cecilia ed Eugenio Onieghin da Ciaikovski per l’amore mancato e di Diana ed Atteone che viene trasformato in cervo, William Bracewell e Marcelino Sambè,con Polina Semionova che invece giunge dallo Staats Ballet Berlin e lo strepitoso Sergio Bernal dal Ballet Nacional de Espana con il suo fuoco nelle vene e l’ardente flamengo. I georgiani Maia Makhateli e Giorgi Potskhishvili provengono dal Ballet of Amsterdam che l’ha accolti, nella loro migrazione dalla terra del coreografo Balanchine, per la loro sfolgorante classe elegante ed energia mostrata nei salti e negli slanci aerei sul palcoscenico. Lo splendore della Torre Eiffel e dell’Opera di Parigi ce lo porterà Paul Parque, mentre ci sarà posto anche per una sparuta rappresentanza di danzatori italiani che hanno cercare la loro fortuna, successo e gloria all’estero. Tra questi un rilievo particolare è stato dato ad Alessandro Frola, figlio d’Arte non smentita, che è dell’Hamburg Ballet “ John Neumeier”, come Matteo Miccini dello Stuttgart. Come sempre l’oculato organizzatore Cipriani ha voluto che i programmi fossero una miscellanea di famosi passi a due dal “Don Chisciotte”, a “Il Lago dei Cigni” ed “Il Corsaro” alternati a c”oreografie moderne, quali : Carbon Life” di W. McGregor con l’esecuzione di Sambè ed Anna Rose O’ Sullivan,”Voices” di D. Dawson con la performance della Semionova, due pezzi del tedesco Neumeier che vedranno all’opera Frola e Madoka Sugai con “ Spring and Fall” e “ Shall We Dance?” poi ”Affi” di M. Goecke con Miccini ed infine la rovente canicola di Spagna con S. Bernal in “Orgia”, che è in prima esecuzione mondiale per dire l’importanza dell’evento. Intanto dedicata alla coreografia è in corso a via Margutta 118 presso “Veggy Food and Art” la mostra “Attimo, sei bello” fino al 21 marzo: una collettiva di fotografi italiani e stranieri, che nelle passate annate hanno colto alcune delle “Etoiles” presenti nei momenti fatidici delle loro prestigiose esibizioni, a partire da Svetlana Zakharova. Vale la pena, stando nelle celebri Piazza di Spagna o del Popolo, farci un salto per rifarsi gli occhi dallo stupore, come nel Dolce Stilnovo e specie se non li s’è osservati dal vivo. Ad affiancare come partner della nuova colossale edizione Daniele Cipriani ricordiamo l’Hotel de Russie che accoglie gli artisti ed approfondisce il rapporto culturale con Roma ; insieme al grande albergo va citata pure “Urban Vision” che è una “Digital Media Company” leader nei restauri, sponsorizzati da istituzioni pubbliche e private, di monumenti, chiese e palazzi storici, arrivati a circa 300 in 18 anni d’attività. Inoltre tende alla valorizzazione del patrimonio culturale attraverso la comunicazione integrata con informatica virtualità e per codesti suoi fini progettuali ha raccolto ben 212 milioni di Euro. Dunque non resta che recarsi a Santa Cecilia il 28 o 29 per lasciarsi affascinare ed ammaliare, riconciliandosi con se stessi ed il mondo, dalla nobile musa Tersicore, una delle 9 cui lo storico “ante litteram” Erodoto aveva dedicato le sue “Storie” non criticamente documentate, come invece fece l’acribia storica di Tucidide.
Giancarlo Lungarini