Dal 3 al 14 maggio 2023 al Teatro Golden di Roma
Fa piacere rivedere dopo tanto tempo un amico che, prima della pandemia del Covid , s’era traferito in Spagna per maggiori opportunità di lavoro e qui, avendo improvvisamente perso la moglie Silvia Delfino, una brava attrice e ballerina di televisione e teatro, ne ha preso spunto per dedicare alla sua memoria ed al sublime Amore che l’ha uniti per tanto tempo un bellissimo testo, per confermarle spiritualmente l’impossibilità di dimenticarla. La loro vicenda è trasfusa sulla scena nei personaggi metaforici di Alex e Silvia e s’immagina che una sera, dopo una violenta lite, l’inquieto Alex in un momento isterico di sfogo dica a se stesso ”Se tornassi indietro” con una sofferenza psicologica e melanconia intima sconvolta e difficile da superare, per un’alterazione neurologica frutto dei momenti familiari burrascosi e
sempre più esacerbata verso di sé. Il cammino a ritroso sembra non avere fine, passando dalla magica nascita dell’erede al festoso matrimonio, sollevandola in braccio per varcare la soglia di casa, fidanzamento con la solenne ed impegnativa promessa, per giungere finalmente al sorprendente ed inaspettato incontro a casa di Alex dove il comune amico Alberto aveva mandato Silvia, sicuro di riuscire nell’impresa nell’impresa di farli innamorare, con la scusa che c’era il simposio per il compleanno di Barbara. Alex invece le comunica che ha sbagliato giorno in quanto la festa per l’anniversario del genetliaco è per il giorno dopo, ma intanto gli occhi si guardano galeotti, i sospiri salgono e le mani s’incrociano : è scoppiato il “colpo di fulmine” fatale iniziale e di ritorno con un ardente desiderio che farà rinsavire Alex, gli infonderà pace e sicurezza in se stesso, ritrovando il piacere dell’Amore di coppia, del convivere spirituale per cui ci s’è scelti un giorno ed alla Silvia rediviva per trasposta persona basterà dire a suo marito, per ristabilire il sereno familiare e domestico “Vedi basta una parola od una frase per ritrovare l’incanto felice!”. La divisione, la separazione prospettata e temuta, non c’è più, riprendendo a vivere felici come prima; il guaio è che non sempre c’è l’opportunità di chiedere scusa in quanto la maledetta “dama in nero”, che nel film di Ingmar Bergman gioca a scacchi con la vittima, ti brucia spesso sul tempo in modo che tu non fai in tempo a riappacificarti con la tua compagna o moglie d’una vita ed allora, allorché lei non c’è più, ti rimane solo un forte rimpianto e rimorso di coscienza , sperando che lei dall’alto ti guardi e ti legga dentro perdonandoti. Abbiamo palpitato davvero e ci siamo commossi seguendo mentalmente la pièce mentre nell’anima rivivevamo la nostra storia d’amore, che è stata la “perla rara” ed il tesoro prezioso della nostra esistenza per cui avevamo cambiato la nostra meta e finalità iniziale, che inutilmente ora che non c’è più abbiamo cercato di riprendere alla maniera dei due ragazzi che, dopo un lungo fidanzamento di 9 anni, si sono donati alla “voce di Dio” come prete e suora. Il lavoro osservato sul palcoscenico c’ha sinceramente toccato e si deve all’esperienza di vita dell’amico Natale, che da un soggetto di Andrea Tagliacozzo e dalla devastante tragedia che, come noi, ha patito ha preso lo spunto per comporre con Ennio Speranza la trama ed affidarla come perfetto e misurato regista, dallo scavo della psiche dei personaggi già stupendamente sperimentata nelle precedenti commedie, agli stupendi e stimolanti attori Emanuele Propizio ed Irene De Matteis. Lo spettacolo si replica al Golden di via Taranto fino a domenica prossima 14 maggio con vivo interesse per le coppie, che vi si possono riflettere e, forse, baciarsi riconciliandosi se hanno qualche conto in sospeso.
Giancarlo Lungarini