Corriere dello Spettacolo

Orietta Berti: “Col singolo “Diverso” voglio far capire che i diversi non sono gli omosessuali, sono coloro che li giudicano male”

Orietta Berti non è di certo un’artista che ha bisogno di presentazioni. Da ben 57 anni sempre sulla cresta dell’onda del successo, cambiando generi, vesti, stili e musiche ma restando sempre fedele a se stessa e al suo pubblico che per ben 6 decadi non l’ha mai abbandonata o fatta sentire sola attraversando minimo 3 generazioni diverse
Dalla musica al cinema fino ad approdare in televisione la Berti convince in tutto ciò che fa per via del suo fare amorevole e garbato, guadagnandosi il posto che le spetta tra le dive della musica pop italiana.
Ha all’attivo più di venti album musicali grazie ai quali è conosciuta e apprezzata non solo in Italia, ma anche all’estero, e ha vinto cinque dischi d’oro, sette di platino e due d’argento. Nel 2020 ha saputo reinventarsi tornando a Sanremo con il brano, Quando ti sei innamorato, e iniziando a collaborare con celebri artisti italiani della scena contemporanea, come Fedez e Achille Lauro
“La mia vita è un film” è il titolo che accompagna il nuovo progetto discografico di Orietta Berti. Un progetto che contiene 57 anni di grande musica firmata da Orietta insieme a illustri compagni di viaggio, così come li ha definiti lei e ben 130 brani, tra cui parecchi featuring perché tutti sognano un duello con l’Usignolo di Cavriago
Una voce potentissima che il tempo e la carriera non sembra minimamente aver scalfito siccome la cantante è sempre promotrice del bel canto italiano che ci ha reso celebri nel mondo
Un progetto diviso in 6 cd ed ognuno di esso ha un proprio tema ed una propria anima cosi come quando Orietta canta dell’amore omosessuale o del sempre attuale tema della violenza sulle donne. Ogni disco celebra la forza dell’amore da apprezzare in ogni sua essenza e in ogni sua forma.
Di fatto Orietta è sempre stata un’icona della comunità LGBTQ+ anche quando non era una moda farlo e ha sempre manifestato una grande attenzione a combattere la discriminazione, schierandosi in prima fila ogni volta.

IL SUO COFANETTO SI INTITOLA “ LA VITA E’ UN FILM”. IL FILM DELLA SUA VITA INCLUDE OLTRE 57 ANNI DI MUSICA. SE LA SUA VITA FOSSE UN FILM QUALE SAREBBE IL TITOLO E PERCHE’?

“Meravigliosa” perché ogni fase della mia vita è stata meravigliosa: ho avuto un’infanzia bellissima e con dei genitori che mi amavano seppur crescendo in una famiglia modesta i miei non mi hanno mai fatto mancare l’amore e crescendo ho trovato un uomo che mi ama e mi è stato sempre vicino in ogni momento, familiare e lavorativo e dopo sono entrati i miei figli che mi assistono in ogni mia scelta.

DA SEMPRE UN’ICONA DELLA COMUNITA’ LGBT, ANCHE QUANDO NESSUNO NE PARLAVA, ANCHE QUANDO NON ERA UNA MODA FARLO NEGLI ANNI IN CUI ERA COSI DIFFICILE DICHIARARSI OMOSESSUALE. SECONDO LEI A COSA SI DEVE TUTTO QUESTO AMORE NEI SUOI CONFRONTI?

I primi panni nella musica li ho mossi con un produttore artistico tedesco che era dichiaratamente gay. Tutt’ora ci lavoro per i miei video come con Nicolò Cerioni che mi da consigli sul look e suo marito Leandro Emede ed hanno anche dei figli insieme e sono stata al loro matrimonio e le vacanze in America le passiamo sempre insieme. Hanno un gusto di realizzare la fantasia positivo per gli artisti

UNA CANZONE DEL COFANETTO TRATTA IL TEMA DELL’AMORE OMOSESSUALE. PUO’ PARLARCENE?

La canzone “Diverso” è un brano che mi ha subito commossa già dal titolo: i diversi non sono loro, sono coloro che li giudicano male. Sono figlia unica e fin da bambina ho avuto un grandissimo affetto da parte dei miei amici omosessuali ed anche crescendo e affrontando varie mie battaglie loro mi sono sempre stati vicino. Nella vita non bisogna mai arrendersi alle avversità e nemmeno alle persone cattive, bisogna andare sempre avanti con energia e coraggio. La canzone poi è in collaborazione con “La casa arcobaleno”, un’associazione che segue coloro che sono abbandonati dalle loro famiglie perché omosessuali e i loro genitori provano vergogna nei loro confronti. Io sono sconvolta da tutto ciò e penso a come possa un genitore fare tutto questo, sono loro che devono vergognarsi. Neanche un animale abbandona il proprio cucciolo.

COME PUO’ LA MUSICA AIUTARE PERSONE CHE SI SENTONO EMARGINATE E NON ACCETTATE DALLA SOCIETA’?

Siamo ancora qui che dobbiamo meravigliarsi a vedere certe cose. “Diverso” è solo una canzone ma se desse il coraggio ad un ragazzino ad essere semplicemente se stesso per me sarebbe già tantissimo, specie se quel ragazzino non ha il supporto della famiglia. Non c’è nulla di sbagliato ad amare una persona dello stesso sesso e questo lo dovrebbero capire tutti. Siamo nati per amare. Bisogna parlare nella vita! Ad esempio mi dicono spesso quale sia il mio segreto per stare legata allo stesso uomo per 56 anni di vita il segreto è che noi abbiamo sempre parlato per chiarirsi

QUANTO E’ DIFFICILE PER UNA DONNA AFFERMARSI AD OGGI NELL’INDUSTRIA MUSICALE E QUANTO LO E’STATO NEL PASSATO?

Oggi è molto più facile che in passato. Oggi basta caricare la canzone sul proprio sito e il resto vien da se. In passato invece le case discografiche si trovavano solo a Milano e non era facile per una ragazza di paese andare fin li per avere un provino e soprattutto bisogna conoscere le persone giuste. Io quando partecipai al Disco d’oro per Reggio Emilia e arrivai seconda, conobbi un grande paroliere e autore televisivo Giorgio Calabrese che mi volle a Milano per fare un provino dove incontrai De Andrè e Memo Remigi ma la casa discografica mi scartò e allora Calabrese ci portò in altre case discografiche e mi fece incidere il disco con la casa discografica Fimi. Sono stata fortunata perché ho avuto una persona che ha creduto in me ma se non mi fossi mossa a cercarla probabilmente avrei fatto un altro lavoro e non la cantante
Nel cofanetto tra l’altro si trova un disco dedicato al tema, purtroppo, sempre attuale della violenza sulle donne che ho deciso di promuovere in questo momento perché voglio dedicarvi tutto il mio tempo.

SE L’AMORE FOSSE UN COLORE DELL’ARCOB ALENO, QUALE SAREBBE E PERCHE’?

Ci dicono spesso che il colore della passione sia il rosso, io amo tutti i colori ma in particolar modo sono molto legata al verde e a tutte le tonalità che ci offre la natura. Il verde poi è il colore della speranza.

L’USIGNOLO DI CAVRIAGO (provincia di Reggio Emilia) QUANTO E’ LEGATA ALLE SUE ORIGINI EMILIANE?

L’Emilia Romagna ha affrontato prima un terremoto, poi questo alluvione che ha portato poi a tante frane. Le mie estati da ragazza le ho sempre passate sulle coste adriatiche di Rimini poi con le mie nipotine vado spesso a Riccione dunque per me la Romagna è vacanza. Da tempo sono testimonial dei siti protetti di tutta L’emilia Romagna e quindi sono ancora più legata a questa regione. Il primo giugno festeggerò un compleanno importante ma preferisco rimandare i festeggiamenti e spendere tutte le mie energie ad aiutare coloro che sono stati colpiti dall’alluvione e lo sto facendo nell’immediato perché queste faccende vanno sistemate subito e festeggiare con uno spirito del genere non sarebbe stato il caso. A Cavriago che è un paese emiliano molto simpatico e gioioso, alla Casa del popolo ho imparato a suonare il pianoforte e a cantare dove a fine anno facevamo spettacoli in musica dove si prendevano in giro con delle canzoni rivisitate i personaggi più eccentrici che si erano fatti notare. Da Cavriago una volta sposata mi sono trasferita a Montecchio, paese di mio marito Osvaldo e sono molto riconoscente verso i suoi abitanti che fin da subito mi hanno accolta con tanto amore.
Gli abitanti dell’Emilia Romagna sono in grado di rimboccarsi le maniche ma da soli non possono riuscirci. L’Italia intera deve unirsi in questo momento e aiutarli.

Marco Assante

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