Corriere dello Spettacolo

INDICIBILISMO e MELINCONISMO. Due nuove correnti letterarie

 

Sono due poeti romani, precisamente di Ostia, che in un panorama letterario che sembra diventare sempre più confuso, hanno deciso di delineare precisamente le proprie idee poetiche, creando due distinti manifesti. Francesco Paqual ha creato quello dell’ “Indicibilismo”, mentre Michele Gentile il “Milinconismo.”

Ci fa piacere pubblicare interamente i due manifesti, che fanno parte anche di un libro edito da Simple, in cui troverete una vasta scelta di poesie degli Autori.

 

L’INDICIBILISMO

L’Indicibilismo è un nuovo movimento letterario, artistico, musicale culturale ideato e fondato dal poeta romano Francesco Pasqual. Alcuni punti salienti del movimento li troviamo preannunciati dapprima nella filosofia Cinese del VI secolo a.C. e successivamente ripresi ed elaborati dalla filosofia Occidentale del XIX secolo. Pur avendo delle solide radici dove affondare le proprie ideologie, il movimento dell’Indicibilismo apre il proprio sistema all’espressione personale dell’artista, così che esso, possa varcare i limiti della conoscenza per approssimarsi il più vicino possibile a una verità che non sia solamente quella del “dato noto”. L’indicibile è un limite, una sentenza, l’Indicibilismo è un orizzonte, un fluire senza argini. L’Indicibilista non si arrende, abbraccia il fluire senza gli argini, e si fa trasportare dalla parte più intima del sé verso la sfera trascendente di una realtà che gli sfugge ma che pone come cammino, via di ricerca, principio, modo di procedere, di comunicare e di essere consapevole. L’Indicibilista è artefice del proprio destino emozionale, cercando tramite il recupero una strada dove strada non c’è, una descrizione dove descrizione non esiste. Esso, osa andare oltre, assumendosi pienamente il rischio di ciò che potrebbe accadere. I punti chiave del movimento sono: la perdita, la solitudine, il buio, l’ombra, l’oscurità,
l’esperienza e la rinascita. L’arte dell’Indicibilismo nel suo desiderio di infinito, sterminato, delinea dei temi più ricorrenti, quali: il recupero dei ricordi, la solitudine come sfera rivelatrice di possibilità, la coscienza di contro l’incoscienza, la parte tangibile dell’esperienza difronte uno spazio misterioso e illimitato, la rivelazione di una possibile e concreta rinascita. Ciò che caratterizza gli artisti Indicibilisti è: un’espressione non ordinaria, che non prevede per forza di cose la presenza di segni convenzionali (punteggiatura in letteratura), polisemica, trascendente, interrogativa, filosofica e priva
di preconcetti.

 

IL MELINCONISMO

Il Melinconismo è una nuova corrente poetica ideata e fondata dal poeta ostiense Michele Gentile. Il termine melinconismo proviene dalla fusione di due vocaboli dal greco antico; MELIGMA ( canto, strumento musicale ) e KOLE ( fiele, bile, collera, sdegno, odio, bevanda amara ) Affonda le proprie radici in uno stato d’animo caratterizzato da perenne smarrimento, tristezza, inquietudine e rabbia per la perdita. Sconforto per qualcosa o qualcuno che si è perduto e di cui si patisce prepotentemente la mancanza. Una persona cara, un amore, un’amicizia importante. Ma anche perdita dei valori. Perdita di innocenza, libertà, dignità. Perdita dell’identità e dei propri diritti. Il Melinconismo assume un carattere più intimo e profondo nello sforzo di metabolizzare questa perdita che diventa inesorabilmente malessere e sofferenza trasformandosi poi in azione, in ribellione. Il melinconista utilizzerà lo strumento della poesia in due momenti: rivolgendola verso sé stesso per contenersi, nel tentativo di elaborare il vuoto e la frustrazione generati dalla perdita, poesia quindi come dolore per lenire il dolore, mettendo nero su bianco quelle emozioni che diversamente non sarebbe in grado di governare. Oppure volgendola contro la società per canalizzare tutto il suo rancore verso il mondo che lo circonda. Poesia quindi come collera per lenire la collera contro il sistema. Il melinconista considera la società come un’incubatrice di nevrosi, ansie e ossessioni che il materialismo e il consumismo contribuiscono ad esasperare. Non c’è speranza nell’insieme perché gli individui sono
oramai ostaggi delle loro stesse mancanze, della loro indifferenza. Le persone nella società si peggiorano a vicenda, disattivando capacità critica e libero pensiero. Ecco che la perdita diventa insanabile in un ambiente in cui superficialità e competizione ingigantiscono il disagio individuale. Il melinconista trova pace nella natura e nella solitudine. E’ ostile al potere che schiaccia i deboli e li confina ai margini dell’esistenza. Il melinconismo è dunque uno stile poetico essenzialmente crudo, immediato, nervoso e non assertivo.

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