Corriere dello Spettacolo

“Non è vero ma ci credo” al Teatro Cilea

 

In scena (in o.a.) Carlo Di Maio, Roberto Fiorentino, Carmen Landolfi, Massimo Pagano, Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo, Ingrid Sansone.

 

Le scenografie sono di Luigi Ferrigno mentre i costumi di Chicca Ruocco e il disegno luci di Pietro Sperduti.

 

Dal 25 gennaio al 28 gennaio 2024 Enzo Decaro in scena per la prima volta al Teatro Cilea

 

 Il commendatore Gervasio Savastano è tormentato dalla superstizione; i suoi affari non vanno bene e lui ritiene che la colpa sia di un suo impiegato, Belisario Malvurio, cui attribuisce un influsso malefico. Anche in famiglia ci sono problemi: sua figlia Rosina si è innamorata di un giovane impiegato, che il commendatore ritiene non all’altezza della ragazza, tanto da chiamarlo “gufo iettatore”.

All’improvviso, però, la fortuna sembra ricordarsi del commendator Savastano; in azienda arriva un giovane, Alberto Sammaria, gobbo, e con il suo arrivo gli affari cominciano di colpo ad andar bene, dato che i gobbi, secondo il regolamento della superstizione che esci conosce a memoria, portano fortuna.

Anche la figlia del commendatore sembra aver ritrovato la serenità, il giovane di cui era perdutamente innamorata è diventato un lontano ricordo. Tutto sembra filare liscio, ma il diavolo ci mette lo zampino: Alberto Sammaria confessa al commendatore di essersi innamorato di Rosina, e per questo motivo è costretto a dare le dimissioni. Il commendatore è disperato, ma troverà una soluzione: convincerà sua figlia a sposare Sammaria.

Dopo un iniziale resistenza, la ragazza si convince, per non dare dispiacere al padre che si finge malato pur di attualizzare il suo piano; ma un incubo sconvolge i sogni del commendatore: che i suoi nipotini ereditino il difetto fisico di Sammaria.

Il matrimonio si celebra, ma il commendatore non riesce ad allontanare i suoi timori e comunica ai ragazzi la sua intenzione di invalidare le nozze; ma a questo punto scoprirà di essere stato raggirato: Sammaria non è altri che il giovane di cui Rosina era sempre stata innamorata e la gobba era solo un artificio per consentirgli di entrare nelle grazie del futuro suocero. Il commendatore cede all’amore dei due giovani, anche perché, pure se non è gobbo, Sammaria ha portato bene, e dinanzi ai suoi cari e familiari che gli fanno notare quanto sia assurdo ciò in cui egli crede.

Questa rivisitazione al teatro Cilea è tratta dall’omonima, celebre e famosissima opera di Peppino De Filippo commedia in tre atti del 1942, da cui fu tratto un film nel 1952, con la regia di Sergio Grieco , visto l’enorme successo riscosso tra pubblico e critica.

Peppino De Filippo aveva ambientato la sua storia nella Napoli un po’ oleografica degli anni 30. Luigi aveva posticipato l’ambientazione una ventina d’anni più avanti. Stavolta l’azione dello spettacolo è avvicinata ai giorni nostri, ambientando la storia in una Napoli anni 80, una Napoli un po’ tragicomica e surreale in cui convivevano Mario Merola, Pino Daniele e Maradona…

Attraverso questo spettacolo e dopo aver ereditato la direzione artistica della compagnia di Luigi De Filippo, Muscato inaugura un nuovo corso rispettando i canoni della tradizione del teatro napoletano e dando a questa storia un sapore più contemporaneo.

Marco Assante

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