Ogni creazione artistica nasce biforcuta.
Da un lato c’è l’ artista che crea per natura ed esigenza, dall’altro c’è un immancabile spettatore, ossia colui che guarda o guarderà l’opera.
Via.
Opera che nasce da istinto ed esigenza, per ogni artista far nascere qualcosa è naturale esperienza, molto più dell’esistenza.
Cosa faccio?
Non lo faccio.
Se lo faccio, come faccio?
È deciso! Procedo, tiro linee, creo scultura, scrivo rime, scalo cime, giro il film, danzo o suono.
È il mio estro, è il mio dono.
Per chi faccio tutto ciò?
È per me, io già lo so.
Ma se altro non vede ciò che nasce, a me manca assai una parte.
Vi è un Narciso in ogni artista che pretende l’altrui vista.
Come l’acqua fa da specchio, lo sguardo d’ altri è l’altro occhio.
Chi curioso osserva l’arte, prova a star dall’altra parte.
Si cimenta ad osservare, a capire, a valutare.
Emozioni inaspettate dinanzi a ciò che impreparato vede.
“Che voleva dir l’artista?
E quel tratto cosa fa?
La scultura è apripista di qualcosa che verrà?
Quella frase dell’attore l’ ho capita io a dovere?
O metafora sarà?
Mah, forse poi lo spiegherà”
Il parere di ognuno è come del critico d’autore.
Sentimenti e sensazioni hanno pari dignità in chi guarda ciò che fa chi è preso dall’ardore.
L’ artista ha il suo furore e illumina chi guarda come saetta col il suo fragore.
L’arte nasce per far crescere emozione, per solleticar pensieri, per dare un senso ad ogni azione di chi dà e di chi è pronto a recepire quel tanto o un pó di ciò che l’artista fa.
ROViRO’