Corriere dello Spettacolo

Ombre sconosciute: il progetto segreto di Bertolucci

Il film più amato da Bertolucci. Il più significativo. Quello che racchiude le sue radici profonde. Il suo progetto segreto raccontato da chi lo ha vissuto.

“Ombre Sconosciute Sulle Stelle–Rolling Stones”. È il titolo di un incredibile film documentario investigativo/progetto multimediale del regista Stefano Battaglia, già collaboratore ed amico di Ambrogio Fogar. Conosco bene questo progetto avendo attivamente partecipato ad esso. Conosco molto bene Stefano Battaglia, essendo sua cara amica da molti anni. Ho conosciuto molto bene anche Bernardo Bertolucci, di cui sono stata grande amica, socia di produzione e confidente.

In questo progetto, misi in collegamento diretto Stefano e Bernardo,
in relazione a questa iniziativa esplosiva, il cui esito finale sarebbe stato un record storico mondiale: un museo on line, su Facebook, dedicato a questo film-inchiesta, voluto fortemente da Bertolucci e patrocinato ufficialmente dal suo geniale allievo Emiliano Galigani (ritenuto anche il migliore studente di Umberto Eco al DAMS)e dalla sua innovativa Accademia Cinema Toscana.

Il primo museo nella Storia Mondiale dedicato ad un film specifico. Fortissimamente voluto da Bernardo Bertolucci.
Questo progetto rispecchia tutte le ricerche di Bertolucci, a cavallo tra Psicoanalisi, Filosofie Orientali e Controcultura, indagando in modo profondo ed originale, proprio quelle cose che lui cercava di esplorare da una vita.

Bertolucci considerava questa indagine contenuta nel film-inchiesta di Stefano Battaglia la cosa più importante e misteriosa del mondo. Perché?

Era affascinato dal tema della inconoscibilità della realtà, tema a lui molto caro e che considerava “magistralmente indagato da Stefano ed espresso con concetti impressionanti, che lasciano il segno, definizioni che
incidono l’inconscio come colpi di scalpello sul marmo. E non fanno dormire la notte”. Queste le parole di Bernardo.

Nella sua investigazione, Stefano parla del “mondo segreto che vuole tenere al buio il nostro mondo”, quel fattore misterioso che rende inconoscibile la realtà. Il Maestro ne rimase fortemente impressionato. Disse che “non aveva mai sentito cose del genere, cose fascinosamente enigmatiche e sconcertanti”. Era come “risucchiato in un vortice di attrazione da cui gli era impossibile uscire”, mi confessò.

Questo qualcosa di sconosciuto affascinava terribilmente Bernardo e gli toglieva il sonno. Da quando aveva letto lo script.

Era stregato da questa esplorazione del “mondo segreto che vuole tenere al buio il nostro mondo”. Una “esplorazione fatta con lo stesso spirito dei Rolling Stones, uno spirito di superamento dei limiti, di tutti i limiti, valicando le ultime e più nuove Colonne d’Ercole…”,usando i concetti martellanti di Stefano.

Il progetto incompiuto di Bertolucci. Cosa voleva fare? Voleva assolutamente partecipare a questa inchiesta, che indagava le cose più significative della sua vita e trasformare il film/indagine in un museo dedicato.

Questi temi erano, in fondo, il senso profondo della sua esistenza e della sua opera cinematografica. Un significato della vita e dei temi-guida a lui trasmessi dalla madre, come mi confessò più volte e che lo hanno sempre orientato nel suo vivere. Ritrovò questi temi-chiave esistenziali nella superba indagine di Stefano Battaglia, nella quale si rispecchiava, ritrovando la parte junghianamente più profonda del suo Io e ad essa riunificandosi.

Stefano ha indagato la “linea di confine della realtà”, per usare un altro concetto impressionante di Stefano stesso. Quella zona ignota di confine tra la nostra realtà e qualcosa che sta oltre. Qualcosa di indefinibile ed inconoscibile, ma dagli effetti concreti potentissimi e devastanti.

Esplorando questa enigmatica zona di confine, gli agenti della Controcultura californiana e di Carnaby Street hanno capovolto e rivoluzionato il Pianeta e le nostre vite quotidiane. Regalandoci anche le star più amate di Hollywood e del Rock. Rolling Stones inclusi. Questo folgorò Bernardo immediatamente.

Questo era il Bertolucci segreto, il Bertolucci che nessuno ha mai conosciuto, profondo e indagatore dei misteri più oscuri. Quello che ho potuto conoscere come grande amica, biografa, collega e socia di produzione. Il Maestro che nessuno immagina e che voglio rivelare al mondo, avendo avuto il grandissimo onore della sua preziosa amicizia e della sua confidenza più profonda.
Una prematura scomparsa ha fermato il suo progetto segreto.
Ora, finalmente il museo è stato realizzato, Bernardo. Il tuo desiderio è diventato realtà. Missione compiuta.

(Donatella Baglivo, regista, produttrice, grande amica e collega di Bernardo Bertolucci)

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