Dopo 28 anni si riunisce una parte del cast di Ferie D’Agosto (Ferilli,Orlando,Morante),al quale si aggiungono personaggi nuovi(De Sica,Machioni,Fanelli). Un altro Ferragosto,nelle sale dal 7 marzo,racconta la storia dei protagonisti del 1996,(che valse al regista il David di Donatello)ora più maturi invecchiati,vissuti.La scenografia rappresenta un caos colorato e variegato di vari ceti sociali,i cui destini si incrociano nell’ isola di Ponza e Ventotene: da una parte la famiglia Molino,intellettuali di sinistra radunati al loro capostipite Sandro,sofferente,per l’ ultima vacanza insieme,e i Mazzalupi,arricchiti di Destra fascistoide,giunti nell’ isola per il matrimonio di Sabry,diventata ora influencer.
Commovente la spiegazione dei tentennamenti da parte di Virzì a fare un sequel:Ennio Fantastichini e Piero Natoli non ci sono più…Poi però ad una proiezione a Bologna mi dissero: ha così paura a raccontare la morte?La notte sogniai Ennio e Piero con i confinati di Ventotene e Piero che mi diceva:”non fare il prezioso”. Allora eccoci qua.Il regista emozionato, presenta il film il giorno dei suoi 60 anni con una maturità ed una consapevolezza dello scorrere del tempo più dilatati;nel 96 era al suo secondo film,ancora acerbo e desideroso di raccontare i sentimenti dei personaggi,in una Ventotene ancora wild diversa dalla commercializzazione di oggi.Torna Silvio Orlando,nel ruolo del giornalista dell’ Unità convinto e fermo nelle sue opinioni,che si scontra con un figlio Altiero( il bravissimo A drea Carpenzano) divenuto imprenditore digitale e sposato con un modello: nel film Orlando rappresenta il passato e la morte.
Torna Laura Morante,la moglie sempre messa da parte e bisognosa di attenzioni,e dalla parte Mazzalupi Marisa(Sabrina Ferilli),ora fidanzata con un ingegnere benestante e cinico(un Christian De Sica che non ti aspetti):spera di trovare la felicità di coppia,quella che ha capito non esserci nel matrimonio della nipote Dabrina,dettato dal puro interesse del parvenu Cesare(Vinicio Marchioni).Tutte le donne nel film sono attraversate da un filo evidente di malinconia pur continuando a lottare per loro stesse.E poi Emanuela Fanelli,Anna Ferraioli Ravel,donne che sentono addosso il peso insopportabile della solitudine e dell’ insoddisfazione interiore.Camei poi anche di Rocco Papaleo,Ema Stokholma,e tanti altri.In un film alla fine corale,tragico di rottura e ,forse apertura ad una visione resettata e resiliente del futuro che verrà.
Sara Nicoletti