Corriere dello Spettacolo

Un doloroso imprevisto blocca due sere erotiche in “Mi è scappato il morto” di A. Bizzarri

 

Finalmente abbiamo osservato un lavoro ben scritto da un giovane su un tema scottante e sempre attuale quale quello del corteggiamento, della necessità dell’Amore per dare energia, impulsi emotivi e carica fisica alla nostra attività giornaliera, all’occupazioni lavorative e domestiche che altrimenti non avrebbero uno scopo ed una finalità superiore, un qualcuno a cui dedicare i nostri pensieri e sentimenti. Le recenti tristi separazioni della presidente Meloni da Giambruno per le sue lusinghiere affermazioni nei confronti d’una collega giornalista e quella di  Fedez dalla Ferragni per l’avviso di garanzia a lei per la presunta truffa Balocco del pandoro con la revisione d’alcuni contratti, temporaneamente messa in secondo piano dal compleanno del figlio con l’ironia di Enrico Lucci, hanno indotto l’opinione pubblica a riflettere su come possa facilmente nascere una relazione sentimentale con successivo matrimonio, ma come sia ugualmente semplice rovinare tutto per distrazione o superficialità di comportamento, qual era stato il bacio in bocca di Fedez al rapper nel Festival di Sanremo. La rottura d’un rapporto è sempre causa di amarezza, delusione e sofferenza psicologica, un vero trauma psichico  che difficilmente si riesce a superare se ci si è veramente amanti e si è rappresentato un  tesoro del campo evangelicamente parlando, un gioiello o perla preziosa l’uno per l’altro senza del quale ci si sente aridi e secchi come un albero potato o cadente, quale quello a Roma sulla Cristoforo Colombo; tutto diventa inoltre più grave e si accentua la desolazione , sventura, se subentra la morte e la fine d’una relazione durata a lungo, magari rafforzatasi con le nozze d’argento similmente a quelle di Ennio Morricone cui è intitolato l’Auditorium e dell’ex presidente del Consiglio e della Commissione Europea professor Romano Prodi. Da siffatte considerazioni è partito lo scrittore ed attore di fresca vitalità Andrea Bizzarri per analizzare come gli amici possano venirti incontro, aiutarti in siffatti laceranti e tragici eventi e ne è nato un brillante lavoro di quasi due ore qualche anno fa che con il passar del tempo e le sue numerose repliche s’è raffinato e perfezionato alla maniera metaforica del vino invecchiato in botti di rovere, come abbiamo potuto constatare nella nuova rappresentazione al teatro dei Servi di Largo Chigi che andrà avanti fino alla domenica di Pasqua ed all’ora legale subentrante. Si tratta della briosa, divertente, ilare e surreale, paradossale, commedia “MI è scappato il morto” di Andrea Bizzarri che non solo la dirige ma ne interpreta pure il protagonista Nico insieme a Giuseppe Abramo, Matteo Montaperto e la bella, frizzante, Alida Sacor, deuteragonista ed elemento portante della piece. In un vaudeville o testo farsesco che si rispetti e sia autenticamente valido nella sua struttura non potevano mancare ritmi serrati ed incroci verbali con battute estemporanee e dal doppio senso, equivoci e gag esilaranti, colpi di scena inverosimili e grotteschi , apparentemente inimmaginabili, appetiti e voglie sessuali, paure, sospetti e gelosie tra amici che improvvisamente si trasformano in rivali. Dunque la seducente commessa del Casilino  Emiliana è sconfortata e sconvolta in quanto il fidanzato dopo anni di tenero legame sul momento di progettare il matrimonio l’ha lasciata e lei è caduta in un profondo stato di prostrazione e delusione non riuscendo più a risollevarsi per ritrovare la vivacità e fantasia elettrizzante di prima in compagnia dell’amiche. Che fare per farla uscire da tale annichilente frustrazione ed inettitudine da sfiducia in se stessa? Hanno creduto di incoraggiarla e stimolarla facendole riscoprire il desiderio della repressa sensualità e pertanto le hanno fissato due notti di “Fuoco erotico” in una magione , in un “Bed and Breakfast”, per appuntamenti galanti  e la scena si apre con il proprietario Nico che sta illustrando al gigolò dal nome gratificante ed invogliante di “Stallone 44” i singoli punti e segreti del mini alloggio dove dovrà compiersi la rinascita di Emiliana, che per darsi un tocco di classe si è mutato il nome nel francese Emilie così da risultare più desiderabile. Sul più bello, quasi a conclusione dell’ispezione all’appartamento, Nico si rende conto d’essere rimasto da solo e che il “pigmalione” a pagamento non c’è più e scatta la tensione pulsiva e lo sgomento totale. Che è successo? Semplicemente  il playboy ha urtato qualcosa di duro in cucina con la testa ed ha perso i sensi, per cui crolla a terra tramortito e Nico reputa sia avvenuto il peggio allorché apre la porta. Come far fronte alla situazione creduta irrimediabile? Per capirlo chiede aiuto all’amico Boris e l’occasione fa l’uomo ladro per cui , somigliando all’amante prezzolato di turno, si cala nei suoi panni e desidererebbe sostituirsi a lui pure nell’”Ars Amatoria” di ovidiana memoria con Emilie che intanto ha suonato alla porta. Ma c’è qualcuno di troppo sulla scena ed allora bisogna liberare il campo dal presunto cadavere ingombrante. Come agire e poi sarà veramente defunto Stallone 44?Il fenomeno clinico della morte presunta od apparente non è di oggi ed infatti il bravo commediografo e calibrato attore comicamente disinvolto Bizzarri l’utilizza pienamente per un secondo tempo in crescendo in cui i “nodi vengono al pettine”,  gli antefatti si spiegano ed il novello Lazzaro resuscitato, dopo il più importante ed oggetto della nostra Fede cristiana, il Figlio Unigenito del Padre che risorgerà a Pasqua, ricompare nella seconda parte tutto bagnato e sostenendo di non ricordare “Nada” poiché lo choc è stato tremendo ed ha annebbiato la sua mente, alla guisa di coloro che soffrono di Alzheimer. Come si regoleranno i conti tra i tre , avendo ognuno adocchiato le avvenenti fattezze di Emilie ed aspirando a farle vivere le 48 ore di focoso e scatenato amore sessuale nell’alcova o talamo alla greca, “ Cubiculum” alla latina, affittato per l’esplosione erotogena della giovane periferica che palesa le sue vere origini umili e la ragione che l’ha spinta lì con diversa identità. Si sente carica di voglie e bisognosa di coccole,  premure affettive, al punto che si scatena tra le lenzuola da sola, provocando la progressiva e crescente brama dei tre pretendenti che ardono dalla volontà  indomita di farla propria come i tre nobili sfidanti della gustosa e moraleggiante commedia del lagunare C. Goldoni “La Locandiera” che l’astuta Mirandolina si diletta a sbeffeggiare. Tutti ritengono di poterla convincere promettendole il meglio, un esemplare generale doppione di regalie e d arredamento, tra il padrone di casa ed il compiacente sodale e quasi maggiordomo Boris, tuttavia il suo cuore ed il suo corpo, aspiranti a sentirsi ancora vivi e palpitanti, a scendere di nuovo  sul terreno dell’Amore di cui non si può fare a meno , andranno a qualcun ed a chi ? I soldi dell’amiche e complici commesse  avranno un buon fine machiavellico per rincentivare  la compagna ?Questo naturalmente non ve lo sveliamo per farvi gustare la commedia fino in fondo e meditare su come uscire dalla crisi dei perduti sentimenti effervescenti e motivanti quando ci si ritrova a terra similmente alle macchine con le gomme bucate. La produzione è del Centro Teatrale Artigiano con rituale self finale con il pubblico agitante le mani in segno di condivisione apprezzata del lavoro. Una settima e mezzo di tempo per vederlo vi dovrebbe bastare e poi lo spazio culturale è centrale. Buona Primavera a tutti!

Giancarlo Lungarini

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