Corriere dello Spettacolo

Personalità non binarie ed altamente sensibili nell’abito del cinema, del teatro e della danza

 

Nell’ambito del cinema, del teatro e della danza troviamo molte persone appartenenti al mondo non binario. Molti uomini appartenenti al mondo ‘queer’ per indole naturale tendono a svolgere professioni come attore, imitatore, danzatore per esprimere la loro vera natura e la loro personalità. La danza ed il teatro sono dei forti indicatori che la persona di genere maschile possa appartenere al mondo non binario, ma spesso si fa molta confusione tra identità di genere ed orientamento sessuale. Spesso gli uomini che fanno danza livello professionistico vengono additati negativamente a causa di concetti e stereotipi di genere e ricevono spesso insulti omo transfobici sia da uomini che donne.

Bisogna chiarire che l’identità di genere e l’orientamento sessuale sono concetti distinti che spesso vengono confusi o mescolati, ma è importante comprendere le differenze tra di essi:

 Identità di genere: Si riferisce al senso interno e personale di appartenenza a un certo genere, che può essere maschile, femminile, entrambi, né uno né l’altro o altri generi non binari. L’identità di genere di una persona può non corrispondere al sesso assegnato alla nascita. È una componente fondamentale dell’individuo e può influenzare il modo in cui una persona si vede e si esprime nel mondo.

 Orientamento sessuale: Si riferisce all’attrazione romantica, sessuale ed emotiva verso individui di un genere diverso, dello stesso genere o di più generi. L’orientamento sessuale non ha nulla a che fare con l’identità di genere di una persona, ma piuttosto con chi essa è attratta emotivamente e sessualmente. Le persone possono identificarsi come eterosessuali, omosessuali, bisessuali, pansexual, asexual e in altre identità di orientamento sessuale.

Non binario” è un termine che si riferisce a una persona il cui genere non si conforma completamente alla concezione tradizionale di maschile o femminile. Le persone non binarie possono identificarsi con un genere neutro, con una combinazione di maschile e femminile, o con nessun genere specifico. In breve, il termine “non binario” si riferisce all’identità di genere di una persona che non rientra nei binarismi maschile/femminile.

In sintesi, l’identità di genere riguarda il senso interno di appartenenza a un certo genere, mentre l’orientamento sessuale riguarda l’attrazione romantica e sessuale verso individui di un certo genere. Mentre entrambi sono componenti importanti dell’identità di una persona, sono concetti separati e indipendenti l’uno dall’altro.

A questo vi è da aggiungere il concetto di persona altamente sensibile

Una persona altamente sensibile (PAS) è un termine utilizzato per descrivere un tipo di sensibilità psicologica e nervosa che caratterizza circa il 15-20% della popolazione. Le persone altamente sensibili tendono a percepire e a processare gli stimoli sensoriali e emotivi in modo più intenso rispetto alla media delle persone.

Un ragazzo sensibile può preferire praticare sport e giochi da ragazze e questo può essere causa di conflitti sociali.  È importante sfatare i pregiudizi di genere che associano determinati interessi o attività a un particolare genere. Gli uomini altamente sensibili, come tutte le persone, dovrebbero essere liberi di seguire i loro interessi e le loro passioni senza preoccuparsi delle aspettative sociali riguardo al genere. Se un uomo altamente sensibile trova gioia e soddisfazione in giochi o sport tradizionalmente associati alle ragazze, non c’è nulla di sbagliato o di strano in questo. L’importante è che segua ciò che lo fa felice e che gli permette di esprimere se stesso liberamente.

-Come viene definito un attore che recita ruoli femminili nell’ambito del cinema e del teatro?

Se un uomo recita parti femminili, questo è spesso definito “travestitismo teatrale” o “interpretazione di ruoli femminili”. Questa pratica è stata comune in molte tradizioni teatrali, sia nell’antichità che nella storia più recente del teatro. In passato, soprattutto nei teatri elisabettiani, gli attori maschi interpretavano spesso i ruoli femminili poiché alle donne non era consentito recitare sul palcoscenico.

Quando un attore maschio recita ruoli femminili è spesso indicato come “attore che interpreta una parte femminile”. Tuttavia, è importante notare che il travestitismo teatrale non implica necessariamente un’identità di genere al di fuori dei ruoli teatraliÈ una pratica teatrale tradizionale che riflette le convenzioni e le restrizioni storiche del teatro.

Quando un uomo recita la parte di Giulietta in “Romeo e Giulietta”, può essere definito semplicemente come un “attore” che interpreta il ruolo di Giulietta. Non c’è un termine specifico per indicare un uomo che interpreta un ruolo femminile in un’opera teatrale. In passato, potrebbe essere stato chiamato “attore travestito”, ma oggi, con una maggiore consapevolezza dell’identità di genere e della fluidità di genere, potrebbe non essere considerato il termine più appropriato. In generale, si tratta semplicemente di un attore che interpreta un personaggio femminile sulla scena.

 È possibile che un attore che recita un ruolo femminile non sia omosessuale?

Si, l’orientamento sessuale di un attore non è determinato dal personaggio che interpreta sulla scena. Interpretare un personaggio di genere diverso dal proprio non implica automaticamente che un attore sia gay o abbia un orientamento sessuale specifico.

L’orientamento sessuale di una persona è una questione personale e non è collegato direttamente al suo lavoro o alle sue attività professionali. Gli attori possono interpretare una vasta gamma di personaggi, indipendentemente dal loro orientamento sessualeÈ importante evitare di fare supposizioni sull’orientamento sessuale di qualcuno basandosi sulle loro scelte professionali o sulle parti che interpretano. Gli attori sono professionisti che interpretano personaggi di varie identità di genere, sessualità e background. Il loro lavoro consiste nel portare alla vita i personaggi in modo credibile, indipendentemente dalla propria identità o orientamento sessualeAssumere che un attore sia gay solo perché interpreta un personaggio femminile sarebbe un’assunzione errata e ingiustificata. L’orientamento sessuale è una questione personale e privata, non è influenzato dal tipo di ruoli che interpreta sul palcoscenico o sullo schermo.

-Che cos’è il teatro elisabettiano?

Il teatro elisabettiano del XVI secolo si riferisce al periodo teatrale in Inghilterra durante il regno della regina Elisabetta I (1558-1603). Questo periodo è stato caratterizzato da un’enorme crescita e sviluppo del teatro inglese, con la nascita di numerose compagnie teatrali e la produzione di opere drammatiche di grande successo.

Il teatro elisabettiano è meglio conosciuto per i lavori di autori come William Shakespeare, Christopher Marlowe, Ben Jonson e molti altri. Questi drammi spesso si concentravano su temi drammatici, politici e storici, e venivano rappresentati nei teatri pubblici come il Globe Theatre e il Rose Theatre.

Uno dei tratti distintivi del teatro elisabettiano è stato l’uso di attori maschi per interpretare tutti i ruoli, inclusi quelli femminili. Questo è stato principalmente a causa di leggi e convenzioni sociali che proibivano alle donne di recitare sul palcoscenico. Gli attori maschi che interpretavano ruoli femminili spesso indossavano abiti femminili e trucco per creare l’illusione.

Il teatro elisabettiano è stato anche caratterizzato da una forte interazione tra gli attori e il pubblico, con spettacoli vivaci e coinvolgenti che includevano musica, danza, combattimenti e effetti speciali. Questo periodo ha avuto un’influenza duratura sulla letteratura e sul teatro inglese e ha contribuito a definire molte delle convenzioni teatrali che ancora oggi conosciamo.

-Cosa dovevano fare le donne per recitare a quell’epoca?

All’inizio del secolo, soprattutto nelle prime decadi, le donne potevano ancora incontrare resistenza nel diventare attrici professioniste. Tuttavia, nel corso del tempo, molte sono riuscite a superare tali ostacoli e a ottenere ruoli significativi sul palcoscenico.

Ci sono state varie strategie e approcci che le donne hanno adottato per accedere al mondo del teatro nel corso del XX secolo:

    -Teatro d’opera: Molte donne hanno iniziato la loro carriera artistica nel campo dell’opera, dove avevano maggiori opportunità di interpretare ruoli principali sia femminili che maschili.

   – Gruppi teatrali indipendenti: Alcune attrici hanno lavorato con gruppi teatrali indipendenti che non erano vincolati dalle stesse restrizioni delle grandi compagnie teatrali.

   – Interpretazione di ruoli maschili: In alcuni casi, specialmente nel teatro sperimentale o alternativo, le donne hanno interpretato ruoli maschili, continuando una tradizione che affonda le radici nella storia del teatro.

    -Attivismo e movimenti per i diritti delle donne: Il movimento per i diritti delle donne ha anche contribuito a spingere per maggiori opportunità per le donne nel mondo del teatro e per il riconoscimento del loro talento e delle loro capacità.

Ecco alcuni film che affrontano le tematiche di identità di genere dove ci vi sono donne che recitano parti maschili ed inversione dei ruoli uomo-donna:

Non vorrei essere un uomo

L’inversione dei ruoli donna/uomo è meno frequente dello scambio di identità uomo/donna, ma è già presente nella storia del cinema dalle origini a tal proposito ricordiamo il film “Non vorrei essere un uomo” è commedia diretta da Ernst Lubitsch e rilasciata nel 1918. Il film è stato uno dei primi successi del regista tedesco, che in seguito divenne noto per il suo stile sofisticato e per il genere “commedia alla Lubitsch”.

La trama segue le vicende di Ossi, una giovane donna borghese, interpretata dall’attrice Ossi Oswalda, che è stufa delle restrizioni sociali imposte alle donne nella società dell’epoca. Desiderosa di sperimentare la libertà e l’indipendenza riservate agli uomini, Ossi decide di travestirsi da uomo.

Con il suo nuovo travestimento, Ossi esplora il mondo maschile e si immerge nelle attività e negli spazi riservati agli uomini. Sperimenta una serie di avventure e situazioni comiche mentre naviga attraverso le complicate interazioni sociali. Nel corso del film, Ossi si ritrova coinvolta in situazioni sempre più divertenti e incresciose, spesso causate dalle sue interazioni con altri personaggi maschili.

Nel corso del film, Ossi incontra anche un giovane uomo di nome Joseph, interpretato da Curt Götz, di cui si innamora. La trama si sviluppa attraverso una serie di equivoci e gag comiche, con Ossi che cerca di nascondere la sua vera identità a Joseph mentre combatte con le complicate dinamiche di genere dell’epoca.

“Non vorrei essere un uomo” è considerato uno dei primi esempi di commedia di travestimento nel cinema e ha influenzato molte produzioni successive nel genere. Il film affronta in modo leggero e satirico le questioni di genere e le convenzioni sociali dell’epoca, offrendo al pubblico un’opportunità per ridere e riflettere sulle sfide e le aspettative imposte dalle norme sociali.

Victor Victoria

Ricordiamo un altro film che esplora i temi dell’identità di genere chiamato “Victor Victoria” che è un film del 1982 diretto da Blake Edwards e interpretato da Julie Andrews. Il film è una commedia musicale che esplora temi di identità di genere, sessualità e stereotipi attraverso una trama intelligente e divertente.

La trama ruota attorno a Victoria Grant, una talentuosa cantante lirica senza lavoro che si trova in difficoltà finanziarie a Parigi negli anni ’30. Non riuscendo a trovare lavoro come cantante donna, Victoria decide di travestirsi da uomo, adottando l’identità di Count Victor Grazinski, per cercare lavoro in un club notturno gestito dall’ex cantante di cabaret Carroll “Toddy” Todd, interpretato da Robert Preston.

La performance di Victoria travestita da Victor si rivela un grande successo e attira l’attenzione di un impresario teatrale gay, King Marchand, interpretato da James Garner, che si innamora di lei/pensando lui essere un uomo.

Le complicazioni sorgono quando Victoria/Victor si innamora di King Marchand, ma non può rivelare la sua vera identità senza compromettere la sua carriera e la relazione con lui. Nel frattempo, Toddy inizia a innamorarsi di King, creando un triangolo amoroso complicato e comico.

Il film esplora temi di identità di genere e sessualità in modo intelligente e divertente, sfidando le convenzioni sociali dell’epoca e dimostrando che l’amore e la felicità possono superare le limitazioni imposte dalle aspettative della società.

“Victor Victoria” è apprezzato per la sua trama avvincente, le interpretazioni brillanti e le numerose sequenze musicali e di danza. Il film ha ricevuto numerosi premi e nomination, tra cui un Premio Oscar per la migliore canzone originale (“Sooner or Later (I Always Get My Man)”).

Shakespeare in Love

In “Shakespeare in Love”, il personaggio di Viola, interpretato da Gwyneth Paltrow, recita parti maschili perché, come detto sopra, nel teatro elisabettiano del XVI secolo, le donne non erano autorizzate a recitare sul palcoscenico. Quindi, se una donna avesse voluto recitare in una produzione teatrale, avrebbe dovuto interpretare ruoli maschili. Questa pratica di ‘ travestitismo’ era comune durante l’epoca di Shakespeare e in molti altri periodi della storia del teatro. Il film riflette questo aspetto storico e mostra come Viola, desiderando ardentemente recitare, si travesta da uomo per ottenere un ruolo nell’opera teatrale di Shakespeare.

Durante il suo tempo sul palcoscenico, Viola incontra e si innamora di Shakespeare, che non sa inizialmente che Viola è in realtà una donna. I due vivono una storia d’amore appassionata e travolgente, che influenzerà direttamente la trama e l’ispirazione per la scrittura di “Romeo e Giulietta” da parte di Shakespeare. Il loro amore è complicato da una serie di ostacoli, tra cui le restrizioni sociali del tempo e le pressioni del mondo del teatro. Tuttavia, la loro relazione è un elemento chiave della trama del film e contribuisce al suo fascino e alla sua profondità emotiva.

Le restrizioni sociali e le pressioni del mondo del teatro rappresentano ostacoli significativi per il rapporto tra Viola e William Shakespeare nel film “Shakespeare in Love”. Ecco alcuni modi in cui queste restrizioni influenzano la loro relazione:

Questi sono solo alcuni dei modi in cui le restrizioni sociali e le pressioni del contesto storico influenzano la relazione tra Viola e William nel film, creando tensione e dramma nel corso della trama:

  Status sociale e convenzioni: Viola appartiene alla nobiltà inglese, mentre Shakespeare è un drammaturgo relativamente sconosciuto. Le loro differenze di status sociale creano barriere significative per la loro relazione, poiché la società elisabettiana avrebbe disapprovato un’unione tra persone di diverse classi sociali.

  Matrimonio combinato: Viola è già promessa in sposa a Lord Wessex per motivi di convenienza sociale ed economica. Questo accordo matrimoniale è stato deciso dai suoi genitori e non le dà alcuna libertà di scegliere il proprio compagno. Questo matrimonio combinato costituisce un ulteriore ostacolo al suo amore per Shakespeare.

 Norme di genere e convenzioni teatrali: Il fatto che Viola si travesti da uomo per poter recitare nel teatro elisabettiano riflette le rigide norme di genere e le restrizioni imposte alle donne nel mondo del teatro. Anche se questo le permette di avvicinarsi a Shakespeare, il suo travestimento crea complicazioni nella loro relazione e li mette entrambi in situazioni delicate e potenzialmente pericolose.

Romeo e Giulietta

Il film di Giovanni Veronesi 2024, distribuito dalla Vision nei cinema italiani, Romeo e Giulietta una delle storie d’amore più famose e popolari del mondo.

Il genere del film si distacca un po’ dalla tragedia originale perché è una commedia romantico sentimentale che tratta le vicende di Vittoria (Pillar Fogliati) una giovane attrice che ha una cattiva reputazione per il plagio dovuto ad avere spacciato per suo un testo teatrale. La stessa viene umiliata durante il casting per interpretare il ruolo di Giulietta dal regista Lando Porrini (interpretato dal Sergio Castellitto), che è un noto regista di personalità molto cinica e narcisista.

Vittoria decide di non arrendersi ed è disposta a fare di tutto per ottenere un ruolo e così decide di presentarsi al provino travestendosi da uomo nelle vesti di un Romeo sui-generis grazie all’aiuto della sua amica truccatrice, dove spacciandosi per un ragazzo chiamato ‘Otto Novembre’, interpetra molto bene le movenze maschili e la voce del protagonista della storia di amore di William Shakespeare. Il regista Porrini viene subito conquistato da quel bel Romeo interpretato da Vittoria che ha bisogno di lavorare e vuole cancellare quell’errore che sta pregiudicando la sua carriera professionale. Per cui temporaneamente rinuncia a vendicarsi delle offese ricevute e non rivela al regista Porrini la sua identità che non è in grado di riconoscere una donna travestita, non svelando l’inganno per cui si troverà ad interpretare il ruolo di Romeo anche nella vita privata ed incontrerà dei problemi e situazioni surreali ed imbarazzanti quando proprio il suo fidanzato viene scelto da Porrini per interpretare il ruolo di Mercuzio nella commedia

Dr. Giovanni Romano

Specializzato in studi sull’identità di genere e sulle pari opportunità

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