Non sempre ci capita di visionare un testo creato con fertile creativa fantasia e capacità di suggestione dalla penna d’una giovane autrice che c’è parsa dotata di sicuro talento e dalle belle speranze dunque con un testo che finora non avevamo mai visto e che tende a ridimensionare i mitici supereroi da fumetto e da fantascienza cinematografica. Le vecchie glorie della Marvel “Big Man” sostenuto da un sarcastico e fulminante per le sue battute Gianni Ferreri e l’eclatante “Factotum” salace Enzo Casertano decrepito “Strong Man” sono costretti a vivere modestamente e con sotterfugi per pagare le bollette ed il rateo mensile dell’affitto alla padrona di casa del piano superiore che è “Electric Woman”, ovvero la frustrata e solitaria Antonella resa come una nubile scatenata ed inviperita da Beatrice Fazi, invasata dal fuoco delle pulsioni sessuali e dalla prolungata astinenza dal coito,disposta a cancellare gli arretrati se Big cedesse alla sua corte e l’accontentasse non saltuariamente, non nascondendosi quando lei arriva, con il povero convivente sodale costretto ad inventarsi una serie di bugie, rimproverandogli i pochi soldi spesi nel gioco d’azzardo. In cotale trambusto capita in casa un’avvenente bruna di procaci ed avvenenti fattezze, che non è altri che l’autrice Alessandra Merico, che prima si fa passare per un’ispettrice dell’INPS mettendo loro paura per la misera pensione o vitalizio che riscuotono, per cui devono giocare al gatto ed alla volpe come in “Pinocchio” di Collodi,ma poi rivela di essere semplicemente una straordinaria estetista che lavora a distanza con le mani, per cui ha già 600 mila “follower”e vorrebbe accrescere i suoi proseliti diventando un’influencer , come Chiara Ferragni che ha lasciato Fedez dopo il tanto decantato matrimonio in cui invece la coppia era aperta. Nascono polemiche, invettive e gelosie specialmente tra le due donne, mentre giunge pure “Mister Fresh” il classico paninaro nei panni di Giuseppe Cantore pingue ed in carne come esige il suo ruolo e s’innescano furenti discussioni tra le vecchie “star” e l’aspirante nuova eroina, tipica del modello contemporaneo dei “social e network”,tuttavia poi capiscono che la coalizione non può che far loro del bene con una rinata vitalità dinamica, allenati dall’ambiziosa ed volitiva”Superchic”, per cui s’allenano quali dei veri culturisti dalla mattina alla sera, susseguendosi quadri di scena e siparietti scanzonati ed allegri con un’intrinseca suspence, finché saranno chiamati a salvare l’America da una roccia lunare che sta per abbattersi sul moderno continente scoperto da C. Colombo e/o Vespucci, secondo un bollettino di speciale rilevanza dettato e divulgato dal giornale radio. Si preparano di tutto punto, splendidamente illustrate le loro divise da recuperati “supereroi dalla locandina” dello spettacolo, in guisa che fossero “I tre moschettieri” di RE Luigi XIV, ma non possono intervenire per uno dei numerosi scioperi aerei di questi giorni, unitamente a quello dei treni mercoledì per il guasto della centralina a Termini con 4 o 5 ore di ritardo nella giornata della “Festa dei nonni” e dei mezzi di trasporto pubblico sabato, comunque verranno ugualmente premiati per il loro spirito di servizio e disponibilità con una medaglia. Naturalmente, similmente a tutto quello che in una commedia finisce positivamente, pure il contenuto esplicito in sott’ordine dell’amore ta Antonella e Big Man trionfa con un incandescente bacio finale.lIl pubblico s’è divertito ed ha applaudito a lungo lo spettacolo di valore civile ed incitamento al volontariato. La regia di fine divertimento e sagacia meditazione, corrispondente all’insegnamento goldoniano dell’”utile dulci”,è firmata da Luiu Russo che bene ha realizzato il crescente decollo del lavoro e l’interattività dialettica degli attori. Sarà in scena con una ricca gamma di repliche fino al 27 ottobre nello spazio culturale diretto d Michele La Ginestra, che ha ripreso il suo affermato “Il piacere dell’attesa” nel teatro a vetri “Golden” con la platea riflettente rettangolare a via Taranto. Egli condivide questo principio teatrale del Seicento, che con i personaggi sostituì la Commedia dell’Arte,puntando non solo ad un sano divertimento per il suo pubblico, ma anche ad arricchire il suo bagaglio culturale,lo spirito intellettuale della ragione ed i sentimenti del cuore, acuendo la maturità per la valutazione delle singole proposte differenziate e di qualità. A fine mese, per esempio, s’insedierà il “teatro da camera” del rinomato Duccio Camerini con la sua oralità narrativa, che si lega alla scuola dell’inglese Samuel Beckett.
Giancarlo Lungarini