Si è aperta giovedì nella Fondazione Cerasi di via Merulana la ricca mostra dei bozzetti creati dagli artisti disegnatori per i manifesti pubblicitari del cinema dal dopoguerra alla fine degli anni Novanta, curata dagli straordinari collezionisti Stefano Di Tommaso e Paolo Marinozzi che crearono il museo unico al mondo a Montecosaro nel 2011 in provincia di Macerata, tenuto a battesimo da un suggestivo discorso encomiastico di Claudia Cardinale. I capolavori dei cartellonisti del megaschermo costituiscono una vera eredità sociale e culturale. L’esposizione è pure patrocinata dall’ANICA presieduta dall’ex sindaco e deputato Francesco Rutelli e dalla SIAE; si tratta di 50 bozzetti per la stampa tipografica dei manifesti “battage” pubblicitario da porre sulle plance di ferro nelle strade, poi usate per la propaganda elettorale. Le opere disegnate a tempera su carta o cartoncino hanno Roma come set cinematografico e rappresentano diversi generi di pellicola soggetto di lungometraggio : dal Neorealismo di “Roma città aperta” con l’indimenticabile ed espressiva emotivamente Anna Magnani, al noir comico – grottesco, dalla Roma Papalina di Luigi Magni a quella poliziesca e di malaffare di Germi,dalla Roma dei vizi morali e trasgressioni sessuali alla capitale della prostituzione e promiscua ambigua identità di genere. Ne risulta un quadro completo dell’Urbe fotografata nei suoi angoli più suggestivi , insieme alla “Big Apple” di New York ed alla “Ville Lumiere”. I curatori dell’esposizione sostengono che dai manifesti sulle vie cittadine,osservati con curiosità,nascevano i sogni dei cinefili ed appunto Rutelli riconosce che codesto era il miglior mezzo di pubblicità come mediatore tra arte ed impresa , al punto da focalizzare in un’immagine atmosfere e situazioni cinematografiche. La cartellonistica è importante in quanto riproduce nel medesimo spazio tutte l’attrazioni della pellicola di celluloide , i protagonisti,le scene , i generi differenti tra cui il melodramma, l’avventura fantascientifica, bellica, erotica o di horror alla Dario Argento,mentre il linguaggio cinematografico con la forza degli idiomi, la ricchezza lessicale e le genuine espressioni popolari ha fatto di quello del cinema un parlare estetico autonomo rispetto alle sequenze sceniche,che contribuiva a diffondere con lo sponsor promozionale oggi costituito dai “Trailers”.Il Museo di Montecosaro è stato visitato da grandi artisti quali : Giancarlo Giannini, Carlo Verdone, Gina Lollobrigida e Catherine Spaak. Questi bozzetti pittorici sono stati realizzati come matrici dei poster che da queste sono stati poi stampati. Ne rammentiamo solo alcuni dei disegnatori : Capitani, Martinati, Brini, Longi, De Seta, Manno, Olivetti e Cesselon,i fratelli Nistri, Iaia, Putzu,Casaro,Gasparri, Sciotti, Tarantelli, Simbari e Crovato. Pure artisti di altro sfondo pittorico, quali Renato Guttuso e Milo Manara, hanno lasciato una loro preziosa testimonianza e molte imprese major americane si sono servite del loro impegno fantastico con il pennello : Warner, MGM,Paramount, Columbia, TCF, da noi invece si può registrare l’utilizzo da parte della Titanus, Lux, Ponti – De Laurentis,Rizzoli e Cecchi Gori prima dei guai per evasione fiscale con la Finanza e poi il burrascoso tramonto del rapporto sentimentale con Valeria Marini. L’allestimento permette di celebrare anche gli anniversari di sommi attori nazionali di fama internazionale : il cinquantenario del decesso di Vittorio De Sica e Pietro Germi,il centenario della nascita di Marcello Mastroianni, che ricordiamo esterefatto ed allupato sessualmente dallo spogliarello di Sofia Loren, di cui s’esaltano i 90 anni,in “Ieri , oggi e domani”. Tale film con la regia di De Sica, che vinse l’Oscar come miglior film straniero, si trova iconicamente sul manifesto della mostra unitamente al commissario di “Un maledetto imbroglio”.Non manca l’omaggio a due eccelse figure del mondo cinematografico : Federico Fellini con il suo regno di Studio 5 a Cinecittà dove ricostruì pure la laguna per “Casanova seducente amante” ed il passaggio per il leggendario cane poliziotto Rex in “Amarcord”.Non è possibile dimenticare il grido di Ingmar Bergman a Mastroianni per il sofisticato bagno nella Fontana di Trevi, con lei poi affascinante tutta bagnata e scarmigliata,come le superlative immagini di Roma dei diversi periodi ricostruita da Fellini negli “studios” inaugurati da Mussolini nel 1936.Ecco perciò le mitiche e sfolgoranti immagini dei set dell’antica capitale dell’Impero:.dalle macerie del dopoguerra alla città attuale dominata dalle bande di criminali e spacciatori extracomunitari che regolano i conti tra loro in pieno sottoterra sulle banchine delle metro e davanti ai negozi di africani ed asiatici, dalla “Hollywood sul Tevere” all’Estate Romana dell’architetto Renato Nicolini. Inoltre i molteplici soggetti con particolare abbigliamento e specifica funzione nel tessuto urbano sono impersonati dal comico nazionale Albertone , la cui villa museo è stata resa visitabile nelle vicinanze delle Terme di Caracalla . Egli è stato gloriosamente lo Sceicco arabo, il Vitellone, l’Americano in trasferta per turismo qui a Roma con la classica”magnata de ‘ spaghetti”,il Vigile,il Giornalista, il Prete ed il Tassinaro che porta in giro un’altra memorabile leggenda de Roma “il gobbo” ovvero Giulio Andreotti, che abitava al rione Ponte. Per ammirare con sguardo estasiato la Mostra c’è tempo fino all’8 dicembre , giorno in cui Papa Francesco renderà devotamente onore all’Immacolata a Piazza di Spagna, secondo l’inveterata tradizione dei Pontefici romani dopo la proclamazione del dogma da parte di Pio IX nel 1854; si può andare a Palazzo Cerasi di Elena e Claudio, nuovi mecenati quiriti , dal mercoledì alla domenica.
Giancarlo Lungarini