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“La dame aux camelias”, anche Marguerite Gautier va sulle punte

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La stagione di balletto del Teatro alla Scala riprende dopo la pausa estiva con un altro dei cosiddetti “classici-moderni”: La Dame Aux Camélias, coreografia di John Neumeier su musica di Chopin, versione a balletto dell’opera di Alexandre Dumas figlio, che ci mise solo un mese, nel 1848, a comporre la storia di Marguerite Gauthier ed Armand Duval, autobiografica, visto che lo stesso autore aveva vissuto una storia simile in prima persona con tale Marie Duplessis. Trama nota anche per la versione in opera lirica, La Traviata di Giuseppe Verdi, che narra la vicenda di Marguerite (Violetta nell’opera), oggi diremmo una “mantenuta”, che ama vivere nel lusso a spese dei suoi corteggiatori, in particolare di un Duca. Perché “Signora delle Camelie”? Perché portava sempre con sé un mazzo di questi fiori, solitamente bianchi, ma per qualche giorno al mese rossi, comunicando in modo discreto quando fosse disponibile o meno per gli incontri amorosi.

Lo spettacolo inizia con la vendita di tutti i beni contenuti nell’appartamento di Marguerite, ormai deceduta. Armand Duval ricorda così a ritroso la sua storia con la Signora delle Camelie: presentatagli dal suo amico Gaston e dalla sua vicina di casa Prudence durante una rappresentazione di Manon Lescaut, ne rimane subito colpito. Innamorato perso lui, convinta invece lei di non aver nessuno al mondo che possa tenere a lei davvero e che tutti la usino solamente. Armand è geloso di tutti gli uomini che le girano intorno, ma Marguerite ha bisogno dei loro soldi per mantenere un certo tenore di vita a cui non vuole rinunciare. Il Duca, suo principale finanziatore, viene a conoscenza della sua relazione con Armand, e per la prima volta Marguerite, ormai davvero e sinceramente innamorata, pur di non lasciarlo, rinuncia a tutti gli altri. Il padre di Armand, saputo con chi si accompagna suo figlio, affronta Marguerite e la prega di lasciarlo per il suo bene, cosa che lei fa, a dimostrazione dell’autenticità dei suoi sentimenti. Marguerite torna allora con il Duca e riprende la vita di sregolatezze di prima; disperato, Armand si vendica diventando l’amante di un’altra cortigiana, Olympia. Marguerite soffre con dignità, ma il dolore è tanto che Margherita si ammala. Dopo un riavvicinamento, Marguerite muore di tisi, pregando la sua governante Nanine di consegnare ad Armand il suo diario, dove ha annotato tutta la verità, che lui apprenderà solo dopo la sua morte.

Nel 1978 La Dame Aux Camélias debutta al Balletto di Stoccarda, con Marcia Haydée ed Egon Madsen nei ruoli dei protagonisti, nel più puro stile Neumeier: balletto narrativo e molti passi a due; nonostante la linea perfettamente classica della coreografia, il lavoro appartiene ad un coreografo della seconda metà del ‘900, quindi risulta svecchiato da quella patina che rende il repertorio più antico ormai superato.

La Dame è stato rappresentato diverse volte in Scala, la cui prima volta, nel 2007, ha visto il (primo) addio alle scene di Alessandra Ferri, che si congedò dal pubblico scaligero proprio nel ruolo di Marguerite, con Roberto Bolle in quello di Armand. Questa volta nel ruolo principale femminile si alternano le locali Nicoletta Manni e Martina Arduino, più l’ospite Alina Cojocaru: rumena di nascita, in forze per anni al Royal Ballet di Londra, da qualche anno si è resa freelance ed abbiamo avuto la fortuna di vederla questo ruolo, che è perfetto per lei: tecnicamente ineccepibile, con dei piedi incredibili, non solo non sbaglia nulla ma interpreta stupendamente. Senza dubbio le viene meglio la Marguerite dolce ed innamorata che non la spregiudicata opportunista, aiutata anche da un fisico minuto: è davvero una gioia per gli occhi. La affianca una certezza, uno dei primi ballerini locali, Claudio Coviello, personificazione del Principe delle Fiabe, bello e bravo, con proprio il viso del bravo ragazzo, è un Armand credibile, innamorato, completamente perso. Quale donna non vorrebbe essere guardata come lui guarda la Cojocaru? Non sempre esaltato come meriterebbe; elegantissimo, tecnicamente pulito e preciso, molto convincente dal punto di vista interpretativo. La Cojocaru si lascia guidare benissimo da lui, che la prende, la lancia e la gira come vuole, ed il risultato è d’effetto. Belle altre date il ruolo di Armand è affidato a Roberto Bolle e Timofej Andrijashenkp. Altri due primi ballerini scaligeri, Martina Arduino e Nicola Del Freo, appaiono nei ruoli di Manon e Des Grieux, personaggi in cui Marguerite ed Armand si ritrovano. Completano il cast Edoardo Caporaletti (Monsieur Duval, padre di Armand), Agnese Di Clemente (Olympia), Camilla Cerulli (Prudence) e Gioacchino Starace (Gaston). Il Corpo di Ballo in particolare serata di sbavature; un titolo da non perdere per la complessità dell’opera, sia tecnicamente che fisicamente.

Chiara Pedretti

 

Teatro alla Scala

Piazza della Scala, Milano

Fino al 16 Ottobre, ore 20

Biglietti da EUR 20,00 a EUR 150,00

www.teatroallascala.org

 

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